Trucioli

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SIGNORNÒ firmato ‘il circolo anarchico di Albenga’ finito nel cestino


A Trucioli.it il 26 aprile 2025 era pervenuto il testo del volantino per il 25 aprile del Circolo anarchico di Albenga che “forse contiene argomenti di riflessione che possono coprire un lasso di tempo superiore alla stretta attualità”. Il materiale era finito per distrazione nel ‘cestino’. Lo proponiamo ora. Non è una ‘voce’ savonese frequente che si legge sui media e sui social.

25 aprile 2025: resistenza!

Il raduno pro-UE a Roma (Si è svolta in Piazza del Popolo la manifestazione per l’Europa organizzata da Michele Serra, ribattezzata “Una piazza per l’Europa ndt) ha vantato la verità integrale dei valori occidentali sorvolando sulla corsa al riarmo e mescolando la guerra per procura in Ucraina, la Resistenza e due suoi principali esiti: uno normativo e riformabile, la Costituzione; uno politico e immutabile, la democrazia.
Quel vanto sa di ideologia, lente deformante che distorce la realtà illudendo di leggerla; e il richiamo a una mitica Grecia fondante, idealizzata e fuori dal tempo, sa di integralismo.
Ma esiste un concetto integralista di democrazia? No e proprio le radici greche smontano il mito:

• dêmos indica un popolo eterogeneo per condizioni, interessi, etnia (include gli immigrati);
• kràtos il prevalere, per numero e forza (di un orientamento, di un interesse, ecc.).
Questo avvantaggia i più numerosi, i poveri, sui meno numerosi abbienti: infatti, istruzione, sanità e previdenza pubbliche, nonché il ripudio della guerra, derivano proprio dai valori sociali affermatisi fra Ottocento e Novecento con movimenti e lotte di massa.
L’élite privilegiata del potere economico ci vede solo costi ideologici e ne fa i primi bersagli della sua guerra di classe diretta pure contro Stato di diritto, uguaglianza di fronte alla legge e cambio periodico dei rappresentanti – i resti rivoluzionari del 1789.
Un fascio (nome pertinente) d’interessi rivuole il dominio, l’amministrazione in mano sempre alla stessa classe dirigente; lo aiutano il tempo, la forza repressiva dell’Apparato e quella persuasiva di chi ne trasforma le bugie in idee dominanti: si denunciano come eversive ipotesi di sorteggio per alcune cariche istituzionali, o riforme processuali limitate ma contrarie a potentati delinquenziali.
E la democrazia? Diventa “liberale”, promette benessere tramite individualismo e privatizzazioni: quando il sogno si rivela esclusivo, cioè per pochi, sono già troppi gli esclusi dalle tutele sociali!
E perché tanta enfasi sul privato? Per svuotare il pubblico e, con esso, il prevalere dei molti in un assetto costantemente provvisorio, sempre frutto di partecipazione e contesa, non imbalsamabile, non controllabile – inaccettabile, insomma, per ogni ristretta cerchia di potere!
Ma provvisorio non significa instabile? E, in politica, l’instabilità non è un male?
Non sempre c’è un’unica risposta; e le alternative secche (greci-barbari, democrazie-autocrazie, aggressori-aggrediti e così via) sono spesso false: come il greco phàrmakon (farmaco) è medicina o veleno, così provvisorietà e continuo rendiconto sono garanzia per i molti, insidia per i pochi.
E l’insidia è la democrazia stessa, col suo costante dibattito-contrasto: arricchire a spese degli altri esige “governabilità”, leggi elettorali maggioritarie da 61 a 0 e governi “tecnici” che ai non abbienti impongono lacrime & sangue, mentre donano ai privilegiati immunità sempre nuove.
È una dinamica dal nome greco ambivalente, stàsis: interesse dei pochi se indica immobilità, resa, dedizione – la servitù mentale dell’attuale “armiamoci e partite!” Ma riscossa dei molti se è SEDIZIONE, INSUBORDINAZIONE… RESISTENZA!

Quando resistere, dunque – e come? Oggi, a Genova, faro della Resistenza, l’autore di quella legge elettorale, vicepresidente in un
governo guerreggiante senza mandato ONU e ispiratore del governo guidato dal banchiere-nonno con l’economia di guerra in agenda, propone in nome della pace la dedizione alla follia bellica.
Gli risponda la sedizione della ragione: i potenti scatenano guerre per fame di potere o risorse e a morire ci mandano gli altri; ai loro ordini di reclutamento, ogni cittadino, specie chi ha giurato su una Costituzione che subordina le cessioni di sovranità al ripudio della guerra, può e deve dire “SIGNORNÒ!”

Il circolo anarchico
di Albenga


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