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Liguria e Basso Piemonte

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Euroflora 2025. I protagonisti del Ponente Ligure. La novità? La macchina con mortaio per il pesto del basilico


Dal 24 aprile al 4 maggio 2025 si è svolta a Genova la 13a edizione internazionale di “EUROFLORA”. Gran successo per i partecipanti del Ponente Ligure.

di Enrico Pelos

Il grande evento florovivaistico quest’anno è ritornato nella sua sede storica del Palasport, infatti qui si svolsero le edizioni dal 1966 al 2011, mentre le ultime due furono allestite ai Parchi di Nervi.

Quest’anno il filo conduttore della rassegna è stato: “LA NATURA SI FA SPAZIO”, con attenzione e importanza per il suolo, i cambiamenti climatici e la rinascita e il rinnovamento della città in chiave “green”. Sono stati creati molti spazi espositivi con 154 giardini ed un percorso, tra le varie bellezze floreali, di 4 km circa, tutto da esplorare. L’evento ha puntato anche sulla tecnologia per una consapevolezza sempre più rispettosa della natura, utilizzando anche sistemi di irrigazione avanzati e l’uso di acqua marina per la pulizia delle superfici.

L’area espositiva, gestita direttamente dalla Società Porto Antico S.p.A., era suddivisa in cinque zone principali: Piazzale Kennedy che si trasformerà in un futuro parco urbano; il Palasport che è stato rinnovato totalmente, come parte della zona circostante interessata dalla costruzione del nuovo Waterfront di Levante progettato dal famoso architetto genovese Renzo Piano, un’area sotto la tensostruttura, un’area marina ed i percorsi all’interno del Padiglione Blu Jean Nouvel.

Lo studio Piano Building Workshop ha progettato anche le linee guida per la sistemazione delle aree dell’esposizione. L’architetto Matteo Fraschini ha progettato altre sezioni della manifestazione come riapertura alla città utilizzando otto ettari di superfice espositiva con particolare attenzione sia agli aspetti naturali che ad altri, riferiti anche all’arte contemporanea, come ad esempio le sistemazioni di origami decorati, ispirati alle tipiche composizioni giapponesi, a vela e a rete da pesca che sono gli elementi simboleggianti il legame della Liguria al mare. Un altro origami era dedicato alla strelitza (così chiamata in onore di Sofia Carlotta di Meclemburgo-Strelitz), un’installazione artistica che rappresenta il simbolo di Euroflora 2025. Il Logo è stato ideato ben 60 anni fa, in circostanze peraltro curiose e fortuite, dall’artista Emanuela Teti ed è valido e moderno ancora oggi nella sua semplicità grafica e dei colori. Altra composizioni artistica era ispirata ai Cretti (opere di arte ambientale) di Alberto Burri, etc.…

Si sono avvicendati alle preparazioni 500 giardinieri circa che hanno utilizzato 2.500 metri cubi di sabbia e 18 migliaia di metri quadri di manto erboso. Sono stati necessari 3 mila metri di cavi elettrici e 2 mila metri di tubazioni e poi ancora tamponamenti, recinzioni, grafiche etc…

EUROFLORA è l’unica mostra di piante riconosciuta a livello internazionale dall’AIPH (International of Horticultural Society) e molte sono state le partecipazioni provenienti da tutta Italia ed anche dall’estero come ad esempio dalla Tailandia, dal Bhutan con il rarissimo papavero blu, o dalla Murcia spagnola capoluogo di un importante distretto ortofrutticolo. Erano presenti anche i giardini esotici di Monaco e maestose piante americane, alcune alte anche 9 metri, esposte dall’Antonio Deluca Farm di Miami, dalla Florida, con sede anche italiana a Napoli. La persona presente allo stand mi ha spiegato che hanno dovuto spedire le piante con container via nave e utilizzare poi alcuni camion per la messa a dimora nel padiglione. Nonostante la grande distanza da Genova essi sono presenti dall’esposizione del 1971 e tutti gli anni hanno vinto molti premi. Hanno portato anche due esemplari di palme cilene di montagna che vivono fino a 1300 metri e resistenti a temperature di -7 °C. Molti espositori hanno partecipato ai 254 concorsi di settore o per le varie tipologie quali ad esempio piante fiorite da interno, rose, bonsai, etc…

Moltissimi i visitatori che si sono messi in fila agli ingressi nell’area di Piazzale Kennedy e qui, nella vasta area che rimarrà poi alla citta, si sono potute ammirare molte composizioni floreali e i giardini della Regione Liguria che riproducono alcuni degli ambienti tipici del territorio ligure: agrumeti, uliveti e piante aromatiche. Presenti anche diversi comuni, enti o privati della Liguria. Molto visitato è stato il Mirador, un camminamento fiorito tra piante di 100 specie diverse a rappresentanza delle biodiversità dell’Italia. Erano presenti, tra le altre curiosità, anche i giardini egizi.

Nei giorni dell’esposizione è stato possibile partecipare a molti eventi e/o presentazioni che si sono susseguiti nelle varie giornate, come ad esempio la presentazione di Federico Quaranta genovese, narratore e conduttore, le coreografie floreali danzanti di Livia Iannoni, ex Miss Italia e oggi curatrice floreale in diversi settori. C’è stata la presenza di Claudio Pozzani, il direttore del Festival Internazionale della Poesia, o l’intervento di Giuseppe Vessicchio, sulla musica delle piante che avviene attraverso loro impercettibili vibrazioni opportunamente trasformate da particolare strumentazione. Altro intervento interessante con il neurobiologo Stefano Mancuso sulle città del futuro o fitopolis.

Tornando verso gli ingressi il percorso continuava passando a fianco di due auto storiche Fiat 500 e “Bianchina” dipinte da con casette raffiguranti il centro storico di Genova dall’artista Angelo Gnecco e che ormai, grazie anche ai cellulari e al web, hanno fatto il giro d’Italia. Entrando poi nel Palasport si veniva accolti dalla Lanterna, simbolo di Genova, nello Stand dell’Asef che aveva predisposto anche una cornice per gli amanti dei selfie, in educata fila, che volevano portarsi a casa un ricordo. La Lanterna è il faro più alto del Mediterraneo ed anche il più antico. Narrano le cronache che Antonio Colombo, zio di Cristoforo, fu uno dei guardiani nel XV secolo e forse fu proprio lui a trasmettere la passione per il mare al grande navigatore. L’opera è stata riprodotta in scala 1:20 con la struttura in colore verde e muschio stabilizzato. Sul frontale c’era la croce di San Giorgio, lo stemma di Genova, realizzata con garofani bianchi, rossi e gialli. Il tutto era circondato da tubi di cartone riciclato che richiamavano delle canne d’organo. Poco più avanti erano esposte le coppe del tennis che ha vinto l’Italia nel 2024, un anno particolarmente vittorioso grazie ai successi di Jannik Sinner nella Coppa Davis (e ad oggi numero 1 del tennis mondiale), e la Billie Jean King Cup vinta dall’Italia (al suo quinto successo) al torneo femminile per nazioni.

Sempre al Palasport era presente anche “Il Grido”, un’opera dell’artista Marco Martello, in arte Martalar, scultore che vive e lavora sull’altopiano di Asiago e conosciuto per le sue realizzazioni con i legni degli alberi abbattuti dalla tempesta di Vaia, del 2018, che provocò la caduta di milioni di alberi delle foreste alpine del Triveneto. Presenti anche stampe giapponesi d’arte orientale.

Uscendo dal Palasport il percorso espositivo portava nella tensostruttura con le esposizioni di molti comuni liguri e dei parchi regionali con molti tipi di piante tra le quali anche quelle “carnivore”. Si entrava poi nell’area marina, con pontili in fiore, isole e giardini galleggianti con piante e composizioni floreali. Al termine di questa passeggiata si arrivava infine al Padiglione Blu Jean Nouvel, passando nei pressi della nuova Torre Piloti (anch’essa progettata dall’Arch. Renzo Piano). All’interno si camminava anche su un ponte in legno di pino di 140 metri, che sarà riutilizzato per l’80%, e che permetteva una bella vista dall’alto e d’insieme di molte piante e di alcuni giochi d’acqua. Si poteva “sentire” la bella distesa verde del basilico del pesto di Prà, tanto semplice quanto d’effetto, soprattutto olfattivo. Nel padiglione era presente lo stand che spiegava l’utilizzo di fiori commestibili ad alto contenuto nutrizionale per le diete degli astronauti e, poco distante, l’opera del “Raggruppamento Carabinieri CITES” del Comando carabinieri per la tutela della biodiversità e delle specie protette. Salendo poi al piano superiore si poteva accedere ai molti stand mercato con vendita di prodotti e la possibilità di acquisto di piante, articoli e attrezzi per i propri spazi verdi, per arrivare nella parte finale con una suggestiva esposizione di molti bonsai belli ed interessanti.

Molti i fiori e le piante esposte dalle diverse realtà produttive e di salvaguardia del territorio, provenienti anche dal Ponente Ligure.

Già si erano viste in piazzale Kennedy belle e suggestive le composizioni floreali, provenienti dalla Baia della Ceramica, molte delle quali appunto in ceramica e presentate da artigiani e artisti da Savona, Albisola Superiore e Marina e da Celle Ligure all’insegna del connubio tra arte, natura e innovazione. Sempre sul piazzale era presente anche Sanremo con i profumi e foulard di Daphne.

Tutti sanno cosa si produce ad Albenga, i suoi fiori le sue verdure (su tutti i famosi “4 di Albenga” ovvero carciofo spinoso, asparago violetto, pomodoro cuore di bue e zucchina trombetta), i suoi frutti, oli e vini (Piagato e Vermentino) sono conosciuti ovunque ed allora cosa hanno pensato di esporre sotto la tensostruttura? Due grandi animali preistorici che tanto successo hanno avuto tra il pubblico, visti i selfie e le foto che sono stati scattati grazie anche alla vasta notorietà dei film sui vari temi preistorico. Insieme ai i fiori, le piante c’era anche una riproduzione del ponte sul Centa. Diano Marina, la città dell’infiorata del Corpus Domini, ha presentato il settore verde pubblico Gestioni Municipali con composizioni di “Aromatica, profumi e sapori della Riviera Ligure” dedicata alle erbe e alle piante spontanee.

Tra le iniziative nelle varie giornate è stata presentata nello spazio della rivista Gardenia la “Villa della Pergola” di Alassio, con la presenza dei proprietari Antonio Ricci (Il Patron di Striscia la Notizia, tg satirico ma non troppo) e la moglie Silvia Arnaud. Ha presentato gli ospiti Emanuela Rosa-Clot Direttore di Gardenia (alla sinistra nella foto la responsabile del FAI per Lerici), che hanno illustrato le iniziative nate quasi 20 anni fa per l’acquisto e la valorizzazione della villa e dei suoi giardini salvandola da sicura speculazione edilizia. E’ stata anche annunciata la futura apertura dell’Orto Rampante, sempre con la progettazione di Renzo Piano, (con una costruzione e gestione di tipo avveniristico e che sarà pronto fra qualche anno), ispirato a Italo Calvino (autore tra gli altri de “Il Barone rampante” appunto…), sanremese d’adozione figlio di botanici che andava spesso ad Alassio a trovare lo scrittore Carlo Levi (pittore e autore di “Cristo si è fermato ad Eboli”) che qui aveva delle proprietà e sempre qui trascorse molte estati tra il 1929 ed il 1975 e il cui archivio è stato acquistato da Ricci e donato ad Alassio.

I Ricci hanno raccontato la storia del loro acquisto partendo da un’idea considerata dai più, visti i costi, un po’ folle.  Dopo l’acquisizione della Villa nel 2006 sono stati eseguiti diversi restauri; essa è oggi visitabile ed ha molti tipi di fioriture e, data anche la sua posizione e bellezza, è oggi conosciuta a livello nazionale ed internazionale. C’è la possibilità di visita per quasi tutto l’anno, con prenotazione dal sito dedicato, il che fa sì che il percorso sia guidato per un’esperienza sia culturale, con molte informazioni, che esperienziale. Tutta la famiglia è coinvolta nella gestione o nei lavori portati avanti anche con l’aiuto del famoso architetto paesaggista Paolo Pejron. Tutto è stato realizzato senza aiuti istituzionali perché, per precisa affermazione di Antonio Ricci: “Non volevamo gravare sulle tasche dei cittadini”. Un bell’esempio di intervento a protezione del territorio, che è da sempre l’obiettivo di molti ma nel quale riescono in pochissimi, e di come fare della Liguria una regione di turismo per tutto l’anno.

Curioso e interessante il fatto che Alassio sia stata “scoperta” un tempo dalle famiglie inglesi come i Gibb, i Mac Murdo e gli Hanbury, che costruirono ville sulle colline e fondarono l’Hanbury Tennis Club ed una chiesa anglicana e che oggi una famiglia italiana abbia potuto restituire a sua volta la bellezza dei giardini agli stessi inglesi entrando proprio, unici in Italia, a far parte dei selezionati membri dalla RHS la prestigiosa Royal Horticultural Society patrocinata da re Carlo III del Regno Unito.

Proseguendo con le visite di Euroflora, si incontrano l’esposizione di Bordighera con Echecactusflorshop di Serena Sasso, Sanremo dove il Comune ha presentato la sua “Primavera”, presente anche l’Azienda Agricola Sweet Pea, il Cactus Center e l’ANCEF con una composizione floreale di Sabina di Mattia vincitrice di un 1° Premio.

Savona era presente anche con Savona Ponente Bonsai e Ventimiglia con un’esposizione da Villa Hanbury, ovvero dai giardini della Mortola creati da Sir Thomas Hanbury nel 1867. Da Borghetto Santo Spirito, nella grande piana del torrente Varatella che porta a Toirano ai piedi del monte Varatella (891m s. l. m.), un tempo abitata dai primi abitanti della tribù dei Liguri, era presente La Fattoria di Pol, l’Azienda Agricola Innovativa con varie piantine in crescita le cui colture idroponiche e aeroponiche hanno fatto dell’acqua una delle sue principali ragion d’essere personale ed imprenditoriale e che si è sviluppata, negli ultimi tempi, anche nel geotermico.  Qui L’impianto permette alle piante di svilupparsi senza terreno e le radici vengono nebulizzate con acqua e sostanze nutritive. Si consente così una crescita con un risparmio nell’uso del suolo, utilizzando pochissima acqua che è un bene sempre più prezioso soprattutto in Liguria. La fattoria ha già ottenuto importanti premi e riconoscimenti e porta avanti comunque anche la coltivazione tradizionale producendo inoltre frutta, piante e verdure. A Euroflora ha presentato anche la novità della macchina con mortaio per il pesto del basilico di Boccamatta.

C’era poi Andora con il Parco Agricolo, con il modello in scala 1:5 della Chiesa dei SS. Giacomo e Filippo di Borgo Castello con una stilizzata struttura in rete elettrosaldata. L’installazione è stata inserita nell’area espositiva di Euroflora 2025 per sensibilizzare il pubblico sul progetto di rigenerazione urbana dell’antico nucleo medievale di Borgo Castello con i suoi oliveti agrumi e lavanda e aromatiche.

Da Noli era presente Nemo’s Garden con la coltivazione idroponica di basilico ed altre erbe sott’acqua, nel mare. Il pesto è simile a quello di Prà solo che ha un sapore più intenso. Il progetto è nato da un’idea di Sergio Gamberini, laureato in Ingegneria chimica, che ha installato nove biosfere in profondità dai 5 ai 12 metri e con temperature da 24 a 32 gradi e con l’umidità regolata tramite un pannello solare. Presente anche Imperia con programmi di piste ciclabili tra cultura e colori mediterranei. E poi ancora altri floricoltori o esperti da Alassio o dal CERSAA (Centro Sperimentale Agricolo) di Albenga.

Molti i temi di interesse che hanno attirato spettatori e pubblico sempre più interessato alle problematiche ambientali. Oggi l’attenzione per il verde non è più solo per un fatto estetico o per soli appassionati ma, date le circostanze ambientali sempre più importanti, si è sviluppata la consapevolezza di pensare seriamente alla salvaguardia dell’unico nostro pianeta perché non esiste, ad oggi ma anche per molti altri anni a venire, un pianeta di riserva. Tutti insieme dobbiamo cercare di preservarlo sempre più con interventi consapevoli di salvaguardia, architettura del paesaggio, biodiversità, e un turismo sempre più consapevole.

Le presenze ad Euroflora 2025 hanno toccato quasi l’obiettivo che si erano prefissati gli organizzatori, ovvero ci sono stati quasi 200.000 visitatori. Alcuni hanno espresso “rimpianti” per la mancanza di qualche effetto “wow” visto in passate edizioni ma il vero effetto wow è stato dato proprio da tutta la grande esposizione nel suo insieme e, soprattutto oggi, sempre all’insegna della sostenibilità ambientale; per chi si chiedesse che fine hanno fatto le molte piante che sono state lasciate dagli espositori, ebbene esse sono state distribuite a comuni, enti, ospedali e associazioni come pure gran parte del materiale utilizzato che è stato riciclato.

Enrico Pelos

 


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