Hotel Miramare, boutique hotel a Spotorno dove Lawrence e Frieda hanno guardato il mare della Liguria con occhi incantati. Qui D. H. Lawrence e Frieda hanno preso alloggio all’arrivo in Liguria. Leggo sul sito di questo albergo qualcosa di notevole, forse unico.
di Ezio Marinoni

«Siamo un hotel a Spotorno moderno ma ricco storia. Le camere sono tutte diverse e belle. Ognuna ha il suo stile. Tutte guardano il mare.» Non sappiamo quale sia stata la prima camera scelta dallo scrittore inglese e dalla cugina del Barone Rosso, da questa coppia innamorata e in fuga dal mondo, una Musa ad ispirare il suo intellettuale.
«Il nostro hotel a Spotorno centro è comodo per tutto. La spiaggia è qui davanti. I negozi sono sotto l’hotel. Il lungomare parte dalla nostra porta. I ristoranti sono a due passi.»
Spotorno è una piccola località, al centro di una baia incantevole, eppure questa breve descrizione ti fa sentire al centro del mondo.
«All’Hotel Miramare ogni camera ha una bella vista. Alcune guardano dritte sul mare. Altre vedono la costa e l’isola. I balconi sono grandi e comodi. Le finestre sono ampie e luminose.»
L’isola delle leggende, dei pirati e dei monaci dell’Anno Mille, si tocca con un dito. Camere con vista, come in un libro inglese, come piaceva a D.H. Lawrence, ricordato sulle due targhe, in italiano e in inglese, a fianco del cancello di ingresso.
«Venite nel nostro hotel a Spotorno. Il mare è sempre con voi. Il comfort è garantito. La vista è unica. Le vacanze sono speciali.» Non è una pubblicità qualunque, è una descrizione che ti entra dentro e ti da vedere quel mare, con l’idea di una vacanza speciale. Una bottiglia del vino di Lady Chatterley (prodotto dallo spotornese Riccardo Sancio) troneggia nell’ingresso. Serve altro per entrare nella favola di un romanzo?
Sul profilo facebook del Miramare è scritto: «Tutto è nato da un sogno… L’Hotel Miramare è la nostra storia, il nostro cuore, il nostro sogno che ha preso forma!»
Nel mio ultimo viaggio a Spotorno sono entrato in questo luogo, ho incontrato la giovane albergatrice, Sara, che ha rilevato l’attività di Cristina Boccaccio insieme a Luciano, un passato importante che si incrocia con le storie degli albergatori Limonzini e Falco.
La mamma di Cristina (una dei Limonzini) inizia come lavapiatti e cameriera a Celle Ligure. Negli Anni Trenta del Novecento la famiglia prende in affitto l’Hotel Ligure, nel 1962 acquista il Miramare da chi era succeduto ai Capellero, proprietari ai tempi del viaggio in Liguria di Lawrence (1925/26).
Cristina Boccaccio lavora in questo albergo, lo ama e lo gestisce per quasi quarant’anni, dal 11 ottobre 1983 al 2022; lo ristruttura in stile vintage, come piace a lei (non a caso, oggi gestisce il negozio vintage sul lungomare, una appendice del Miramare).
In origine le camere erano 22, lei le riduce a 14 per regalare maggiore comfort ai suoi clienti. Anche la sua struttura architettonica si è modificata negli anni. Nasce con due piani e mezzo, l’ultimo per il terrazzo, che diventerà il terzo piano; l’attuale quarto piano è stato costruito in seguito.
Nel 1990 la scelta: trasformarsi da pensione in hotel, servendo soltanto la prima colazione a buffet, un’idea allora visionaria e antesignana di un genere di ospitalità che avrebbe poi preso piede. Nel corso degli anni Cristina Boccaccio ha cercato di mantenere lo stile di un tempo, lasciando e modificando la struttura per non abbandonare lo stato originario. Si ritiene soddisfatta di aver lasciato l’attività a Sara e a Luciano, il vintage è il suo ultimo progetto, coltivato con il figlio e la nuora).
Quando Cristina deve portare il cane a passeggiare sul lungomare, cede la parola a Sara. Non è necessario che la intervisti, i discorsi vengono da soli, insieme alla sua biografia lavorativa, mentre le chiedo come sia giunta qui.
«Io e Luciano siamo arrivati a Spotorno nel 2018 per gestire i Bagni Miramare. Da qui abbiamo iniziato a collaborare con Cristina accogliendo in spiaggia gli ospiti dell’hotel, è così che fin da subito si è instaurato un rapporto di stima reciproca. Ci piace la bellezza, il passaggio di consegne dell’albergo è stato naturale: a gennaio 2023, da una battuta, è nato un progetto.»
Che cosa facevate prima, nella vita?
«Io sono un ingegnere biomedico, ho avuto esperienze in Italia e all’estero, ho conosciuto il mondo, e cercavo un luogo dove fermarmi. Luciano era il titolare della Balbi Nautica, a Savona e Varazze con molti impegni anche in Costa Azzurra, l’attività esiste ancora, ma lui ne è uscito.»
Due lavori all’apparenza diversi, spiaggia e albergo. Con quali criteri li conducete?
«Sono 2 attività collegate, ma disgiunte. Alla base c’è sempre il benessere del turista che deve sentirsi a casa in entrambi i luoghi, coccolato e vezzeggiato. In albergo, tutte le camere sono diverse, per un’esperienza unica; era già così con Cristina, noi abbiamo aggiunto una ulteriore personalizzazione, per dare più servizi ai clienti.»
Che cosa offrite ai vostri clienti, per farli sentire speciali e indurli a ritornare?
«In generale cerchiamo di offrire servizi che aiutino ad entrare in contatto con il Territorio, dalle escursioni a piedi, in bicicletta e da quest’anno anche in canoa. L’anno scorso tutti i martedì, offrivamo ai nostri clienti un tour guidato su Lawrence, in collaborazione con le Guide del Golfo. Ogni anno cerchiamo nuove attività perché vediamo che chi partecipa si sente arricchito ed entra più in sintonia con il territorio, capisce meglio la storia di questo luogo e impara ad amarlo..»
L’interazione con il luogo e il territorio pare forte e motivata, in voi.
«A colazione serviamo formaggio dell’azienda Ca da Cruxe, ad esempio; diamo consigli sui ristoranti di Spotorno e Noli per far apprezzare ai clienti le produzioni locali. Nell’angolo adibito ad esposizione proponiamo e vendiamo soltanto prodotti locali.»
Cos’è rimasto di Lawrence, nelle camere e nell’aria dell’Hotel Miramare, cento anni dopo?

«I riferimenti a lui sono dovunque, a partire dall’ingresso, e con i tour guidati, con i suoi libri. Questo aspetto incuriosisce molti turisti, non solo anglosassoni, e fioccano le domande sulla camera di Lawrence. Questo è un piccolo mistero ancora da risolvere, un invito a tornare in questo luogo.»
Ezio Marinoni
PS: Si ringrazia l’Hotel Miramare per le foto concesse.
