A partire da una frase di Umberto Eco, si può sostenere che chi legge e chi scrive abbia la fortuna di vivere più esistenze degli altri.
di Ezio Marinoni
Bruno Marengo, spotornese di nascita, ha ascendenti anche in Veneto e un cognome che riporta al Piemonte (senza dati anagrafici a supporto). Dopo gli studi, quando è un giovane dipendente delle Poste, diviso fra Alassio e Spotorno, la voglia di cambiare gli fa abbracciare la militanza sindacale nella CGIL; per un caso fortuito è chiamato ad entrare in politica, nel Partito Comunista Italiano, e lui non si tira indietro, fedele a una idea e a concetti quali militanza e impegno. Abbandonata una promettente carriere sindacale, ne costruisce una politica di tutto rispetto, da attore importante sulla scena comunale (sia a Savona che a Spotorno), provinciale e regionale, che gli consente di conoscere un mondo di personaggi irripetibili, grazie ai quali cresce nella cultura e nella politica.
Ha viaggiato molto, negli scambi culturali in voga allora, ha visitato Paesi e capitali dai nomi esotici, qualcuno dei quali oggi è funestato dai tragici conflitti del terzo millennio.
Questo primo movimento della sua vita, che potrebbe essere una sinfonia quando un film, si svolge in tempi difficili e da guerra fredda, gli Anni Sessanta (non c’è mai un tempo facile, potrebbero dirci i giovani di oggi, schiacciati dalla mancanza di una visione del futuro); negli Anni Settanta, all’interno del terrorismo nazionale, si incunea la tragica pagina delle “bombe savonesi”, su cui c’è ancora molto da chiarire; eppure, si lavorava con la speranza di costruire un mondo migliore: «la speranza, ciascuno costruiva la propria e la condivideva con gli altri, non obbligatoriamente con chi la pensava proprio del tutto come te, ma aveva la stessa voglia di creare futuro», confessa Marengo nelle pagine più recenti del suo nuovo libro, Il candidato dell’orto europeo, edito da De Ferrari.
Il 23 marzo Bruno Marengo compie gli anni (non tocca a me dire quanti); tre giorni dopo, il 26 marzo 2025, il modo migliore per festeggiare il suo compleanno sarà proprio la presentazione del libro, nella Sala Rossa del Comune di Savona, alle ore 18.
Ho avuto il privilegio di leggere una delle prime copie stampate, ancora fresca di tipografia. All’interno, pagina dopo pagina, ho scoperto una intervista – confessione che, a partire da un abile escamotage letterario, va oltre il semplice “amarcord” e fa assaporare il senso della libertà: oltre la città, il volo libero di un ultraottuagenario, come recita il sottotitolo del libro.
Una costruzione avvincente, una intervista che nasce in un bar di Spotorno (il Bistrot della Luna), un luogo reale dal nome immaginario, non si trasforma in una autobiografia celebrativa, come ormai siamo abituati a leggere da molte parti.
Marengo mette in piazza la sostanza di quel che è accaduto, con il suo fondo di ironia, con il pudore e il riserbo che contraddistinguono i suo rispetto per fatti e persone, che egli ha sempre praticato, ben prima delle normative sulla privacy.
Come si fa a rimanere comunista in un mondo che ha cancellato questo vocabolo? Forse ricordando la frase di un sacerdote che lo ha segnato in gioventù, secondo il quale “l’uomo nasce storto”, e lo rimane, nonostante il cristianesimo e il marxismo abbiano tentato di raddrizzare la figura umana e i suoi percorsi.
Al Bistrot della Luna una giovane cronista intervista Marengo, potenziale candidato per cambiare qualcosa nella politica, per capire e raccontare la sua lunga esperienza. Anche qui, non è una memoria fine a se stessa, prevale il confronto generazionale, il paragone fra tempi e realtà diversi, ieri e oggi, per individuare le somiglianze e le differenze.
Arrivati a ottant’anni, si può raccontare la propria vita con serenità, stilando bilanci che si affidano ai posteri. Se vi è un senso onirico e malinconico, esso ci riporta a Cervantes e al Don Chisciotte, letto più volte da Marengo, in italiano e in spagnolo: «quante volte ci siamo sentiti dire eh ma voi combattete contro i mulini a vento…», ricorda l’autore; e aggiunge: «del resto, oltre a essere cresciuto comunista sono pure genoano…».
L’appuntamento è fissato, quindi, per mercoledì 26 marzo, ore 18, in Sala Rossa del Comune di Savona; la locandina allestita dalla Libreria Ubik recita così: Incontro con BRUNO MARENGO, scrittore e ex Sindaco di Savona e Spotorno. ;Presentazione del libro “Il candidato dell’orto europeo” (De Ferrari editore). Partecipano Franco Astengo, Franca Ferrando, Marcello Zinola, Franco Zunino e Enrique Balbontin.A cura di Arci, Libreria Ubik e Associazione Aiolfi, ingresso libero.
Ezio Marinoni
DA STORIA PATRIA – Una chiesa altomedievale che sorge al di sopra di un insediamento romano è una situazione frequente; ne ricordiamo almeno tre nei dintorni di Savona: San Pietro di Albisola Superiore , San Pietro di Carpignana (Quiliano) e la nostra Sant’Ermete (Vado Ligure).
Edifici e luoghi che in in una straordinaria continuità hanno rappresentato per millenni i punti focali delle comunità.
Luca Bottaro, Nico Cassanello e Marco Ricchebono parleranno di Sant’Ermete il prossimo 21 marzo, alle ore 20.30 nella Società di Mutuo Soccorso Diritto e Doveri dell’omonima frazione di Vado Ligure. L’evento è organizzato da Aemilia Scauri, Comune di Vado Ligure e Storia Patria.