Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Verezzi, in scena Sandrelli e Leo Gassamann. 2/ Noli Musica Festival, concerto gitano di Ajde Zora con centinaia di esibizioni in Europa


Borgio Verezzi. In scena Amanda Sandrelli con “La bisbetica domata” (26 e 27 luglio) e il debutto teatrale di Leo Gassmann, accanto alla madre Sabrina Knaflitz in “Ubi Maior” di Franco Bertini (29 e 30 luglio). 2/A Noli la sera del 25 luglio, ore 21, l’ensemble Ajde Zora ci faranno immergere nei suoni e nei ritmi della musica gitana legata alle tradizioni dei paesi dei Balcani. Ingresso libero.

La cantante serba Milica Polignano guida questo ensemble che da molti anni si dedica allo studio della tradizione musicale gitana dei paesi dell’est Europa. Il concerto sarà un omaggio a questo      meraviglioso repertorio dove le sue antiche origini ben si plasmano con la profonda sensibilità dei musicisti per dare vita ad uno spettacolo molto coinvolgente e ricco di energia, ritmo, colori e passione!

La formazione ha tenuto centinai di concerti in Italia ed Europa. Ricordiamo la loro partecipazione al “Pannonica Festival” in Polonia.

Milica Polignano · vocals.
Giulio Gavardi · guitar, saz, alto sax.
Micol Tosatti · violin.
Giorgio Marinaro · bass.
Francesco Prearo · drums and percussion.
Francesco Mattarello · accordion


2/59° Festival Teatrale di Borgio Verezzi- Da Shakespeare al teatro contemporaneo, continuano le premiere nazionali del Festival diretto da Maximilian Nisi. In scena Amanda Sandrelli con “La bisbetica domata” (26 e 27 luglio) e il debutto teatrale di Leo Gassmann, accanto alla madre Sabrina Knaflitz in “Ubi Maior” di Franco Bertini (29 e 30 luglio)

Sabato 26 e domenica 27 luglio – ore 21.30 – piazza Sant’Agostino

LA BISBETICA DOMATA- di William Shakespeare / traduzione e adattamento di Francesco Niccolini, con Amanda Sandrelli e Pietro Bontempo, regia di Roberto Aldorasi, e con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Adriano Giraldi, Riccardo Naldini, Lucia Socci. Scene e costumi di Francesco Esposito, luci di Samuele Battistoni, musiche a cura di Elena Nico. Produzione La Contrada Teatro Stabile di Trieste.

Caterina della Bisbetica domata è un personaggio ambiguo e questo lo rende affascinante: è antipatica, intransigente, pure sboccata e integralista, qualcuno dice pazza. Ma libera. Adolescenziale e romantica, altro che bisbetica: sogna un mondo in cui ci si sposa per amore. Ma nella Padova della Bisbetica tutti i protagonisti sono ambigui e macchiati da colpe. In una società profondamente maschilista come poteva essere quella inglese di fine Cinquecento, una Caterina addomesticata era un bel personaggio comico, la Bisbetica una edificante commedia a lieto fine: la commedia della “selvaggia addomesticata”. Solo che oggi tutto questo non è edificante e non è a lieto fine. Caterina vorrebbe riscrivere le regole, dire di no a madre e sposo canaglia. L’umiliazione è totale, la violenza che subisce disgustosa e pianificata fin dalla prima battuta di Petruccio: lui punta solo a dominare la bella e ricca Caterina e sa come fare a piegarla, con le buone o con le cattive. Da un lato della scena si ride, ci si traveste, ci si manda baci e dichiarazioni d’amore, dall’altro si esercita la violenza a livelli da incubo. Ma il peggio accade quando la porta si chiude e noi non vediamo né sentiamo più. Là dietro non arriva nessun principe azzurro che ti salva. Caterina piega la testa, ridotta peggio di un cagnolino: di Caterina, quella ragazza tutto pepe e rivolta, che sognava di innamorarsi, non c’è più traccia. Obbligata all’umiliazione totale, tutti le voltano le spalle: cosa la attende tra le mura di casa è un problema tutto suo. Noi qui, dall’altro lato della scena, possiamo soltanto fingere di essere felici.

Martedì 29 e mercoledì 30 luglio- ore 21.30 – piazza Sant’Agostino

UBI MAIOR- di Franco Bertini, con Leo Gassmann e Sabrina Knaflitz e con Barbara Begala e Matteo Taranto. Regia di Enrico Maria Lamanna. Scene Fabiana De Marco, costumi Teresa Acone, disegno Luci Pietro Sperduti, musiche originali di Adriano Pennino. Produzione I due della città del sole.

Tito ha vent’anni ed è molto più di un campione di scherma: è un giovane brillante, carismatico e determinato, che ha conquistato il gradino più alto del podio olimpico con sacrificio e dedizione. Il successo lo ha reso celebre, gli sponsor lo corteggiano, ma lui non si lascia sedurre né dal denaro né dalle lusinghe del mondo mediatico dell’intrattenimento. La sua vita è scandita da allenamenti, competizioni e continui spostamenti, tanto da non aver mai sentito davvero il bisogno di una casa tutta sua. Quando finalmente decide di farlo, resta comunque vicino alla famiglia. Ma un giorno, un messaggio inaspettato di suo padre lo richiama bruscamente a casa. C’è un problema. Un guaio serio, pericoloso, che nessuna vittoria sportiva può risolvere. Il problema più insidioso è costituito da una leggerezza commessa da Lorena, sua madre, per cui ora si ritrova ad avere a che fare con un personaggio poco raccomandabile. Tito si trova davanti alla sfida più difficile della sua vita, ma questa volta non c’è una pedana su cui combattere, né un regolamento a stabilire le regole del gioco. I suoi genitori, da sempre punti di riferimento, si rivelano sotto una luce inedita e lui stesso scopre un lato di sé che non aveva mai immaginato. Per proteggere la sua famiglia, Tito dovrà fare una scelta: restare fedele ai suoi principi morali o infrangere le sue stesse regole. In questa partita, non conta la forza, la tecnica o la disciplina… conta solo quanto si è disposti a sacrificare. Ubi maior… minor cessat.

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