Riceviamo e pubblichiamo- In questi giorni di analisi post-voto, non nascondiamo la nostra insoddisfazione per gli esiti delle elezioni amministrative genovesi, che hanno visto “Sinistra Alternativa”, la coalizione composta da Partito Comunista Italiano, Rifondazione Comunista e Sinistra Anticapitalista, fermarsi all’1,3% dei consensi, e quindi lontana dal quorum del 3% necessario per portare la nostra voce all’interno del Consiglio Comunale di Genova.
Nel ringraziare ancora una volta la nostra candidata sindaca, Antonella Marras, per l’impegno profuso e per la sua passione, ribadiamo la necessità di portare avanti il progetto di costruzione di un fronte comunista unitario, di lotta, in grado di coalizzare in modo organico le forze politiche che intendono rappresentare quelle classi sociali che oggi non hanno più voce né fiducia nella politica e nel futuro anche per una legge elettorale antidemocratica promossa dal centrosinistra negli anni scorsi.
Nella nostra regione abbiamo iniziato questo progetto nel 2022, in occasione delle passate comunali genovesi, e lo abbiamo ribadito sia alle elezioni regionali del 2024 sia alle elezioni anticipate per il comune di Genova dello scorso fine settimana. Un percorso difficile, penalizzato da un sistema che estromette chi non si piega alla logica del bipolarismo e del consenso basato sui media e sugli equilibri di potere. Tutto ciò non deve suonare come l’unica giustificazione per i risultati non soddisfacenti ottenuti, ma rappresenta una realtà oggettiva che le compagne e i compagni che si sono impegnati in campagna elettorale hanno constatato in prima persona.
Tuttavia, un progetto politico così impegnativo, per essere duraturo e portare a risultati concreti, deve essere condiviso convintamente da tutte le forze politiche che aderiscono ad esso: occorre perseverare, lavorare ogni giorno per diffondere le nostre idee. Sempre e comunque, nonostante le delusioni. È un dovere di noi COMUNISTI.
Premesso ciò, siamo rimasti basiti – ma non stupiti – dalle affermazioni contenute in un articolo di Marco Sferini pubblicato sul sito “la Sinistra quotidiana”, espressione più o meno ufficiale delle posizioni Rifondazione Comunista. Autore che peraltro è Responsabile dell’Organizzazione presso la Federazione di Savona del PRC.
Marco Sferini responsabile provinciale organizzazione Circolo “Silvia Poggi” – Savona
Sferini, il giorno dopo il risultato elettorale genovese, si è lasciato andare ad un’improbabile analisi politica, contenuta nell’articolo dal titolo “Per una nuova maturità politica di Rifondazione Comunista” nel quale viene sostanzialmente stroncato il progetto di costruzione di una sinistra comunista di alternativa per suggerire le solite alleanze per il suo partito tanto care a lui e a qualcun’altro come lui che si prodiga nell’”appiattirsi” su un Partito Democratico ed un centrosinistra sempre più lontani dai valori e dalle priorità intrinseche nella storia comunista e della sinistra. L’autore non si è limitato all’analisi, ma ha ridicolizzato le altre forze politiche che hanno collaborato a “Sinistra alternativa” fino ad arrivare all’insulto, definendo il nostro PCI “una patetica riedizione della grande storia del vero e unico Partito Comunista Italiano”.
Prima di proseguire ci teniamo a chiarire subito una cosa: questa dialettica populista e arrogante non ci appartiene, non è nostra intenzione rispondere utilizzando gli stessi toni, ma vogliamo sottolineare quanto il nostro atteggiamento sia sempre stato costruttivo, senza presunzione e senza mai sminuire il lavoro di nessuno. Buona parte dell’articolo è un rigurgito di accuse nei confronti di coloro che lottano contro un sistema politico nel quale centrodestra e centrosinistra sono due facce della stessa medaglia. Noi del PCI siamo convinti di questo e lo ribadiamo: è proprio come scrive Sferini, “fuori da noi, tutto è uguale da combattere in eguale maniera”.
Ad ogni modo capiamo le sue posizioni, che a questo punto paiono essere in linea con quelle del partito che rappresenta. L’obiettivo non più celato di Rifondazione è quello di stare “dentro i processi sociali e istituzionali al tempo stesso“; in buona sostanza una doppiezza che può consentire di rientrare nei palazzi del potere, di ottenere una rappresentanza in qualche organo istituzionale.
Su questa linea prosegue Sferini: “forze politiche come Alleanza Verdi e Sinistra ed il Movimento 5 Stelle sono e possono essere interlocutori validi per costruire una sinistra plurale dentro una più vasta alleanza progressista”. Ci chiediamo se è davvero convinto che AVS e M5S rinuncino alle loro rendite di potere maturate in questi anni di fedele asservimento al PD e accolgano a braccia aperte Rifondazione in un progetto politico dai contorni indefinibili a cui qualsiasi comunista o persona realmente di sinistra con un minimo di coerenza con le proprie idee ha il dovere di opporsi. Tra l’altro non ci pare che i recenti esperimenti di Rifondazione abbiano raggiunto risultanti trionfali: tanto alle regionali sarde dello scorso ottobre (a braccetto con Azione… da non credere!), quanto alle comunali di Bolzano (insieme ai 5 Stelle), per Acerbo & C. il risultato è stato da prefisso telefonico.
Questi sono i risultati di una sinistra pseudoradicale di estrazione bertinottiana che non ha rifondato nulla, se non l’opportunismo e il revisionismo di ogni tipo, arrivando 25anni dopo alle stesse conclusioni di Occhetto, nei fatti! Questa sinistra di comodo non ha imparato nulla dalle lezioni del passato , facendosi inghiottire da alleanze improponibili, dove non solo non ha portato a casa alcun risultato concreto, ma è sparita dalle istituzioni parlamentari nazionali ed europee. E’ una sinistra che torna al passato seguendo le politiche e il percorso identico del suo fallimento. Che osa professarsi ancora comunista, andando a braccetto con chi equipara il comunismo al nazismo, con chi ha progressivamente demolito le conquiste sociali dei lavoratori, con chi ha privatizzato, con chi sostiene riarmi di ogni tipo schierandosi su posizioni guerrafondaie e ultratlantiche, contro chi fino a ieri definiva criminali i sionisti tacciando di antisemitismo, e solo dopo di 18 mesi di genocidio, fa pubblica condanna della vergogna di Gaza.
Per concludere, ecco la “perla” dello Sferini-pensiero: “non importa se i miei compagni di strada sono anche quei radicali che si definiscono “liberisti “, oltre che libertari e liberali e che sono filo-israeliani e pro NATO”. Non occorre aggiungere altro, in buona sostanza per lo Sferini vale il detto attribuito al Guicciardini “Francia o Spagna… purché se magna”.
Noi dirigenti, militanti e iscritti del Partito Comunista Italiano riteniamo inaccettabili le offensive affermazioni contenute nel suddetto articolo, privo di ogni logica politica e intento esclusivamente a minare il progetto di unità dei comunisti all’interno di un fronte della sinistra d’alternativa. Nell’invitare certi “personaggi” a “pulirsi la bocca” quando parlano del PCI, esprimiamo il nostro totale disappunto nei confronti dei dirigenti della Federazione savonese di Rifondazione Comunista, al quale Sferini appartiene, ritenendo opportuno che tale partito faccia chiarezza sulla linea politica che intende intraprendere nel prossimo futuro.
Una chiarezza che riteniamo un atto dovuto e di rispetto, soprattutto nei confronti di quelle compagne e di quei compagni iscritti al PRC che, come a Genova, non condividono certe proposte e ed una linea politica ambigua e senza prospettive come quella promossa da Sferini e da altri dirigenti di quel partito. Vogliamo in ultimo ringraziare ancora una volta I compagni e le compagne genovesi di Rifondazione per la serietà, la forza e il sacrificio con cui hanno collaborato insieme a tutte le forze politiche in lista.
PARTITO COMUNISTA ITALIANO
Federazione di Savona
Federazione di Genova
P.S. L’articolo di Sferini a cui facciamo riferimento: