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Spotorno, io giornalista torinese alle commoventi esequie di Giancarlo Zunino


Spotorno, 14 aprile 2025, ore 15.30. La chiesa dell’Annunziata di Spotorno è stracolma di partecipanti alle esequie di Giancarlo Zunino, noto albergatore e imprenditore deceduto sabato scorso all’improvviso (infarto fulminante?), fra la sorpresa e lo sgomento di tutti, mentre era seduto al tavolo di una sua amata creatura, l’Hotel Zunino.

di Ezio Marinoni

Il sorriso e lo sguardoi di un ‘grande uomo’. Giancarlo Zunino

La grande calca all’interno dell’edificio sacro testimonia l’affetto e la riconoscenza della popolazione verso di lui, con la presenza del Sindaco, Mattia Fiorini, e del Gonfalone del Comune.

Molte sono le attestazioni pubbliche arrivate in questi pochi giorni. In una nota del Comune si legge: «La sua figura ha segnato senza dubbio un capitolo importante nella storia del nostro paese, da amministratore pubblico, da operatore turistico di primissimo piano e da cittadino, generoso nell’aiutare i propri concittadini. A nome dell’Amministrazione Comunale, esprimiamo le più sentite condoglianze ai familiari. Il suo legame con la nostra comunità rimarrà vivo nei ricordi collettivi».

Il capogruppo di minoranza di “Spotorno che Vorrei“, Spiga, si è così espresso: «Ti ho conosciuto, quando avevo 12 anni, ai Bagni Milù, dove nel 1982 con mio padre, progettavate il futuro di Spotorno. A quel tavolino bianco, ascoltavo due imprenditori che amavano il proprio paese progettare un futuro diverso».

Il gruppo consiliare “Spotorno obbiettivo 2026” «con grande dolore si stringe intorno alla famiglia e dà il suo ultimo saluto a Giancarlo Zunino. Giancarlo ha rappresentato per chi lo ha conosciuto un riferimento, deciso e disponibile al dialogo in politica, ospitale e sempre pronto a scherzare nel privato. Per il nostro gruppo ha saputo incarnare con la sua esperienza un momento significativo di sintesi per il nostro paese. Ciao Giancarlo».

Nelle molteplici vesti di albergatore e di imprenditore, oltre che di Sindaco della località rivierasca (dal 1999 al 2004), egli ha sempre sognato e progettato, nel lavoro e per il suo amato paese.

Nell’omelia, il parroco don Danilo Grillo ha ricordato come la prima lettura di oggi, dal libro della Sapienza, assomigli alla vita di Giancarlo, come una scintilla che sa accendere il fuoco intorno a sé. Tutta una vita trascorsa al servizio: per la famiglia, nella professione, verso la comunità e anche nelle funzioni pubbliche ricoperte.

«La sua vita ha segnato senza dubbio la vita del nostro paese», ha ricordato ancora don Grillo, fra gli sguardi di assenso dei partecipanti.

Giancarlo Zunino è stato un riferimento decisivo e aperto alla disponibilità e al dialogo, non solo in politica. Il suo percorso esistenziale lo ha sempre messo in relazione con gli altri e lo ha portato a ricercare e a comunicare la bellezza della vita.

Un breve commento e commiato funebre ha riassunto la sua parabola: la famiglia al primo posto; l’albergo era il luogo in cui incontrarlo, sempre presente; il paradiso, punto di arrivo della religione cristiana, è stato idea e progetto insieme alla figlia Manuela; il suo fattivo e operoso contributo non è mai mancato al Comune, alla Provincia, all’Opera Pia Siccardi, a enti e fondazioni in cui è stato chiamato a partecipare; le idee per andare avanti spesso nascevano dai suoi viaggi nel mondo, alla scoperta di altre realtà e modi di vivere. La conclusione dell’orazione è stata: «Giancarlo, i tanti presenti testimoniano che hai seminato e non ti sei mai risparmiato». Al termine della cerimonia, il feretro è stato trasportato al cimitero di Spotorno, dove riposerà.

Manuela Zunino, in poche ed emozionate parole che ha voluto rilasciarmi, spiega come lei e papà Giancarlo fossero perennemente in simbiosi: «io vivevo per lui e lui viveva per me».

Un collaboratore, a nome dello staff, mi ha espresso un pensiero comune a tutto il personale: Zunino, prima e più che un datore di lavoro, era un punto di riferimento e una guida sicura in ogni momento.

Io l’ho conosciuto come cliente del suo albergo e nella veste di turista a Spotorno. Di lui ho apprezzato la gentilezza e la riservatezza, la disponibilità sorridente anche nei momenti difficili, e ogni suo gesto emanava un carisma naturale, fatto di semplice autorevolezza. Penso che, con il suo grande esempio di dedizione al lavoro e all’impegno, Giancarlo Zunino ci lasci in eredità una strada da percorrere, un segno di contraddizione e discontinuità in questi tempi liquidi e impalpabili, per rendere più significativo ogni giorno, ogni incontro, ogni momento.

E tutte le volte in cui mi troverò a passare sull’Aurelia, fra Bergeggi e Torre del Mare, guarderò l’isola con gli occhi velati di malinconia: forse è stato il sogno più grande di Giancarlo Zunino, l’isola dei misteri e delle leggende, per quel che poteva essere e non è stato.

La fotografia a corredo del presente articolo, che lo ritrae nell’area esterna dell’albergo, è un ricordo privato della famiglia Zunino e una sua gentile concessione.

Ezio Marinoni

 


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