Da almeno due anni, mi sento dire: bisogna fare qualcosa, non possiamo limitarci a firmare piattaforme che hanno sostituito le presenze fisiche.
di Paolo Farinella, prete
Mettere una firma on line, magari in pantofole e in pigiama, è diventato uno sport da salotto di rincitrulliti nello sperduto deserto di Genova e non solo. Meno di un mese fa sono venuti a trovarmi tre persone che io non conoscevo: Daniela, Eugenio, Giampiero di ARETÈ, GRUPPO PER LA CITTADINANZA ATTIVA.
Tutti e tre con la specializzazione di PERSONE COMUNI, molto preoccupati per GENOVA, la LORO E NOSTRA CITTÀ. Da tempo lavorano in silenzio e il loro lavoro è PENSARE, PENSARE, PENSARE. Sono seguite a ruota alcune IDEE, che hanno condiviso con altri, e, tra il lusco e il brusco, senza chiasso e fanfare sono diventati una POTENZA POPOLARE DI UN COORDINAMENTO DI UNA RETE DI 45 GRUPPI.
Inutile dirvi che ME NE SONO INNAMORATO SUBITO….
2/COMMENTO – ADESSO, BASTA! RIAPPROPRIAMOCI DI GENOVA CHE È NOSTRA. PROPOSTE
AI GENOVESI E AI RESIDENTI. Da almeno due anni, mi sento dire: bisogna fare qualcosa, non possiamo limitarci a firmare piattaforme che hanno sostituito le presenze fisiche. Mettere una firma on line, magari in pantofole e in pigiama, è diventato uno sport da salotto di rincitrulliti nello sperduto deserto di Genova e non solo.Meno di un mese fa sono venuti a trovarmi tre persone che io non conoscevo: Daniela, Eugenio, Giampiero di ARETÈ, GRUPPO PER LA CITTADINANZA ATTIVA- Tutti e tre con la specializzazione di PERSONE COMUNI, molto preoccupati per GENOVA, la LORO E NOSTRA CITTÀ.
Da tempo lavorano in silenzio e il loro lavoro è PENSARE, PENSARE, PENSARE.Sono seguite a ruota alcune IDEE, che hanno condiviso con altri, e, tra il lusco e il brusco, senza chiasso e fanfare, sono diventati una POTENZA POPOLARE, PARTE DI UN COORDINAMENTO DI UNA RETE DI 45 GRUPPI.Inutile dirvi che ME NE SONO INNAMORATO SUBITO. Mentre li ascoltavo, non credevo ai miei occhi, e intanto facevo un confronto. DANIELA, EUGENIO E GIAMPIEROsono entrati nel cuore della città, a differenza di altri, (quelli che parlano, fanno progetti, promettono tutto, la politica del posto per sé; quelli che si danno arie di grandi opere e macroeconomia… che, poi si sfascia subito, appena l’oca giuliva del Campidoglio Usa annuncia dazi a tutto spiano, anche a due milioni di uova al giorno di galline di Brescia che vuole comprare.
«Sono Pazzi Questi Rimasugli» (SPQR) statunitensi e pure gli italioti che gli vanno dietro, sbavando e ansimando.La differenza tra quelli che pensano, prima di parlare, e quelli che parlano, senza mai avere tempo di pensare, è una sola: i primi amano, con tutto il cuore, Genova, perché la strozzerebbero con le loro stesse mani per come si è ridotta e per dove sta andando a sbattere. Gli altri non amano nessuno, nemmeno se stessi, perché per loro il potere è il loro elisir di vita: gli basta comandare (e, come si dice a Napoli, l’esperta: “comandare è meglio che fottere”), solo che le vittime sono i cittadini che meriterebbero una fine peggiore, visto che senza un respiro di pausa, hanno eletto alla Regione BIBI, che è la continuazione sputata sputata, pari pari di BUBU, colto con le mani nella marmellata (ha patteggiato, ammettendo così la propria colpa).Questo COORIDNAMENTO DI RETI DI CITTADINE E CITTADINI QUALUNQUE, QUALUNQUISSIMI, MA MAI QUALUNQUISTI, perché nelle loro vene pulsa sangue attivo di cittadinanza vera, hanno, abbiamo deciso insieme di NON DELEGARE A NESSUNO I NOSTRI DIRITTI E I NOSTRI DOVERI, CIOÈ: SIAMO PROTAGONISTI DEL DESTINO NOSTRO, DELLA CITTÀ NOSTRA E DEI SUOI ABITANTI.Se non lo facciamo noi, lo faranno quelli che voglionomangiarsi la città, porte e spigoli compresi.
Quasi la metà non va a votare: avranno la loro convenienza?Anche i morti hanno la loro convenienza! Mi dispiace, hanno il cervelletto scemo, perché il vuoto che lasciano lo occuperanno i peggiori che decideranno sulla loro pelle, ben felici di non avere gente tra i piedi a far domande, a chiedere conto, a fargli i conti in tasca e a mandarli a spigolare, con galateo e buone maniere alla mano.Signore e Signori, fra qualche settimana, Nostra Santa Mamma Costituzione ci chiama a votare per il Comune che Bibi-Bucci ha lasciato in eredità al suo pupillo-non-so-come-si-chiami, che crede già di avere in tasca Comune e limitrofi, come fosse un bene testamentario. Eh, no! caro lei-non so-chi-sia: il sindaco, lo votiamo da noi!Ecco fatto, a noi non interessano gli accordi sotto-sopra-banco, a noi interessa solo che prima di votare, conosciamo esattamente come sta «Zêna comme territöio, Genova comme travaggio, Genova comme sanitæ e cua (salute e cura). Fu così che si decise da noialtri, senza padrini e senza figliocci, di fare azione politica, prepolitica, non contro i partiti, che sono essenziali e necessari, non contro i candidati che vanno in giro a cercare voti, ma non parlano mai con la «gente» né la lasciano parlare. Noialtri che siamo di bocca buona, invece, vogliamo PENSARE in pubblico con chi ha qualcosa da dire, proposte da fare, critiche da sottolineare e mugugni da regalare (tantu nu costan ninte). I drammi di Genova, per noi, in questo momento, sono tre (per ora), ma sonodentro una visione e progetto di città: Partecipazione, Coesione, Sicurezza Sociale: Quale futuro per Genova? Solo noi possiamo deciderlo. Nessun altro!
Ecco gli appuntamenti:
PRIMO INCONTRO: Le mani sulla città: l’urbanistica del profitto. GIOVEDI 27 MARZO 2025 Ore 17,00Circolo Ricreativo CAP, Via Albertazzi 3/R, Genova
SECONDO INCONTRO:Lavoro e sviluppo economico in tempo di guerra.SABATO 5 APRILE 2025 Ore 17,00Palazzo Ducale, Munizioniere, Piazza Matteotti Genova (a sinistra piano terra).
TERZO INCONTRO:Salute Pubblica e tutela dei territori.VENERDI 11 APRILE 2025 Ore 17,00Circolo Ricreativo CAP, Via Albertazzi 3/R, Genova.
A tutti un abbraccio affettuoso e un invito forte e non perdere questa occasione d’oro per noi, i vostri figli e nipoti, per Genova che non vogliamo perdere o smarrire nel vuoto, che possiamo riempire col voto PENSANDO, RIFLETTENDO E AGENDO. NON DA SOLI, MA INSIEME.INSIEME. «Politica è sortirne INSIEME» (Scuola di Barbiana).
“PER GENOVA, CITTADINANZA ATTIVA” a tutti un caro saluto, libero e partecipato. Paolo Farinella, prete
(paolo@paolofarinella.eu)
3/Per chi non è addentro. Il Consiglio Pastorale (= CP) è un organo ecclesiastico elettivo (Codice di Diritto canonico (= CJC) can. 495-502). Esso è «consultivo» e si compone di N. 30 membri: N. 18 eletti dal clero; N. 2 dai religiosi; N. 3 sono membri di diritto e N. 7 di nomina vescovile. Se il vescovo non ha discrezionalità nella scelta, ma è onnivoro, c’è un problema. Nel CP di Genova i 7 «vescovili» più i 3 di diritto più il vescovo stesso e il vicario generale, sommano N. 12 (tutti «curiali») su 30, cioè il 40%: la curia potrebbe farsi un CP da sola. Anche «la maggioranza dei preti eletti dai preti», per ignoranza o compiacenza, attacca l’asino dove vuole il «padrone», finendo per non rappresentare, tradendoli, chi li ha eletti (poi critichiamo Putin!!!)… (P.F.)