Due scandalose vicende sulle quali fa propaganda proprio chi ne ha responsabilità e dovrebbe solo almeno star zitto.
di Mario Carrara
Stiamo parlando della “catastrofe traffico sulla via Aurelia” e della mancata riapertura del punto nascite di Santa Corona che fa nascere bambini in autostrada.
1: La “catastrofe traffico sulla via Aurelia“.
Partiamo da un dato semplice ed indubitabile: “prima” che fosse stato imposto lo sciagurato senso unico sul lungomare di Pietra Ligure, code sulla via Aurelia non ce n’erano!
Dal 16 Gennaio 2020, data di entrata in vigore del provvedimento, i problemi sono incominciati. E, ad accorgersene subito, furono i diretti interessati cioè gli automobilisti, che, a centinaia, firmarono una petizione on line affinché il provvedimento stesso fosse revocato. Invano! Perché il Sindaco quella petizione la ignorò. Da allora, è stato un “crescendo” in termini di criticità del problema, perché le code sono diventate sempre più lunghe, sempre più frequenti, sempre più estenuanti. Ora le “code” di automobili sono diventate la normalità. Una “normalità” cui rassegnarsi. Nonostante le plurime mozioni, interventi ed iniziative, come petizioni vere, intraprese per far cambiare la situazione, ripristinando il doppio senso sul lungomare centrale. Se alle ultime elezioni amministrative avesse prevalso la lista contrapposta a quella dell’attuale Sindaco, le cose sarebbero cambiate da subito perché il ripristino del doppio senso sul lungomare era uno dei punti fondamentali del programma. Ma si vede che la maggioranza dei Pietresi o non va in automobile o prova piacere a soffrire, incolonnata per ore in auto.
Oggi, tuttavia, la situazione viabilistica è diventata insostenibile: da Borghetto Spirito a Pietra Ligure occorrono anche ore. Poi, dal ponte sul torrente Maremola verso Finale, le code finiscono per incanto e si procede spediti.
Ha destato scalpore leggere qualche giorno fa un articolo del Sindaco Luigi De Vincenzi dai toni rassicuranti, del genere e riassumendo: “È
l’attuale rotonda del Maremola che “blocca” il flusso del traffico e che fa formare le code di automobili”. “Così non si può andare avanti! Allora: ci pensiamo noi! Faremo modificare con 200.000 euro la rotonda “bloccatraffico” e tutto tornerà alla normalità”.
Ah, sì!? Fa specie leggere cose del genere, dai toni propagandistici, come di chi “salva
la situazione” “provocata da qualcos’altro” quando è lui stesso il principale responsabile della catastrofe viabilistica in corso. Perché, come abbiamo più volte detto e scritto, il provvedimento di imposizione del senso unico sul lungomare Pietra Ligure, che ha scatenato la degenerazione del traffico sull’Aurelia, è stato principalmente volontà sua. In un Consiglio comunale, addirittura, veniva addirittura negato che le code esistessero. Anzi, parlarne era solo un pretesto per aizzare l’opinione pubblica su un problema inesistente, perché se, per caso, qualche coda sull’Aurelia si formava era da imputarsi alle scuse più disparate: il brutto tempo, i lavori sull’autostrada, i ponti turistici, l’apertura delle scuole, ecc. Mai riconoscere il vero motivo, cioè: l’aver istituito il senso unico sul lungomare.
Perché
l’Aurelia
si blocca per: 1) il fatto che chi deve da Ponente entrare nel centro di Pietra deve per forza riversarsi sull’Aurelia stessa e percorrerla tutta. 2) Chi proviene dalla Valmaremola, lato via Crispi, e dai quartieri collinari di Pietra e vuol andare in centro, deve riversarsi sull’Aurelia, contribuendo ad intasarla. 3) Chi proviene da Levante e dalla Valmaremola, lato via Sauro, e vuole andare in centro deve per forza andare a finire alla rotonda del Maremola e, percorrendo la rotatoria, ostacola e blocca, com’è logico, il flusso di chi arriva in senso opposto.
Desta stupore che, ora, il Sindaco si accorga che, invece, le code, delle quali veniva negata l’esistenza, invece esistano! E che il vero responsabile sia la conformazione della rotonda del Maremola. In primis, tra l’altro, la fermata dell’autobus in direzione Finale, il cui posizionamento ostacolerebbe il traffico. Cosa ben strana! Visto che attualmente si ferma nella strada laterale all’Aurelia, perpendicolare ad essa, senza costituire ostacolo o impedimento. Ed anche la stessa aiuola formerebbe un ingombro tale da meritare di essere rimpicciolita ed appiattita. Altra cosa ben strana questa, perché una riduzione dell’aiuola spartitraffico attuale ed il suo appiattimento non provocheranno certo la diminuzione dei flussi di traffico narrati sopra ed il superamento delle regole di viabilità esistenti per le rotatorie!
È per questo che ci aspettiamo che i lavori previsti per modificare la conformazione della rotatoria, considerata dal Sindaco De Vincenzi, la sola e vera responsabile del blocco dell’Aurelia, saranno solo un palliativo, anzi un “placebo” che non risolverà nulla. I 200.000 euro che si spenderanno serviranno per dire “stiamo impegnando delle risorse finanziarie ingenti per risolvere il problema“, cioè: tutta propaganda fine a se stessa. I 200.000 euro spesi, se, come sembra certo, non risolveranno il problema, si riveleranno, invece, soldi gettati dalla finestra, perché le vere cause del problema sono altre e sono anni che andiamo a ripeterlo e tutti, anche quelli che lo negano, lo sanno.
Per aver creato ed imposto il blocco della viabilità sulla strada statale, che sta danneggiando l’economia della zona e la vita delle persone e per “sperperare” ingenti somme per fare cose solo propagandistiche, sarà giusto chiedere le dimissioni dei responsabili.
2: La mancata riapertura del punto nascite di Santa Corona che fa nascere bambini in autostrada.
Abbiamo letto sui giornali un trafiletto di indignazione da parte del duo Liscio&DeVincenzi che manifestano indignazione per il fatto che, non essendo il punto nascite di Santa Corona ancora stato riaperto, le puerpere debbano partorire in autostrada. Testuale dichiarazione: “Ci piacerebbe però che non si continuasse a sfidare la sorte. Non vorremmo apparire come coloro che si lagnano sempre di una situazione ormai stagnante da 5 anni”.
Ci chiediamo, ma loro, al di là di comunicati propagandistici, emessi ogni tanto per far vedere che ci sono e che seguono il problema, che cos’hanno fatto di concreto in proposito? L’ultima “indignazione” l’avevano espressa il 19 Luglio 2024, pochi giorni prima che Toti si dimettesse, quindi, in sostanza, rivolta a nessuno.
Già l’anno scorso scrivevamo: se volevano, Liscio e De Vincenzi, in questi 4 anni che il punto nascite è chiuso, di cose anche clamorose, visto che parliamo di due amministratori del Comune che ospita la sede dell’ospedale Santa Corona, avrebbero potuto farne: di stimolo pubblico ed anche “contro” la Regione, la quale, di rinvio in rinvio, ha dato l’impressione di prendere in giro gli utenti di questa parte del Ponente Ligure.
Invece, al di là di comunicati formali: niente.
Non solo: ma il 28 Novembre 2023, quando si è trattato di votare una mozione nella quale, su mia iniziativa, si chiedeva il
ritorno del punto nascite di ostetricia e ginecologia dal DEA di l livello dell’ospedale di Savona a quello di ll livello del Santa Corona di Pietra Ligure, la maggioranza di Liscio e De Vincenzi la respinse con motivazioni assurde, pretestuose, se non inverosimili.
Ne citiamo alcune proprio scritte, “nero su bianco” nel loro documento:
“I bambini possono nascere tranquillamente nelle tante strutture liguri esistenti”.
Come
dire: perché fare tanto can can a spostare il punto nascite da Savona a Pietra se intanto le donne possono andare a partorire tranquillamente negli altri punti nascite esistenti in Liguria?
Ci chiedevamo e ci continuiamo a chiedere: e dove…?
Forse a Genova, al San Martino? Al Gaslini? …Visto che altri punti nascite non ce ne sono?
E poi, anche una motivazione che ha dell’incredibile per la sua sfacciataggine: “Il disagio che il nostro territorio sta vivendo ormai da tre anni, con le conseguenze ben note a tutti, non debba riverberarsi in alcun modo su altre porzioni di territorio provinciale” che, tradotto dal politichese significa, in soldoni: “non vogliamo che le donne di Savona debbano soffrire i disagi che stanno già soffrendo da tempo quelle del Ponente ligure“. Punto. Nessuna motivazione a difesa delle specialità, dei vantaggi e delle garanzie offerte dal Dea di ll livello di Pietra Ligure. Ma soprattutto: nessuna considerazione per i “disagi” (come li definiscono loro), o le “sofferenze” (come le definiamo noi), cui da 4 anni sono sottoposte le donne di tutto il Ponente Ligure. Costrette a spasmodiche corse in autostrada per raggiungere il punto nascite di Savona, posto all’opposto dell’uscita dell’autostrada in un ospedale sulla cima di una collina.
E allora: perché oggi indignarsi ancora se le donne del Ponente siano costrette a partorire nelle piazzole delle autostrade?
Era già successo. Ora è risuccesso e succederà ancora. L’approvazione di quella mozione da inviare alla Regione Liguria era l’occasione per dimostrare di voler fare qualcosa di effettivamente concreto per dare “una scrollata” all’indifferente classe politica regionale, che rinviava e rinvia continuamente l’apertura del punto nascite di Pietra Ligure.
Non l’hanno voluto fare. Forse, sospettiamo, per non urtarsi con la Regione Liguria che, anche se di destra e, quindi, di segno politico opposto al loro, elargisce beneficamente la loro Amministrazione di ingenti finanziamenti.
E le donne, al di là delle pure prese di posizione di facciata, assunte ogni tanto per farsi propaganda, possono pure continuare a partorire sulle piazzole dell’autostrada . Sperando sempre in tanta fortuna.
Mario Carrara, consigliere comunale di opposizione