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‘Il ladro di stelle cadenti’, film del regista Savonese Francisco Saia


Giovedì 5 Giugno è stato presentato in anteprima savonese al Nuovofilmstidio di Savona, il film: “Il ladro di stelle cadenti”, diretto da Francisco Saia, regista savonese, fiero di provenire dal quartiere di Villapiana.

di Gianfranco Barcella

Francisco Saia, classe ‘98, Savona è la sua città natale. E’uno dei dieci registi più premiati al mondo e il nono più giovane ad avere diretto un lungometraggio

Il film è stato scritto e prodotto da Paolo Picciolo per Horcinus Production, nonché tratto dall’omonimo romanzo di Patrizia Vicari.

Il Nuovofilmstudio continua con grande merito a promuovere la settima arte tutto l’anno, e si qualifica come il maggior centro culturale savonese. Il presidente del Nuovofilmstidio, Renato Allegra può andare orgoglioso del servizio offerto a favore della crescita umana e sociale della comunità. Il Nuovofilmstudio è uno spazio culturale unico, che porta avanti una lunga tradizione di cinema indipendente e d’autore. Tornando a Francisco Saia penso a Ingmar Bergman senza entrare nell’abisso dei suoi film grandiosi che ti restano dentro per una vita e non solo per una serata, quando riesci a superare il punto di rottura con l’esistenza ordinaria. Ma è una cosa che riguarda non solo lui ma soprattutto il suo genio vecchio ed infantile, nel contempo capace di vedere il mondo con gl occhi sognanti e meravigliati di un bambino. Così è stato anche per Federico Fellini.

La poesia che è sostanza dì ogni arte, secondo Marina Cvetaeva permette di entrare in un mondo sconosciuto dove le parole prendono il sopravvento. Ma per fare questo l’artista deve restare un  bambino per tutta la vita; solo così potrà continuare a stupire ed a stupirsi, vendendo il mondo come nel perenne incanto d’un sogno.

Framcisco Saia ha concepito da subito, l’arte cinematografica come una sorta di missione ineluttabile, ricordando Rilke e si sta incamminando sulla strada del cinema d’arte a grandi passi. La trama del film : <Il ladro di stelle cadenti> narra di Camillo <Milo> Favara  che a solo otto anni, vedendo una stella cadente, desidera una grossa torta di cioccolato. Il desiderio si avvera, ma Milo  mangia tutta la torta da solo e sta male.. Dieci anni dopo, Milo chiede alla stella cadente che Betty, una bellissima turista italo -americana, si lasci amare da lui. Anche questa volta il desiderio sembrerebbe avverarsi; infatti, tra i ragazzi inizia quasi subito una intensa relazione ma al termine della vacanza, lei lo lascia, confessando di aver voluto solo un’avventura estiva e gli spezza il cuore. A seguito di questa terribile delusione, Milo si rende conto che i desideri che si avverano possono far male a chi l’ha espressi, perciò esprime un ultimo desiderio, cioè di poter aiutare tutti a non desiderare cose sbagliate.

Anche questo desiderio si avvera e Milo viene assunto nella rete del <TFS <ladri stelle cadenti> e acrà così il potere di convergere magicamente i desideri espressi al passaggio delle stelle cadenti. E’ bellissima questa poetica espessa del desierio delle cose amabili che alla fine non soddisfano e ricorda una frase di Paulo Coelho: “La vita non è fatta dai desideri bensì dagli atti di ciascuno”. Ed ancora citiamo Goethe: “Felice è colui che ricoosce in tempo che i suoi desideri non vanno d’accordo con le sue disponibilità”.

Un momento delle riprese del Ladro di stelle candenti

Abbiamo incontrato  alla fine della proiezione. il regista del film, Francisco Saia che ha rilasciato alcune dichiarazioni: “Il ladro di stelle cadenti è un film che ha segnato un importante punto di svolta nella mia carriera. E’ stato un film molto intenso sia da preparare che da girare e da montare. Si tratta precisamente del mio terzo lungometraggio, dato che i primi due sono stati i film <Boccaccio 2000. Novella Trash (un’opera grottesca che affronta che affronta la pandemia del Covid-19 in chiave odierna e rifacendosi al Decameron) e Dalì 2021 (opera surreale e distopica ambientata in uno pseudo mondo prossimo all’apocalisse).

E’ stata un’opera in cui ho incontrato molteplici sfide e difficoltà, dato che si tratta di un film più grosso sia a livello di costi che di messa in scena che abbia realizzato fino ad ora, ma allo stesso tempo è stato un film che mi ha regalato moltissime gioie e soddisfazioni. Tutto è nato, precisamente, nell’estate del 2022. All’epoca Paolo Piccolo, sceneggiatore e produttore a capo della casa di produzione Horcynus Productions, mi contattò chiedendomi di prendere in carico la regia di quest’opera tratta da un romanzo, all’epoca ancora inedito.Quando lessi la scenaggiatura di questo film, me ne innamorai immediatamente. Avevo di fronte agli occhi una bellissima sceneggiatura, una delle più belle che abbia mai letto in vita mia, e sopratutto avevo davanti agli occhi un’opera fantasy italiana con un pizzico di magia ed un pizzico di componente sociale/drammatica. Lì per lì pensai che sarebbe stato bello se in Italia fosse uscito un film fantasy un po’ sociale, dato che ahimé il genere fantasy nel nostro bel Paese è un genere veramente poco coltivato e sfruttato. Decisi perciò di accettare la regia e poco tempo dopo proposi il film ai bandi selettivi del Ministero della Cultura riservati alla produzione del film ed a fine dicembre 2022, ricevetti la notizia che il film rientrò tra gli otto film vincitori del bando, così ottenemmo il finanziamento. Da allora iniziai costantemente a lavorare alla pre- produzione del film, realizzando il casting per la scelta degli attori, della troupe, sopralluoghi, storyboard di inquadrature, moodboard scenografici, fotografici, scelte dei consumi ecc. Arrivai così ad iniziare le riprese a giugno del 2023; si fermarono pr un breve periodo estivo e ripresero poi  nell’autunno dello stesso anno. Una delle sfide più grosse delle riprese di questo film è stata la tecnica  del doppio ciac; infatti ho dovuto girare il film in italiano ed in inglese, in tempi abbastanza ristretti.  E’ stata un’esperienza molto impegnativa, ma molto interessante e tutto sommato fattibile e soddisfacente. Ho avuto la fortuna di avere avuto un cast internazionale di attori perfettamente bilingui, in grado di esprimersi in italiano ed in inglese”.

“Che cosa ha inteso realizzare sotto il profilo artistico con il suo film?”

A livello artistico, il mio intento è sempre stato quello di realizzare un film volutamente per tutti, per ogni genere di età, sesso, ideologia e ceto sociale perché a differenza di come pensano diversi miei colleghi o critici del settore, penso che il cinema sia una forma d’arte che debba essere per tutti e non debba assolutamente<etichettare>la sua creazione, od offrire un target a generi inutili, stili o tematiche, rivolgendosi solo ad un certo tipo di pubblico. Dato che si tratta di una storia fantasy ed in quanto io mi definisco un regista di approccio surrealista ho voluto realizzare un film totalmente surreale, ovvero un film ambientato nel nostro mondo, in un arco di tempo di 30 anni circa. Il luogo non è ben definito e collocato a livello geografico perché ho voluto ambientare la vicenda in una realtà in cui gli unico colori quasi totalmente presenti sono il giallo e il blu che hanno una forte valenza simboica: il giallo rappresenta il colore delle stelle, l’elemento protagonista dell’opera, ovvero il simbolo dei sogni e dei desideri, mentre il blu ricorda il colore del cielo stellato, il mezzo intermedio tra le stelle ovvero tra gli uomini ed i loro desideri. Questi due colori, soprattutto il blu, sono presenti in oggetti di vita quotidiana, come il cibo, le strade, i palazzi, i vestiti ecc.”

“A quali maestri del cinema si è ispirato?”

“In quanto regista <poliedrico>  non ho voluto ispirarmi solo ed esclusivamente ad un solo autore o ad una sola corrente artistica, ma ho voluto prendere un po’ di elementi da gli stili di diversi grandi cineasti molti differenti tra di loro, in modo da creare un mio stile, unico, personale, inimitabile e soprattutto antinconformista. Mi sono molto ispirato a Wes Anderson (per quel che riguarda lo stile di inquadrature frontali e centrali, e soprattutto per quanto riguarda i movimenti di camera dinamici, prospettici e precisi come diverse panoramiche e schiaffo e diverse carrellate interlocutorie tra due personaggi all’interno di un dialogo), a Tim Burton (per quanto la  caratterizzazione un po’ gotica dei personaggi all’interno di un dialogo), a Tim Burton (per quanto riguarda la caratteristica un po’ gotica dei personaggi e dei costumi, specialmente nella creazione  del personaggio di Bartolo, il mentore di Milo, il protagonista9, a Nik Cassavedes (per quanto riguarda la messa in scena) e a Joan Sfar per quel che riguarda il mood generale del film e per l’ispirazione nella costruzione delle musiche. Per me comunque è stato un grande onore concludere il ciclo della distribuzione cinematografica italiana del mio ultimo film proprio a Savona, la mia città natale e soprattutto proiettare l’opera proprio al Nuovofilmstudio, la sala di proiezione dei film d’autore che da studente mi fece appassionare alla settima arte. Io ho offerto una pellicola di genere fantasy che vanta un cast internazionale con nomi quali Daniel McVicar (attore statunitense noto per il ruolo di Clark Garrison nella soap opera Beautiful), Hai Yamanouchi (attore giapponese noto per il ruolo di Silver Samurai in Wolverine- Limmortale), Denise Mc Nee (attrice britannica che ha preso parte a serie TV come Diavoli e I Medici),  Clizia Fornasier, Jacopo Rampini (figlio de noto giornalista Federico Rampini) e Leandro Baroncini”.

Gianfranco Barcella


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G.F. Barcella

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