Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Albenga ‘re carciofo’ demolisce. A maggio giù la copertura del dehor. Quale politica si è arresa


Non ci sono più speranze, la struttura in ferro e vetro utilizzata da anni come dehor della Cantina ‘Re Carciofo’ tra i precursori della rinascita del centro storico di Albenga, deve essere rimossa, entro maggio 2025, dopo l’ordinanza-diffida del Comune.

Il dehor coperto in metallo e vetrate della Catina Re Carciofo’ in centro storico. Lo spazio per il passaggio pedonale certamente non manca contrariamente ad altri tavoli e sedie di dehor non coperti lungo diversi viali e aree cittadine
Il sindaco di Alassio arch. Melgrati firma una dedica a ‘re carciofo’

Un danno che non è difficile immaginare di quale sia la portata per i coniugi Bellissimo creatori del locale, promotori del risveglio di un angolo storico di Albenga a lungo abbandonato e quasi fatiscente, una nomea che ha varcato i confini locali e regionali. Come conferma il numero di lettori dell’articolo di Trucioli.it (Albenga, colpo di scena. ‘Re Carciofo’ diffida e querela. ‘Io diffamato e schernito’ con 12.224 visualizzazioni). E su TripAdvisor si possono leggere per 596 ‘eccellente’.

L’antefatto- L’esercente (titolare è la moglie) ha usufruito di una concessione novennale, con l’autorizzazione ad installare la struttura del dehor, che a quanto è emerso finora, non è viziata di contestazioni da parte di privati di piazza San Francesco. Il benestare durante il mandato del sindaco avv. Donato Cangiano. Gran parte dell’esteso abitato del centro storico è sottoposto a diversi vincoli della Soprintendenza  (Direzione generale per i Beni Culturale e Paesaggistici della Liguria). Si pensi che lo stesso Seminario Vescovile (zona a mare centrale) è stato dichiarato con decreto del 6 luglio 2020 “di interesse culturale ai sensi dell’art. 10 comma 1 del D. Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42 e s.m.i., e viene quindi sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nel predetto Decreto Legislativo….”.

Le conseguenze –  L’amministrazione comunale, nel caso quella retta dal sindaco Tomatis, si è trovata di fronte al ‘fatto compiuto’. Ovvero da una parte il vincolo, dall’altra la scadenza novennale della concessione del dehor, dall’altra ancora far rispettare la vincolante normativa ovviamente condivisa, visto che non risultano iniziative di contrasto. Interrogativo: di fronte al vincolo della Soprintendenza si sarebbe potuto, da parte del Comune, istituire una commissione ristretta (Un rappresentante dell’Ufficio Tecnico, un esperto della materia ed un rappresentante della categoria esercenti-commercianti del centro storico). Il risultato del lavoro della ‘commissione’ poteva essere portato all’esame della giunta e del consiglio comunale. Qualora si addivenisse di contrapporre o proporre alla Soprintendenza soluzioni alternative motivate e documentate. Il fine è quello di tenere anche conto degli interessi economici e sociali della comunità e dell’impresa, nel rispetto, manco a dirlo, di soluzioni concordate e di buon senso laddove non emerga un palese ostacolo di tutela ambientale. Si legga deturpare.

Sta di fatto che non avendo optato per una scelta che si potrebbe chiamare ‘politica’ – ovvero mettere sul piatto delle bilance le decisioni dell’amministrazione comunale e quelle ad indirizzo nazionale. Lo stesso rinnovo della concessione ora può avvenire unicamente rimuovendo quanto è ritenuto in contrasto con le normative di legge della Soprintendenza. E’ vero altrettanto che il ‘caso  Cantina di Re Carciofo’ sarebbe l’unico e dunque non coinvolge altre realtà commerciali. In tal caso l’eccezione è praticabile? Difficile sostenerlo, semmai il problema è quello di una maggiore elasticità, non ad personam, qualora si proponessero altre situazioni ad addivenire. Ovvero un dehor coperto. O ancora con possibilità di tener conto della stagione estiva e quella invernale. Ma siamo in un percorso in salita anche perchè sono emerse altre situazioni dehor in centri storici di città rivierasche e si è arrivati a sanzionare quanti non avevano provveduto a rispettare le disposizione del Comune in accordo con la Soprintendenza. Disponendo la rimozione.

“Re Carciofo’ ormai dovrà rassegnarsi, ‘bere l’amaro calice’. C’è chi propone di utilizzare una copertura con grandi ombrelloni. In attesa che si sgonfi il clamore e la calorosa solidarietà  quasi popolare di cui si sono resi conto i coniugi Bellissimo. Insomma tra una trasgressione di natura edilizia- speculativa e la ‘concessione pur sempre temporanea ad utilizzare un chiosco coperto che non ‘offende la vista e il contesto architettonico, non limita il passaggio pedonale come documentano le stesse immagini, buon senso e saggezza, caso per caso potrebbero essere valutati, ci ripetiamo, per valorizzare il lavoro e l’attività commerciale tanto invocata nella valorizzazione e rilancio proprio dei centri storici che in alcune realtà, anche non lontane (vedi Ceriale e Borghetto S.Spirito, in parte alcune vie dei carruggi di altre città) sono in preda alla desertificazione (locali chiusi e per anni destinati ad attività commerciali, artigianali). Finora si è soprattutto indicato la causa principale del ‘caro affitti’ e nella concorrenza spiegata dei centri commerciali ormai estesi in modo capillare, con una valenza sia nel periodo di bassa stagione, sia con l’affollamento estivo.

I coniugi Bellissimo e due ospiti illustri del panorama televisivo nazionale
Serate di allegria e brindisi nel locale Cantina Re Carciofo-Aperitivi e Petit Bistrot

FOTOSERVIZIO DI SILVIO FASANO- ARCHIVIO TRUCIOLI.IT

 

 


Avatar

Trucioli

Torna in alto