Ci spogliamo della veste di cronista veterano per un commento a caldo sugli ultimi avvenimenti che scuotono il Municipio di Ceriale e hanno riacceso l’interesse dei cittadini, soprattutto oriundi in netta maggioranza.


Sono poche centinaia, invece, chi ha nelle vene sangue cerialese da generazioni.
A parte gli anni della prima infanzia, posso considerarmi tra i testimoni al 100 per cento della storia post bellica cerialese e peagnola. Testimonianza resa più solida dal ruolo di cronista della provincia, di chi, da corrispondente, seguiva i consigli comunali ed una volta in settimana varcava la soglia del Comune, leggeva l’albo pretorio, aveva rapporti con sindaci, assessori, funzionari, intervistava politici locali e cittadini.
Ho avuto la fortuna di essere emigrato dalle Alpi Liguri, al seguito dei nonni e dei genitori pastori transumanti. Avevo 9 mesi ed ho trascorso l’esistenza fino a 19 anni in quella che è ormai ‘terra di foresti’. A Peagna, oggi impreziosita da ristrutturazioni in centro storico, gettonata da un mercato immobiliare fiorente. Sono rimaste tre sole famiglie di agricoltori.
Salvo errori ed omissioni di ‘peagnoli’ o ‘peagnini’, come mi chiamavano il vescovo De Giuli e gli amici di collegio, siamo ancora in vita 25-30 persone in via di estinzione. Poco più di una decina quanti vivono stabili nella frazione, già terra di contadini, di pastori dell’alta Valle Arroscia e dell’Alta Val Tanaro, di qualche garzone e operaio nelle ‘Terre Rosse’ e nelle campagne.
Peagna, per anni, è stata una comunità unita, praticante, orgogliosa dei suoi parroci (don Menini, don Bellocchio e il mitico e benemerito mons. Gerini) e che ha sempre avuto un consigliere comunale di maggioranza, rappresentanti della gloriosa Dc. Tra essi il sindaco Carlin Vacca, una vita da impiegato nel porto di Savona, due volte al giorno, andata e ritorno, Peagna-Ceriale a piedi, poi treno fino a Savona.
Il capoluogo ha subito una poderosa trasformazione socio-economica-urbanistica, impattante, che ha mutato le storiche origini dei cerialesi quando tutti conoscevano tutti e si salutavano.
Se non sbaglio, dai cognomi, sono tre o quattro, su 13, i consiglieri comunali, quelli nati e vissuti a Ceriale. Con questo siamo lontani dal ‘vangelo di Salvini’. ‘Ognuno padrone in casa sua’, ovvero nel proprio paese. L’integrazione dei popoli ha un’origine storica e vantare quale sangue scorre nelle vene non ci ha mai appassionato. Né il sangue blu, né quello ariano. In Germania, i nazisti promossero la falsa nozione che glorificava il popolo tedesco come membro della “razza ariana“, mentre si denigrava ebrei, neri, rom e sinti come “non ariani”.
La storia di Ceriale racconta che la prima rinascita economica, a cui è seguita l’agricoltura (oggi sempre più mosca bianca), poi la strage edilizia dissennata, documenta che sono stati proprio i campeggiatori turisti tedeschi, che adoravano l’arenile dell’attuale pineta, a contribuire al vento del benessere e dello sviluppo commerciale in entro storico, laddove c’erano stalle, cantine, magazzini. Il marco, all’epoca, era tanta manna. A Ceriale i turisti d’Oltralpe si trovavano bene, la cittadina ancora agreste e Peagna erano rimaste a misura d’uomo, la gente viveva a lavorava col sudore, c’erano muli, asini, buoi, mucche, pecore, capre, stalle he ‘profumavano’ di letame. Si praticavano le vecchie tradizioni, messe e vespri della domenica erano affollati. Non c’era ancora il popolo social, ma quei vacanzieri scattavano foto-ricordo a centinaia e l’anno dopo ne facevano omaggio durante la vacanza, diventati abituali frequentatori.
Finita l’era del campeggio in pineta è stata la volta di un numero assai minore di olandesi, una clientela socialmente elevata rispetto agli operai e impiegati delle fabbriche d’auto tedesche. Nacque pure il ‘villaggio degli olandesi’. Poi, uno dopo l’altro, hanno fatto fortuna i campeggi, clienti stranieri soprattutto contrariamente ai nostri tempi. Infine i residence. Da ultimo il boom di affitti nelle seconde case.
A Ceriale, noi che abbiamo almeno la possibilità di parlarci in dialetto, il mondo è cambiato, nulla di inedito e sconvolgente. Semmai si è perso il filo della storia, delle origini, del sano sviluppo che si preoccupa delle future generazioni come accadeva da parte dei nostri antenati. Mi sono battuto invano per anni, con pochi altri, tra cui il presidente dell’Azienda Soggiorno, poi sindaco, cav. Camino socialista, e ancora il prof. Ferrero che è stato consigliere comunale e tifavo per una lista da candidato primo cittadino; il nostro originario obiettivo era di non copiare lo sterminio edilizio messo in atto a Borghetto. Bensì uno sviluppo urbanistico con pochi palazzi nell’area centrale, non proprio a ridosso del centro storico, quindi prevedere tre, quattro zone da Borgo Mediterraneo. Case per residenti, senza ignorare le esigenze sociali, case al mare per turisti. In una ben precisa e delimitata fascia costiera favorire insediamenti alberghieri e di residence, prevedere aree per campeggi. In tre zone (levante, centro, ponente) realizzare ampi parcheggi, anche interrati. Nella stessa visione incentivare e valorizzare l’attività agricola, salvaguardare le aree, creare un mercato da polo d’attrazione dopo Albenga. Agricoltura e turismo, sano sviluppo, in simbiosi. Siamo rimasti in minoranza e come sia finita l’abbiamo ogni giorno davanti ai nostri occhi, persino con un centro storico ridotto a mortorio per 9 mesi all’anno e un buon 60 % di locali destinati al commercio vuoti, chiusi. Ma soprattutto senza alcuna concreta prospettiva.
Quanti siamo ancora ad aver conosciuto di persona, i sindaci Ascoli, Parodi, Camino, Merlo, Delfino, Gianatti, Vacca, Bruzzone, Braggio, Cerruti (in vita e assai critico per le sorti del paese), Revetria (in vita), Fazio, Romano (in vita) e ora Marinella Fasano che con la giunta Fazio aveva le deleghe a Turismo, Cultura, Commercio, Artigianato, Attività produttive, Arredo urbano e verde pubblico.
Oggi primo sindaco rosa nell’album storico di Ceriale, si era dimessa dalla formazione di centro destra a pochi mesi dalle elezioni per poi confluire nella squadra vincente di Luigi Giordano ‘re’ incontrastato delle preferenze nell’urna e che ha azzeccato la candidata futura sindaca.
Per la Fasano, agente immobiliare, non ho mai tifato e non mi dilungo, non approfondisco. Ora che ha le redini del Comune può dimostrare le sue doti, rimediando alla mediocrità del passato. Oggi il suo ‘pugno duro’, il piglio riflessivo del ‘in ultimo decido io’ mi ha convinto che grinta e coraggio non le mancano. Una virtù nascosta, nata dall’esperienza, utile quando si amministra la cosa pubblica. Non si è vittima di velati ricatti o si deve ricorrere a compromessi al ribasso per accontentare tutti. Persino dimissionando il potente e popolare suo vice, da capogruppo consiliare, pare abbia dimostrato di non temere di essere esautorata ed andare alle elezioni.
Non conosco, lo ammetto, come il focolaio nelle file della stessa maggioranza abbia finito per auto alimentarsi, estendersi fino alla defezione-ribellione più o meno aperta di tre componenti della sua squadra. E’ importante, tuttavia, che non si litighi nell’ambito di oscuri meandri di interessi personali e trasversali (vedi Puc) o varianti urbanistiche ad personam. Tutto sommato siamo a dispute da briciole. Lo dico dopo averne viste di cotte e di crude in molti comuni della Provincia e non solo, lo dico perch? da cronista di giudiziaria ho seguito centinaia di indagini, inchieste, processi testimonianze, intercettazioni, confessioni, condanne, assoluzioni.
Ma come ha vinto le elezioni il tandem trainante Fasano-Giordano? Certamente favorito dalla spaccatura, divisioni, personalismi, errori di valutazione della destra, per la seconda volta. La prova del nove? Se le due liste che candidavano Mazzone e Nervo (il più scafato quanto a presenza in consiglio ed esperienza) si fossero presentate unite avevano la vittoria in tasca: 1.166 voti per Fasano e C. , 1.630 per Mazzone e Nervo.
Qual è il tallone di Achille del sindaco rosa? Lo dicono i numeri e i risultati raggiunti. Giordano dalla sua elezione (maggio 2023) è stato presente con dichiarazioni sui media, con comparse video sulla sua pagina Facebook, uno in più uno in meno, 1476 volte da record cerialese e non solo. La sua foto comparsa 145 volte. Un dinamismo da libero battitore? Un eccesso di edonismo presenzialista, di personalizzazione, da ‘sono il migliore e i risultati sono alla luce del sole, mi danno ragione’.
Se i cronisti locali consumassero le suola delle scarpe, anziché stare seduti alle scrivania, telefonare, utilizzare i comunicati, si sarebbero resi conto che lo ‘slancio di Giordano‘ è un misto di esaltazione e realtà, concretezza. Abbiamo in archivio decine di immagini del territorio di Ceriale negli ultimi due, tre anni. E se il centro ‘brilla’ o quasi (con qualche eccezione), la periferia ed oltre sono abbandonati. Ci si renderebbe conto che i cerialesi purosangue non stravedono per il vice sindaco, non concordano sul ‘tutto va bene, viviamo in una città meravigliosa, io tiro il carro più di tutti gli altri della giunta e del consiglio messi insieme e mi va dato atto, altrimenti sono destinato a sgomitare’.
Ceriale plaude alla nuova passeggiata a mare di ponente. Non era forse una priorità quella di levante, per unire l’ottimo lavoro della pedonale di Borghetto, la zona più frequentata ed apprezzata del lungomare. Non era forse una priorità valorizzare, come Dio comanda, la ineguagliabile strada panoramica rendendola un fiore all’occhiello unico in Riviera, copiando la Grande Corniche della Costa Azzurra?
Giordano, a luglio 2024, annunciava opere pubbliche per 6 milioni e mezzo. “La nuova passeggiata a mare di ponente, il tratto di litorale tra l’edificio Risacca e il confine con Borghetto Santo Spirito, la copertura del campo da bocce, la riqualificazione di lungomare Diaz, il rifacimento del campo sportivo in sintetico (campo a 7), la messa in sicurezza alla foce del rio Carendetta a protezione dei canali della piana”. Precisando “queste saranno opere pubbliche dal prossimo autunno”.
Ceriale che ha dimenticato e guarda con sbadataggine il declino, la morte, di quella che è stata per decenni la prima fonte economica, l’agricoltura. E’ vero che non si fanno miracoli, ma per quel che si legge al capezzale del moribondo non si riserva neppure una azione propositiva, concreta. C’è palese disattenzione. Lo confermano i risultati, persino gli interventi in consiglio comunale e sui media. Zero mozioni, zero interrogazioni che si riversano invece per aver eliminato 30-40 posti auto sul lungomare. Agricoltura e floricoltura verso una Caporetto, grazie alla ‘buona compagnia’ con le due principali associazioni di categoria che non accettano neppure l’autocritica, l’assenza di una visione futura, per vendere illusioni, riversare su altri le responsabilità del loro fallimento.
Trucioli.it ha scritto e ancora scritto del ‘dramma aree agricole’, ogni mese, basta camminare sulla litoranea a mare, lungo l’Aurelia, nella zona più a monte, per rendersi conto che abbiamo già oltre 200 appezzamenti (non fazzoletti) dove crescono le erbacce. E speriamo che il nuovo Puc sempre in attesa nonostante le dichiarazione dell’ex sindaco Romano (‘Per me tra qualche mese può andare in consiglio per l’approvazione entro fine del mio mandato’) non favorisca insediamenti edilizi su terreni incolti a prezzi speculativi.
L’ex sindaco della destra liberale Giovanni Cerruti, nero su bianco, ha contestato progetti ed esecuzione di diverse opere pubbliche.

Con la ripresa di settembre pubblicheremo immagini di tratti di litorale di ‘nessuno’ e molto altro non certo da cartolina promozionale. E non parliamo della continua cessazione di attività proprio nel centro storico, persino pizzerie e ristoranti. A Ceriale e a Borghetto, piccolo esempio, non c’è più un negozio di calzature, per fortuna resta la ricchezza del centro commerciale di ponente, dinamico e posti di lavoro. La presenza di un grosso operatore cinese.
Resta la pessima immagine di quello che un tempo era il ‘salotto vivo’ nel cuore della città. Resta sanguinante l’assenza di investimenti negli alberghi, in pratica sono rimaste due strutture con poche camere e il lavoro è minimo. Perché gli investitori stanno alla larga? Palazzi e palazzine si, benvenuta ‘legge sulla casa’ che consente incrementi di volume fino al 35%, benvenuto il ministro Salvini che ha ridotto le altezze delle mansarde rendendole abitabili e dunque ingrossando il fiorente mercato immobiliare (vedi anche a Ceriale il boom di agenzie immobiliari).

Insomma Ceriale si è avviata al lento declino (e non è la sola in Riviera), per la qualità del turismo e le stagionalità di lavoro, il fortissimo partito del cemento che si nasconde qua e là.
Le manifestazioni sono utili, ma ad eccezione del Festival di Sanremo, non sono propedeutiche al rilancio complessivo dell’economia, al suo traino, semmai sono un piccolo compendio. Il fervore delle opere pubbliche migliora l’immagine, ma non bisogna illudere che rappresenti un trampolino di rilancio.
Ultime due annotazioni. Condivido e plaudo la decisione e la determinazione del sindaco e di chi l’ha sostenuta per sottrarre l’unica pineta, fiore all’occhiello della città, agli ‘spettacoli viaggianti‘ che possono godere dell’ombreggiatura estiva a discapito di anziani e famiglie, di quanti cercano l’ombra, la frescura e il filtro dell’aria della piante. Infine l’urgenza e la priorità di parcheggi pubblici proprio nella zona di levante. C’è chi spera nelle aree della stazione liberate dai binari trasferiti a monte con l’unanime consenso del consiglio comunale. Senza ignorare che nella stagione estiva utilizzano il treno e raggiungono Ceriale, a centinaia, per le sue spiagge libere che sono il 28%, il 6% attrezzate, il 65,61 in concessione ai privati.
Occorrono investimenti massicci, coraggiosi (pubblici e privati), che certamente potrebbero avere anche un ritorno economico come i park interrati. Aspettare altri 10 anni i nuovo parcheggi in stazione non è la scelta ottimale di fronte all’emergenza. E di vera emergenza si tratta. Tralasciamo la soluzione da calende greche della ex Colonia Veronese, dell’edificio centrale ex scuole, di palazzo Pesce e del Palazzo Risacca.
Luciano Corrado
UNO DEI TANTI POST del vice sindaco Giordano del 29 marzo 2025: “È davvero bello ricevere complimenti sinceri come questo: ieri sera ho incontrato due miei conoscenti cerialesi che in un momento della nostra conversazione si sono rivolte a me dicendomi che se potessero votare 10 volte, per 10 volte voterebbero sempre me. Parole del genere non solo riflettono il rispetto e l’ammirazione che le persone nutrono per me, ma dimostrano anche l’impatto positivo nei miei confronti: Condividere questo momento non è affatto “darsi delle arie,” ma piuttosto riconoscere l’importanza dell’apprezzamento nella costruzione della fiducia in se stessi. E così dovrebbe essere anche nella vita. Mai farsi abbattere l’autostima. Questo vale per tutti, a maggior ragione per chi mi legge!! Andare avanti a cuore aperto!!!”
Per il signor ‘veramente’ (avverbio che ripete ogni 5-10 parole) una bella pagella.
2/LA BELLA NOTIZIA. Gaia Scrivanti si è laureata.

Oltre un centinaio di commenti, di complimenti, di auguri, tra essi il dott. Gianluigi Granero da marzo 2023 Direttore di Legacoop Nazionale. Altro personaggio Gianluca Peluffo (Albissola Marina) architetto. Founder Peluffo&Partners Architects. Benemerito alla Cultura. Professore Associato in Architettura.
Un giorno di grande gioia e commozione per il geometra borgese
esponsabile Area Edilizia Urbanistica Demanio e Ambiente – Commercio e SUAP Comune di Ceriale. La figlia Gaia ha raggiunto un tappa importante nella vita tra soddisfazioni, sacrifici, rinunce, la laurea. Un grande regalo per l’orgoglioso papà.