Navigando sul pianeta Google- internet troviamo un solo consiglio comunale. Titola IVG.it: Ordine del giorno su Gaza in consiglio a Savona. Ma dall’Associazione Italia Israele: “Dalla maggioranza mera propaganda ideologica” e plauso alla minoranza di destra: “Scelta coraggiosa e condivisibile”.
ULTIMA ORA – Il Consiglio comunale di Albenga, con l’astensione della destra consiliare, ha approvato un ordine del giorno su Gaza (vedi a fondo pagina).
“Imperia tace su Gaza, un’occasione persa, una resa morale”. Nella seduta del 29 luglio, il Consiglio Comunale di Imperia, sindaco l’ex democristiano di ferro e tavianeo Claudio Scajola, cattolico fervente, con tanto di comunione, ha respinto la mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina
In provincia di Imperia, sempre sui social, si legge che il consigliere di minoranza del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), Lucio Sardi, ha presentato, il 4 giugno 2025, una mozione per il riconoscimento della Palestina come Stato democratico e sovrano. Il gruppo imperiese dell’Aifo – Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau – tramite la referente Susanna Bernoldi si schiera con Sardi.
Intervento di Roberto Saluzzo Coordinatore di Imperia di Tutti Laura Amoretti Consigliera Comunale Imperia di Tutti
La seduta di ieri sera, martedì 29 luglio, ha segnato una delle pagine più deludenti per il Consiglio Comunale di Imperia. La mancata approvazione della mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina rappresenta non solo un’occasione persa, ma una vera e propria resa morale di fronte a una tragedia umanitaria di proporzioni drammatiche. Il Consiglio, e con esso l’Amministrazione e la Città, hanno scelto il silenzio proprio mentre la storia chiede chiarezza, responsabilità e coraggio. Davanti a una strage in corso nella Striscia di Gaza, dove civili – soprattutto bambini – vengono massacrati mentre cercano acqua e cibo, è impossibile restare neutrali. La neutralità, oggi, è complicità. Nessuno nega l’orrore del 7 ottobre, ma usarlo come giustificazione per la sistematica distruzione di Gaza e l’assedio di un intero popolo è inaccettabile.
La politica feroce e criminale del governo Netanyahu va denunciata con fermezza. Il riconoscimento dello Stato di Palestina è il primo, necessario passo verso una soluzione politica giusta e duratura. Molte città italiane hanno già preso posizione – Genova proprio ieri – insieme a decine di ex ambasciatori della Repubblica, università prestigiose come quella di Padova e autorevoli voci religiose. Tra queste, spiccano le recenti dichiarazioni del Segretario di Stato Vaticano, cardinale Parolin, che ha risposto alle parole della Presidente del Consiglio secondo cui il riconoscimento sarebbe “prematuro”: “Perché prematuro riconoscerlo? Per il Vaticano è la soluzione.”

“….90 mila bambini si trovano nella fase più acuta definita ‘fame catastrofica’. Si tratta di una pressoché certa condanna a morte, o comunque ad una vita con traumi fisici e psicologici cronici. …Ha scritto su questo giornale lo psico-oncologo Damiano Rizzi: ‘Quando un bambino muore per mancanza di cure e cibo, non è una fatalità. E’ un crimine. E’ un’infanticidio’. Non è più possibile nascondersi e fingere che esistano due verità. Non si può equiparare chi sulla Striscia di Gaza sta affamando alla morte un popolo intero e nel frattempo parla del progetto di lusso denominato ‘Riviera di Gaza’, con chi invece lotta per la sopravvivenza. Siamo giunti a un punto che essere neutrali non è più ammissibile”.
L’UNICEF (Fondo di volontari delle Nazioni Unite per l’infanzia nel mondo)- ….”E’ disperata situazione di 1 milione di bambini di Gaza. Bambini sono stati uccisi, traumatizzati e presi in ostaggio. Bambini sono rimasti orfani e feriti. I bambini sono affamati e non hanno acqua potabile. I bambini non vanno a scuola e la sicurezza delle loro case è un ricordo lontano. Negli ultimi 21 mesi di guerra a Gaza, secondo le notizie, sono stati uccisi più di 17.000 bambini e 33.000 sono stati feriti. Ogni giorno sono stati uccisi in media 28 bambini, l’equivalente di un’intera classe. Considerate questo dato per un momento. Un’intera classe di bambini uccisi, ogni giorno, per quasi due anni….
NOTA DI TRUCIOLI.IT – Desta più di un interrogativo quando si leggono i quotidiani on line del ponente ligure (territorio di cui ci occupiamo) oppure i quotidiani della carta stampa. Resterà deluso- oppure confortato a seconda delle proprie opinioni – chi cerca una presa di posizione di politici eletti nelle istituzioni, di segreterie politiche, di amministratori pubblici, sindaci, assessori, consiglieri comunali, associazioni di categoria, a proposito dell’immane tragedia di Gaza, delle violenze dei coloni ebrei estremisti religiosi e delle sempre più estese terre sottratte ai cittadini della Cisgiordania.
Altro grave scenario di guerra non dichiarata. Per le comunità israeliane ortodosse costruire in Cisgiordania è diventato «sostanzialmente identico» a costruire all’interno di Israele. Sono stati avanzati o approvati 11.300 piani per la costruzione di unità abitative per israeliani nell’area C. Invece 156 comunità palestinesi beduine o di pastori sono state vittime di uno sgombero totale o parziale. Esistono 141 insediamenti legali dei coloni, cioè ufficialmente istituiti dal governo israeliano, in Cisgiordania. Altri 224 insediamenti presenti sul territorio sono illegali, e vengono anche definiti avamposti. Le istituzioni israeliane chiudono volentieri un occhio sull’illegalità (violenze, distruzioni, incendi, moti e feriti) degli avamposti, ed anzi, hanno avviato la legalizzazione di molti di essi a partire dallo scorso anno. Con la legalizzazione arriva anche la possibilità di espandersi, diventando veri e propri centri abitati con le proprie infrastrutture. In totale sono circa 700 mila i coloni israeliani che vivono in insediamenti illegali in terra palestinese
Mentre sconvolge, nella striscizia di Gaza, la strage ‘degli innocenti’, 50 mila bambini, anziani, ammalati, medici, giornalisti, operatori umanitari. Lascia interdetti che per la prima volta nella storia moderna sia vietato ai reporter di entrare per il loro lavoro, per testimoniare, nelle zone di guerra e di morte. Poco importa distinguere tra genocidio, eccidio. Siamo di fronte ad una barbarie che non ha precedenti. Non è il caso di riproporre i forni a gas in cui morirono nell’Olocausto sei milioni di ebrei tra il 1941 – ’45. C’è già la condanna della storia e a non riconoscerla sono, ieri come oggi, i nazisti che stanno conquistato voti e potere in Europa. Le alleanze che fanno comodo, come sgabello, all’estrema destra, agli estremisti, ai Netanyau e ai suoi alleati ortodossi nel governo del paese. Nei Paesi Bassi, il Partito per la Libertà (PVV) di Geert Wilders. In Italia, la Lega per Salvini Premier ha storicamente espresso posizioni nazionaliste e populiste, pur non essendo sempre considerata esplicitamente “estremista“. In Polonia, il Movimento Nazionale (RN) partito di destra radicale. C’è il secondo partito più votato in Germania dai ceti popolari, operai, agricoltori: l’estrema destra di Alternative für Deutschland (AfD). Molti suoi attivisti, sui social, invitano i connazionali ad andare in vacanza al mare e in montagna, in Italia, dove i sindaci sono dei ‘camerati’.
Fidesz di Viktor Orbán, primo ministro dell’Ungheria dal 2010 che, con le proprie politiche illiberali, ha allarmato l’UE. Nel 2022, la maggioranza dei cittadini ungheresi (57%) ha approvato “fortemente” l’operato di Orbán.
L’austriaco Freiheitliche Partei Österreichs (FPÖ), o Partito della Libertà austriaco, è al momento primo nei sondaggi, quasi al 30%. E si potrebbe continuare. In Italia non mancano infine nostalgici, i camerati del saluto romano.
E buon ultimo, nessun sincero democratico può aver taciuto il barbaro attacco di terroristi di Hamas (molti suoi membri, come primo partito eletto, non sono tuttavia stragisti), armati dall’Iran e non solo, hanno trucidato cittadini ebrei innocenti e tra essi dei pacifisti e rapito uomini, donne, giovani, militari. Non può neppure sfuggire che in Israel si muovono accuse al primo ministro per aver finanziato e mantenuto contatti attraverso servizi segreti e spie con gruppi terroristici di Hamas per ‘tenerli buoni’ anche con finanziamenti trasversali.
2/“Questo mondo può cambiare con piccoli gesti”: Albenga approva la delibera per Gaza.Nonostante gli appelli all’umanità la minoranza sceglie di non votare la delibera
COMUNICATO STAMPA -Albenga si schiera contro la tragedia della guerra a Gaza. La minoranza si astiene nonostante gli appelli all’umanità e al voto unanime della delibera portata in consiglio comunale. Durante il Consiglio Comunale di ieri sera, giovedì 31 luglio, infatti, è stata portata in discussione e approvata una delibera di vicinanza alla popolazione vittima della guerra a Gaza.Un momento carico di emozione e responsabilità, aperto dall’intervento del consigliere Raiko Radiuk, promotore della proposta, che ha dichiarato: “Stiamo parlando di uomini, donne e bambini. Un vero e proprio genocidio di fronte al quale non possiamo chiudere gli occhi. Questa delibera certamente non cambierà la situazione, ma è fondamentale manifestare il nostro NO alla guerra e alla sopraffazione. Anche noi, durante la Seconda Guerra Mondiale, abbiamo vissuto tragedie simili. Proprio per questo, Albenga oggi sceglie di non rimanere in silenzio di fronte a quello che sta accadendo.”
Durante la discussione, la maggioranza consiliare ha rivolto un appello unanime al senso di umanità e alla responsabilità collettiva, auspicando un voto condiviso su un tema che travalica le appartenenze politiche.
Il consigliere Giorgio Cangiano, nel suo intervento, ha sottolineato: “Di fronte alla tragedia bisogna fare qualcosa. Questo è il minimo. Leggo sui social che dovremmo occuparci di altro, ma è fondamentale esprimerci chiaramente. Anche Hitler fu eletto, e anche Netanyahu lo è stato: ciò non può giustificare l’inerzia. La politica è anche sentimento. Abbiamo già preso posizione per l’Ucraina; non farlo ora per Gaza è inaccettabile. Non prendere posizione su una tragedia simile è grave. Se questa delibera non venisse votata all’unanimità, io personalmente me ne vergognerei.”
Parole forti anche dall’assessore Marta Gaia, che ha ricordato: “La volontà espressa nella delibera si chiama umanità. Gaza è poco più piccola della provincia di Savona: lì non c’è una guerra, ma uno sterminio. Sparano a chi cerca gli aiuti umanitari. I bambini bevono dalle pozzanghere. Le donne devono scegliere a quale figlio dare l’unico pezzo di pane. Non possiamo far finta di niente, non come politici, ma come esseri umani.”
Il Sindaco Riccardo Tomatis ha chiuso con parole nette: “Sono orgoglioso della mia maggioranza. Non siamo qui per decidere chi ha ragione, ma per non abbassare lo sguardo di fronte a una tragedia. Chi chiede di ‘occuparci di altro’ banalizza il senso della politica. Gli interventi del consigliere Raiko Radiuk e dell’assessore Marta Gaia sono stati toccanti. Non si chiedono emendamenti su argomenti come questo: si vota e basta. Dimostriamo che non accettiamo che i bambini siano bersaglio di mitragliatrici. Chi oggi cerca modifiche al testo, forse lo fa per la vergogna di aver espresso la volontà di non votare e vuole una scusa per poter rimediare. Se è così andate oltre. Votate insieme a noi questa delibera e fate vedere che tutti noi siamo contro la guerra.”
Nonostante il forte appello a un voto unanime, la minoranza ha espresso fin dall’inizio la volontà di non votare la delibera, proponendo modifiche testuali minime come condizione per il sostegno, scelta giudicata strumentale da molti consiglieri della maggioranza e dal pubblico presente in sala.
A conclusione del dibattito, il consigliere Raiko Radiuk ha aggiunto: “Si vogliono cambiare sei parole in un testo di quattro pagine solo per trovare un alibi. Lascio alla coscienza di ciascuno questa valutazione. Il mondo può cambiare anche con piccoli gesti. Questa delibera, costruita anche sulla base di quelle già approvate in altri Comuni, chiede solo una cosa: pace a Gaza”.
Nonostante le accorate parole espresse in consiglio comunale la delibera è stata votata dalla sola maggioranza consiliare. La minoranza sul punto si è astenuta.