Ha affidato la ‘pagella alla sua pagina facebook’ del 7 giugno 2025. E’ un personaggio con la P maiuscola.

Si legge nel sito della Fondazione De Mari- “
Ferdinando Molteni insegnante, musicista, compositore, giornalista, ex assessore al Cultura del Comune di Savona. Nella Fondazione (ex Carisa) è stato presidente di Commissione, Arte, attività e beni culturali. Collabora con istituzioni culturali italiane e internazionali, collabora con numerose testate giornalistiche nazionali in qualità di giornalista ed esperto di musica, arte e cutlura. Autore di decine di pubblicazioni (monografie, curatele) riferite alla musicologia, alla storia della musica, alla storia locale.Consigliere di Indirizzo. Presidente della Commissione, Arte, attività e beni culturali. Nato (1962) a Finale Ligure, risiede a Savona, laureato in Lettere Mordene (110L)”.
Aggiungiamo che è stato portavoce dell’amministrazione del sindaco Federico Berruti (Pd), “oltre a svolgere un ruolo di collante tra Comune e comunicazione esterna della città”.
IL TESTO – Amo la mia città, Savona, ma ogni giorno è un pugno nello stomaco. Quando sono arrivato per vivere qui – felice e fiero di stare in un posto bellissimo – il sabato pomeriggio, in via Paleocapa, il cuore della città, era d’obbligo fare una passeggiata, guardare le vetrine, fare qualche acquisto, prendere un caffè. Era bello. Oggi ho percorso via Paleocapa in scooter, in un normale sabato di giugno. Sotto i portici poca gente. Direi pochissima. Due tristi banchi di mercatino dell’antiquariato mensile: una volta era ricco e frequentatissimo. Percorrendola, sulla destra, noto un tizio che evidentemente si sta sistemando i pantaloni. Ha appena orinato su uno dei vasi di chinotto che dovrebbero rivalutare la strada.

Parcheggio lo scooter davanti al dehors di
“Barolo Chinato”. Di fronte a me, saranno le 17 e 30, un mastello della differenziata (organico) traboccante. Dietro, una pila di riviste, palesemente consunte dal tempo e dalla pioggia. A sinistra un ammasso di cartoni da pizza, alcuni grandi altri piccoli. Ancora più a sinistra un mastello semiaperto ma, all’apparenza, vuoto.
Metto in moto. Proseguo. Su una delle rarissime panchine della città un noto clochard – uno di quelli aggressivi, conosciuti da tutti, che defeca normalmente tra via Mistrangelo e via Paleocapa – sta per mettersi a letto. Alle 17 e 30. Ha steso una coperta e lui è lì che guarda me sorridendo, beffardo, quasi uno sguardo di sfida. Poco oltre cartacce dappertutto e, ancora, una borsa piena di rifiuti. Non un mastello, ma una borsa di plastica. Abbandonata appoggiata ad una colonna.
In un normale pomeriggio, la via un tempo più elegante della città, è ridotta ad un immondezzaio. E pochi hanno voglia di percorrerla. Mi guardo intorno. Cerco un vigile, una vigilessa. Quelli solerti che qualche volta mi regalano una multa. E che io puntualmente pago. Non ne trovo, ovviamente.
Ho fatto l’assessore in Comune e non sono uso criticare gli amministratori. Almeno non in pubblico. Non ho fatto foto, perché non amo le foto di disperati pubblicate on line. Tuttavia soffro, ogni giorno, per il declino sociale della mia amata città.
Voglio bene al sindaco Marco Russo, a Nicoletta Negro, a Elisa Di Padova, a Gabriella Branca, a Nello Parodi, tutte persone che rispetto e che conosco come capaci e appassionate. Ho grande rispetto per il lavoro delle donne e degli uomini della polizia locale diretti da Igor Aloi, dei carabinieri e della polizia di stato.
Tuttavia, quello del cosiddetto “decoro urbano“, credo sia diventato – più ancora di quello della percezione della sicurezza – il vero problema.
E non è solo un problema di bella o brutta figura che fa la città (oggi gli unici che si avventuravano erano i croceristi francesi, spagnoli e italiani) ma è soprattutto un problema etico e di equità per tutti i cittadini.
Pena la fine di una città gloriosa che ha avuto l’ardire – che ho condiviso – di candidarsi a Capitale italiana della cultura.
COMMENTI SOCIAL/ Cristina Ottonello Dacquino- Hai ragione, come sai qui ci torniamo ogni anno, sempre piu’ triste.. ma la colpa e’ solo della gente, fumano e buttano a terra i mozziconi, un’elegante signora che getta un pezzo di carta in un’aiuola in corso Italia. Colonne dei portici con il fondo lurido.. Mi hai riportata ai tempi delle vasche, su e giù’ sotto i portici, noi giovani, bei negozi, ecc ecc .
Bruno Gorgone- Non credo si possa dare la colpa ai singoli cittadini “maleducati” che per fortuna anche a Savona sono una esigua minoranza. Penso che il problema del degrado urbano vada gestito in maniera sistematica da chi ne ha le competenze.
Gino Rapa ( professore in pensione di latino e greco, scrittore di Albenga e presidente dell’associazione dei Fieui de Caruggi)- Triste constatazione valida purtroppo per buona parte delle città italiane. Degrado chiama degrado e le prospettive senza interventi seri e tempestivi sono pessime. E la cosa peggiore è che ci stiamo abituando alla sporcizia (intesa in senso larghissimo), all’inciviltà, all’assenza di rispetto per le cose e le persone. Come una sorta di anestesia collettiva.
Maria Rosa Valli (da Finale Ligure)- Ti capisco perfettamente e Finale Ligure che tu conosci non è da meno anche se più piccola.
Era usuale alla sera fare una passeggiata fino al molo ora diventa pericoloso se si è soli. Una notte sotto l’arcata dove una volta c’era l’asilo ho sentito alle 3 gridare una ragazza “non mi fare del male” e allora ho chiamato i carabinieri.
I più bei negozi a stento resistono e vanno avanti i negozi cinesi e indiani.
Le aiuole del nostro bel viale era il biglietto da visita per i turisti. Adesso rubano anche quei quattri fiori quando non imbrattato i vecchi e bei palazzi. Chi ama la propria città fa male ma ormai la gente è in preda alla paura.
Non vado per la prima volta a 85 neanche a votare perché va a favore di chi non fa niente e delinque o spaccia. Sono veramente delusa!
Fabio Orsi (avvocato e consigliere di minoranza a Savona)- Ferdinando non voglio strumentalizzare quello che dici perché sarebbe per me troppo facile e davvero poco elegante. Invece ti ringrazio per il quadro così (purtroppo) ben descritto e per l’accorato invito a chi ha in mano le sorti della città ad occuparsene. Mi auguro davvero che questo “invito “ carico di tristezza, fatto da chi condivide appartenenza e offre sostegno e amicizia a questa Giunta dia risultati, smuova le acque, perché ahimè, come un pugno nello stomaco, coglie nel segno. Consentimi solo una “battuta” politica. Sono al 100% d’accordo con te su un punto. Il decoro urbano è l’abc, da lì tutto parte. Dovrebbe essere non il primo punto di un programma ma il punto zero. Non mi interessa, come qualcuno ha scritto (e temo seriamente non con ironia), se a 30 mt da chi defeca sotto una panchina, ci sono i bambini che dipingono la ceramica e che la città sta facendo altro, come se questo fosse un plus, perché ciò semmai è ancor più grave. La pulizia, l’ordine il rispetto, portano la gente a stare bene, a vivere meglio, a comportarsi da cittadini migliori. Anche a me viene molta tristezza… stammi bene Ferdi.