Sabato 2 e domenica 3 agosto, ore 21.30. In prima nazionale i Promessi Sposi da Alessandro Manzoni. Con Giuseppe Pambieri, Micol Pambieri, Paolo Triestino, Ruben Rigillo. Regia di Giuseppe Argirò e con Elisabetta Arosio, Roberto Baldassari, Vinicio Argirò, Gaia De Giorgi.
COMUNICATO STAMPA – “Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno”. In un giorno di novembre, l’acqua del lago, incastonato tra i monti, e la dolcezza dei declivi bene si accordano con la magnifica mestizia dei tramonti lombardi. La poeticità del paesaggio è intrinseca alla scrittura.
La difficoltà nel trasporre teatralmente i Promessi Sposi non consiste nel passaggio dalla narrativa al teatro, peraltro aiutato dalla scrittura dell’autore, così densa di colore da apparire naturalmente scenica, bensì nel mantenere intatta la vita poetica che pervade ogni pagina del romanzo.
Lo spettacolo cerca di ridurre questa distanza, trasformando la struttura diegetica in dettato epico, grazie alla presenza di un attore, memore della tradizione del grande teatro italiano: Giuseppe Pambieri, che riveste i panni proprio dello scrittore, Alessandro Manzoni. Nelle vesti del romanziere egli organizza la messa in scena del testo, regalando una vita teatrale alle parole del capolavoro manzoniano. La verosimiglianza tra autore e interprete arriverà alla perfetta coincidenza al momento della conversione dell’Innominato, personaggio che risulta essere l’elemento centrale di questa perfetta architettura narrativa.
A fare da contraltare a questo momento di sublime riflessione sui destini degli uomini sarà l’altro aspetto della religione, rappresentato dal mite e opportunista don Abbondio, un uomo non atto a vivere, se non rifugiandosi dietro l’abito talare. A incarnare questo personaggio, che rappresenta tutte le contraddizioni di una religione volta al parossismo, sarà Paolo Triestino. Micol Pambieri rivelerà un ulteriore risvolto del conflitto spirituale, squisitamente femminile, raccontando la costrizione alla vocazione di una donna che non ha altra scelta in una società dominata dagli uomini. A vestire i panni di Don Rodrigo che rappresenta l’arroganza del potere sarà Ruben Rigillo. Oltre ai giovani Renzo e Lucia completano il cast altri quattro attori.
Nell’anno giubilare la trasposizione del nostro romanzo epico nazionale rende manifesta l’essenza più profonda di una spiritualità che valica i confini della religione e trova la sua necessità nell’anelito che ogni essere umano ha nei confronti del trascendente. L’amore contrastato di Renzo e Lucia, la saggezza popolare di Agnese, la figura grottesca di Don Abbondio, l’arroganza aristocratica di Don Rodrigo, la capacità di spendersi per gli umili di fra Cristoforo, la complessità tenebrosa della monaca di Monza, la struggente figura di Cecilia che rappresenta l’impotenza degli uomini di fronte alla morte: tutto si iscrive in una progettualità ineluttabile, frutto di un disegno misterioso, eppure riconducibile all’imperfetta commedia umana.
2/Mercoledì 6 e giovedì 7 agosto – ore 21.30 – prima nazionale
IL RAGGIO BIANCO di Sergio Pierattini con Milvia Marigliano, Linda Gennari e Raffaele Barca regia di Arturo Cirillo, costumi Gianluca Falaschi, scene Dario Gessati, produzione Teatro Nazionale di Genova
Commedia nera che si tinge di giallo. Una casa misera di questi anni, a Milano: una madre, una figlia e un ragazzo che bussa alla porta di notte. «Due, o tre, umanissime belve – chiosa l’autore – perché sono umanissimi i personaggi» Commedia nera che si tinge di giallo: “Milano, una brutta sera d’inverno… una figura femminile è seduta nella penombra del salotto. Si sente il rumore di una pioggia intensa… La donna, Anna, siede su una poltrona assopita. Poco dopo si sente la porta dell’appartamento che si apre. D’istinto, la donna apre gli occhi, si volta e si accorge improvvisamente dell’altra…”. Il testo di Sergio Pierattini, vincitore del Premio Flaiano 2006, scava nella psicologia delle due donne con toni claustrofobici. Malaffare, ricordi, affetti: un gioco di relazioni familiari che si rivelano decisamente originali, fino a una conclusione inattesa. Affidato alle attrici Milvia Marigliano, Linda Gennari e al giovane attore Raffaele Barca (diplomato alla Scuola de TNG “Mariangela Melato”), il lavoro si avvale della regia di Arturo Cirillo che scrive: «Una madre e una figlia: lei, la figlia, è sporca di sangue, bagnata di pioggia. Il modo di parlare è del Nord. Si provocano, si beccano, fanno ridere, a volte anche un po’ paura. A modo loro sono una coppia teatrale… poi arriva un ragazzo, chi è?»