Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Ai tifosi della ferrovia a monte. Il catasto dei terreni da espropriare risale al 2012


Non ci sono dubbi. Ci sono tanti tifosi in perfetta buona fede che plaudono alla notizia che si sono già svolte 2 e non solo una Conferenza dei servizi. Ebbene sono decine le curiosità e le incongruenze al di là dei pro e dei contro che emergono.

Chi è schierato per un’alternativa al progetto dei binari a monte e non abolire le stazioni ferroviarie destinate a diventare solo semplici fermate fermate: da sn Lorenzo Michelini, Gianni Taboga e Franco Stalla

Trucioli.it con soli 57 anni di esperienza del veterano giornalista e coordinatore di questo blog ha una posizione netta. No al progetto attuale, si ad altre soluzioni affidate ad esperti di fama internazionale. Non abbiamo approfondito tutti gli aspetti della progettazione dei binari a monte, alcuni sono davvero paradossali. Come la pubblicazione dei terreni da espropriare il cui catasto però non è aggiornato. Può così accadere (a Borghetto) che non si dia atto della presenza di una casa (da demolire) che invece c’è. Colpa appunto del mancato aggiornamento. O ancora un terreno un tempo coltivato con serre ed oggi abbandonato. Oppure terreni che hanno cambiato proprietà ma al catasto  non risulta.

Da nessuna parte si rileva a quanto ammontino le spese degli espropri, terreni e abitazioni. Alla futura stazione di Borghetto-Loano (ovvero declassata in fermata) ci saranno solo i servizi igenici, locale tecnico e pensile. Tra Finale e Andora nessuna nuova stazione, solo fermate. Da qui si desume che per trovare una vera stazione bisognerà fermarsi a Finale o Imperia.  Ad Albenga è previsto per la fermata un immobile di 60 mq., 3 bagni e 12 posti a sedere.

Per curiosità nella Mentone, già italiana, della Costa Azzurra sono attive tre fermate, una ogni 500 metri. E non si prevedono modifiche ai 2 binari fino al 2050.

Rinviamo al prossimo numero altre chicche da ridere se non ci fosse da piangere. Nell’accordo di programma non viene indicato chi avrà il compito di tutelare l’attuale massicciata che progette la terra ferma dalle onde marine. Non è dato a sapere chi deve accollarsi la realizzazione e la manutenzione della ciclovia, pare scontato siano i comuni come accade nell’imperirese con il nuovo tracciato a monte.

Per ultimo, ma non ultimo in realtà, nella seconda seduta della conferenza dei servizi (questa folta era presente Angelo Vaccarezza supertifoso sampdoriano e ‘padrino’ dei binari a monte) è stato annunciato che la posa dei cantieri, con inizio lavori (non è noto in quanti lotti) avverrà nel 2017. E ipotizziamo che entro un decennio potrà essere pronta l’opera. Ignoriamo se in tale arco di tempo saranno sufficienti i 2,5 miliardi previsti e comunque ancora da stanziare. Al vice premier Salvini sta molto a cuore dare priorità al ponte sullo Stretto di Messina. E gli ubbidienti leghisti di casa nostra si adeguano.

DAL COMITATO TERRITORIALE – < Finalmente il raddoppio in sede della ferrovia e l’eliminazione di 12 passaggi a livello. >
Stiamo parlando della tratta Pistoia – Montecatini dove, grazie alla costruzione dei sottopassi al posto dei passaggi a livello e alla messa in opera del secondo binario a fianco a quello esistente, lunedì hanno inaugurato il nuovo tratto, aumentando il servizio con più fermate giornaliere, favorendo l’uso del treno per i residenti e per i turisti. Questo fa riflettere su come la gestione politica influisca positivamente sulle opere pubbliche al servizio dei cittadini. Perché in Toscana si può fare mentre nel Ponente Ligure la politica insiste con un’opera costosissima, basata su unprogetto fossile, che riduce il numero delle stazioni e allontana dal centro quelle rimanenti, isolando molti comuni?
Per una decisione di 33 anni fà alcuni sindaci, si è bocciato il progetto del raddoppio in sede, già approvato dal ministero, con la valutazione di impatto ambientale. Il progetto attuale non ha ancora ottenuto il via dal ministero, quindi a differenza di quello che ci viene raccontato, non è cantierabile. L’opposizione delle passate amministrazioni di destra, soprattutto di Loano, hanno impedito di
eliminare i passaggi a livello, proposto a suo tempo dalle ferrovie. Questa incredibile decisione a fatto si che, dagli anni novanta ad oggi, città come Loano siano ostaggio dei passaggi a livello a causa di amministratori poco lungimiranti.
Un’opportunità sfumata, che ha incentivato un malessere condivisibile nella cittadinanza, che si traduce nella approvazione di un progetto di spostamento a monte, impregnato di conseguenze
negative per l’ambiente, l’economia del territorio e per la mobilità sostenibile. Che dire, è sotto gli occhi di tutti, il fallimento che, nell’imperiese ha praticamente compromesso il servizio di mobilità per molti comuni.


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