Erano due saraghetti da guardare con il microscopio. Li avevo beccati a Capo Noli, quel Ferragosto di tanto tempo fa, avevo sedici anni.
di Massimo Germano
A casa c’era molta agitazione, avevamo a pranzo i nonni con mia zia e la signora Assunta, e da Recco sarebbero venuti in visita gli zii di Milano. Mia madre era molto ospitale, ma non amava le improvvisazioni, tutto doveva essere sempre ben preparato, dalla tavola al dessert.
Sia lei che mio padre sulla mia pesca non ci contavano molto. Avevo ormai mano libera, non c’erano più i controlli di un tempo, dove vai, hai chiesto il permesso a Giglio, chi viene con te sulla barca, ma le mie avventure marine li lasciavano indifferenti. Era un mondo a parte, e quindi il mio contributo al pranzo di Ferragosto, quei due poveri saraghetti che avevano avuto la sfortuna di incontrare il mio arpione, restarono abbandonati in cucina. Uno dei due tra l’altro era mezzo sfracellato dal tridente, faceva pena a vederlo.
Mia madre aveva del resto già provveduto con un nasello favoloso, acquistato come al solito dalle sue fornitrici di fiducia, due sorelle che conoscevano i suoi gusti e le fornivano quanto richiesto. Lei più che al nasello bollito e condito con salsa maionese non si avventurava.
Iniziammo a mangiare. Eravamo in tanti, e mia madre già si chiedeva preoccupata se ce n’era per tutti, quando suon`o il campanello, era un amico di mio padre, con la moglie.
Tornavano a Torino da Sanremo, e s’erano chiesti: perchè non fermarsi un momento a Noli, a vedere questa cittadina storica così decantata da mio padre? Li assicurammo che avevano fatto benissimo e con mia sorella seguii mia madre disperata in cucina. L’aiutammo a mettere
su una nuova pastasciutta mentre mio nonno, mio padre e mio fratello li intrattenevano offrendo come aperitivo quello stupendo nostralino che era allora in vendita al Bar Verdi.
Eravamo alla frutta, e sembrava ormai che tutto fosse risolto quando nuovamente suon`o il campanello, era mio cugino di Milano, con la fidanzata. Tornavano dalla Spagna, aveva saputo che i suoi genitori erano a pranzo da noi e s’era chiesto: perché non fare una sorpresa a tutti quanti in quel di Noli? E la sorpresa ci fu e come, avevo già saltato il secondo e ora si trattava di rinunciare anche alla frutta. Seguii mia madre disperata in cucina, di pastasciutta ce n’era ancora, ma cosa fare di secondo? Era Ferragosto, i negozi ormai erano tutti chiusi, l’occhio and`o ai miei due poveri saraghetti abbandonati sul lavabo. Mentre di l`a si raccontavano le avventure spagnole, Siviglia, Saragozza, i due saraghetti nolesi friggevano alla buona. Fu un successo di cui andai fiero per anni.
Massimo Germano