In Val Bormida in merito ai nuovi progetti eolici proposti, finalmente hanno scatenato l’opposizione di tanti cittadini – sebbene alcuni non propriamente timorosi dei danni.
di Franco Zunino*

Danni che le nuove pale eoliche possono apportare ai crinali e paesaggi rimasti intatti, ma piuttosto ai propri “giardini” (classico caso di effetto NIMBY: Non nel mio giardino, fregandosene se quello che si contesta, attorno alla propria casa lo si fa attorno alle case degli altri!).
E’ stata presentata un interrogazione parlamentare al Ministro della Cultura Pichetto Fratin da parte dell’onorevole ligure Franceco Bruzzone. Il Ministro ha risposto asserendo, tra le altre cose, che «Resta ferma la necessità di agevolare in ogni modo gli interventi di “repower” su impianti che già ci sono, aumentando cioè la capacità installata, ma minimizzando al contempo gli impatti sul territorio».
Il che può interpretarsi con le stesse parole che l’Associazione Wilderness usò in un suo recente comunicato proprio in merito a questi nuovi progetti e proteste, quando criticò il fatto che le suddette voci di protesta non si erano mai sentite prima, quando, appunto i progetti eolici arrivarono a frantumare paesaggi e crinali allora ancora integri e anche di grande valore ambientale, paesaggistico e storico: “… danno per danno, tanto vale che le si lascino montare, visto che si aggiungerà solo danno al danno, mentre facendole spostare altrove si corre il rischio che si vadano ad intaccare aree e paesaggi “vergini”? È un dubbio che sorge spontaneo, ma che ha una sua ragione”.
Ciò, con una soddisfazione che se fa ben sperare per, appunto, i crinali e paesaggi di aree tutt’ora rimaste “vergini”, conferma anche la suddetta critica avanzata dall’AIW quando scrisse: “Quindi, si portino avanti le battaglie per i progetti che veramente andrebbero ad intaccare nuove aree, ma si chiuda pure un occhio se si tratta di paesaggi di scarso valore, specie quando non distanti da quelli già violentati. Forse è saggezza farlo”.
Resta quindi valido, perché saggio, ragionevole e di buon senso, quello che sempre in quella nota scrisse l’AIW: “Ci sono battaglie sì di principio, ma se per vincere un principio egoisticamente si sposta semplicemente il problema a casa d’altri, forse è il caso di lasciare decidere agli esperti della materia e dare loro retta sulla scelta dei siti più idonei quando ubicati nei pressi di altri già esistenti”. E questo dovrebbe valere non solo per la Val Bormida, ma per tutta Italia!
*Franco Zunino
(segretario generale AIW)