Piersanto Ghigliazza si è spento a 90 anni. E’ stato tra i maggiori protagonisti del mondo imprenditoriale del ponente ligure nella realizzazione di abitazioni civili e non solo. Ha costruito palazzi e ville a Bordighera, Santo Strefano al Mare, Imperia, Loano, Pietra Ligure e Finale Ligure la sua città natale e sede dell’azienda fondata dal padre Cap. Iolando Ghigliazza nel 1929.
di Luciano Corrado
Piersanto, geometra, era la mente pensante di una impresa che ha prodotto anche ricchezza e posti di lavoro. Con lui il fratello ing. Giacomo, entrambi rimasti scapoli. Piersanto ha vissuto in prima persona gli anni del ‘sistema Teardo‘ ex presidente della Regione Liguria, socialista, nel primo scandalo d’Italia (prima ancora di Mani Pulite) che ha coinvolto politici, pubblici amministratori-pubblici ufficiali, professionisti, operatori privati. Mendo di una quindicina le condanne complessive comminate fino in Cassazione. Sei le assoluzioni definitive. Piersanto, era tra gli imprenditori-concussi (per gli imputati eccellenti e difensori si trattava invece di ‘dolci tangenti’ ovvero finanziamenti al partito. Piersanto ha vissuto interrogatori che si protraevano ore e ore, patemi d’animo, giorni di ansia e preoccupazione come non è difficile immaginare. Era sempre accompagnato agli interrogatori e alle udienze dibattimentali dall’inseparabile e più defilato fratello Giacomo.
Fu la prima impresa della provincia di Savona e della stessa Liguria a dotarsi di attrezzature e mezzi d’avanguardia, risultando tra le prime in regione ad installare impianti per il confezionamento di conglomerato cementizio e bituminoso, dislocati prima a Loano e poi in Finale Ligure.
Due personaggi riservati, schivi alla vita mondana e ai salotti di associazioni e logge massoniche. Nulla nella loro vita imprenditoriale, svolta quasi in punta di piedi, con orgoglio ed intraprendenza, buon fiuto, lasciava intravvedere che si trattava di una delle famiglie più facoltose del ponente ligure, diciamo la più benestante di Finale Ligure, seguita dai Casanova (padre e figlio), dagli Accinelli (impresa).
La ‘Iolando Ghigliazza‘ ha realizzato centinaia di immobili, acquistava aree edificabili, costruiva. Costruiva anche per conto terzi ed enti pubblici. Basti pensare all’Albergo Albatros di Varigotti, al completamento del porto turistico di Finale Ligure e la sistemazione ex aree ferroviarie a Finalpia e Varigotti, la Casa di Riposo suore ‘Sacramentine’ in Borgio Verezzi, il condominio ‘Marina‘ di Pietra Ligure, i condomini Bellavista di Loano dove ha realizzato inoltre il nuovo asilo infantile ‘Simone Stella’, il Palazzetto dello Sport, la piscina olimpionica.
Ancora a Loano, i fratelli Ghigliazza divenuti proprietari di ‘Villa Sant’Erasmo‘, trasformata in autentico gioiello, all’ingresso di levante dell’Aurelia, forse l’unico edificio unifamigliare di grande pregio architettonico del ponente ligure, in posizione frontemare. Una struttura ammirata per la sua ‘ricchezza’ tutta stile pietravista, meticolosità nel recupero dei minimi particolari, da cesello, circondata da un piccolo parco alberato. Una preziosa cartolina promozionale per la città votata al turismo delle seconde case. Un edificio per il quale tutti si chiedono ‘chi è il fortunato proprietario’ ma con le finestre sempre chiuse, di fatto disabitato.
Per motivi professionisti – quasi tre decenni di cronaca giudiziaria, nera, bianca- ho avuto modo di confrontarmi con Piersanto Ghigliazza negli anni che la stampa ligure e nazionale ha seguito le clamorose vicende teardiane. Non nascondo che non era facile il confronto, l’incontro anche casuale, con ripetuti momenti di tensione nei corridoi e nelle aule di palazzo di Giustizia, a Savona, Genova e Roma. Piersanto non perdeva un’udienza seppure sempre defilato anche quando gli venne consigliato a costituirsi parte civile. Tesissimo l’esito di un confronto, nell’aula bunker dove si svolgeva il processo, con il geom. Piero Nan capo dell’Ufficio tecnico del Comune di Loano che, per l’accusa, aveva consegnato un busta con un bel gruzzolo di banconote destinata all’allora sindaco di Borghetto S. Spirito Pierluigi Bovio, tra gli assolti in Cassazione. Nan aveva ammesso che la busta gli era stata consegnata da un emissario di Piersanto, ma conteneva documenti e non denaro. Per l’architetto-sindaco scattarono le manette, rimase un ‘mistero insoluto’. La giustizia ha comunque ‘fatto giustizia’ scagionando il professionista ingauno allora eletto con il Pci nella prima amministrazione di sinistra della storia borghettina. Il secondo sindaco di sinistra è stato il prof. Riccardo Badino che però preferì dimettersi in una contesto politico amministrativo locale piuttosto turbolento e in seguito a ripetute minacce stile mafioso di presunti ambienti affaristici e massonici. Pagine di storia da dimenticare perchè in quegli anni finirono in manette anche un sindaco socialista, un assessore e un consigliere comunale.
Voglio ricordare Piersanto come un imprenditore che ha privilegiato nella vita il ‘basso profilo’, con una grande intuizione per gli affari. Non ha mai sfoggiato la ricchezza e non sgomitava per le prime file. Badava alla concretezza e al sodo, ai risultati. E buon ultimo non ha mai concesso un’intervista neppure quando nel 2017 il sindaco della sua città. avv. Ugo Frascherelli, ha consegnato una targa di riconoscenza (assieme al fratello e alla sorella), “per i 60 anni di attività svolti con alacre impegno e dedizione nel campo dell’edilizia”. E la storia ci insegna che ‘tutto ha un inizio e una fine’. Con la morte di Piersanto siamo alla pagina finale della Iolando Ghiliazza story.
Luciano Corrado

PS- Per le pagine di storia di cosa abbia rappresentato nella vita socio-politica-imprenditoriale del savonese e ligure il ‘terremoto Teardo‘, riporto la 29° puntata che avevo scritto nei primi anni duemila – dopo la pensione collaboravo come volontario a Trucioli Savonesi e dal 2011 ha creato Trucioli.it – in cui pubblicavo per la prima volta la testimonianza integrale resa ai giudici dal teste, poi imputato Roberto Siccardi, l’emissario dei Ghigliazza (vedi……)

PIEVE DI TECO, PIERSANTO GHIGLIAZZA ABITUALE FREQUENTATORE DEI MERCANTINI D’ANTIQUARIATO E EXPO – ARCHIVIO TRUCIOLI 2015

DAL VOLUME DELL’UNIONE INDUSTRIALI DELLA PROVINCIA DI SAVONA- SEZIONE IMPRENDITORI EDILI.
‘Cento anni di lavoro, il ruolo delle imprese edili nella trasformazione del paesaggio urbano del ‘900 savonese‘. Anno 2000, stampa di Marco Sabatelli, curato dal prof. Mario Lorenzo Paggi, già presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno di Noli e della Fondazione Sant’Antonio, intellettuale ed esponente dell’allora Federazione del Pci, da sempre coscienza critica nella stessa area della sinistra.