Partiamo da un dato di fatto inequivocabile: nei 5 anni in cui è stato Sindaco, dal 2019 al 2024, De Vincenzi non ha MAI portato in Consiglio comunale il tema del recupero e riuso delle aree del cantiere navale.
di Mario Carrara*
Non ha mai sentito il bisogno nemmeno di darne un’informativa in merito. Nulla. L’unica volta che ne ha parlato è stato nella campagna elettorale del 2019, prospettando la questione come se fosse, ormai, lì lì per attuarsi. Adesso, a quasi un anno dalle ultime elezioni, il “copione” si ripete: Nulla. Mai che il Consiglio comunale ne sia stato investito o, almeno, informato. Il “copione“, come detto, si ripete perché l’ultima volta che ne ha parlato è stato nella “pre-campagna elettorale“, quando il 18 Aprile 2024 ha mostrato, con i massimi rappresentanti della proprietà dell’area, un “nuovo” progetto, che in verità di “nuovo” aveva ben poco perché ricalcava il precedente approvato, presentandolo come “un’idea progettuale“, che, essendo stata illustrata alla popolazione, era da intendersi come pressoché definitiva: pronta per essere formalmente presentata ed attuata. Tuttavia, da quel 18 Aprile sta per “scoccare” giusto un anno e quel progetto non è stato ancora né attuato e nemmeno, solo, presentato.
Si dice che, nel merito, si tratti.
Ma su che cosa consistano queste trattative nulla si sa.
Le trattative restano segrete. Come segreti
ed oscuri
restano la maggior parte degli aspetti della questione “aree del cantiere“.
Non si sa, ad esempio, il perché i nuovi proprietari che hanno comprato da Colaninno, per farla semplice: “un terreno con progetto approvato“, abbiano subito dato segni di voler fare dell’altro e molto di più di quello che già era stato concesso. Perché hanno comprato quell’area se il progetto ad essa collegato, già di per sé impattante, non gli andava bene? In che cosa consistevano i motivi per i quali quello stesso progetto non gli andava, non gli va bene? Pensavano, forse, di poterlo cambiare a loro vantaggio con un’Amministrazione comunale compiacente? Perché sono stati banditi addirittura dei concorsi di idee per master plan progettuali sulle aree del cantiere
se già c’era un progetto approvato, solo da attuare? Perché non si dice
dove ed in che cosa il progetto approvato “Colaninno” non sia sostenibile e sia inattuabile? E perché i master plan dei progetti, pubblicati sui siti della proprietà, ben evidenti per tutti e, quindi, “pubblici” con le loro immagini e disegni, presentano soluzioni che hanno la caratteristica comune di un’edilizia molto più massiccia, invasiva ed intensiva? Sono queste le linee guida impartite per la redazione delle “idee progettuali”? E perché “quel” progetto, reso pubblico con tanto battage pubblicitario, al cinema teatro di Pietra Ligure, il 18 Aprile 2024, alla fine ricalca ancora
il progetto approvato Colaninno, se pur quest’ultimo, per qualche motivo che non si conosce, non va bene?
Dell’argomento “cantiere“, nonostante che sia sulla bocca di tutti, sembra che non se ne debba parlare; né alcuno debba sapere niente. Semmai, solo “a cose fatte“.
L’unica cosa certa è che “si tratti”, cioè siano in corso “trattative” e …lunghe. Sennò sarebbero già partiti a costruire, avendo le autorizzazioni in corso.
E “chi” tratta? Sempre lui: il Sindaco De Vincenzi, che come responsabile dell’edilizia privata e dell’urbanistica comunale ha il potere per farlo. Ma sempre in segreto.
Come quando
trattava direttamente con Colaninno, anche durante gli incontri tenuti in Comune, in cui la Giunta di allora non venne mai coinvolta, ma recepì i risultati a cose fatte.
Come, a quanto pare, trattò con la nuova proprietà del cantiere manifestandole tutto il suo compiacimento ed apprezzamento per un progetto “invasivo” di edilizia, cioè, quello con l’ecomostro di cemento fatto a forma di nave, in un articolo che narrava dei contatti intercorsi tra la proprietà dell’area e lo stesso Sindaco.
Solo che se non ci fosse stato quell’articolo, che avrebbe dovuto esser letto prevalentemente a Bergamo ed in Lombardia, qui in Liguria nessuno o ben pochi ne avrebbero saputo mai niente. Quindi, trattative in corso, ma …segrete.
E che dire delle trattative
sempre segrete, sul tema cantiere intercorse tra De Vincenzi ed il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che per dichiarazione inequivocabile di quest’ultimo senz’altro si svolsero?
Leggiamo la dichiarazione di Toti
a organi di stampa, dopo aver inaugurato il nuovo marciapiedi di levante a Pietra Ligure:
Articolo dell’8 Giugno 2023
L’altra -questione, oltre a S. Corona, ndr-, come detto, è quella degli ex cantieri navali, il cui futuro è ancora in stand-by. “Sui cantieri stiamo lavorando con il sindaco – ha specificato Toti – c’è un progetto importante di riqualificazione con alberghi, posti
barca, campi sportivi. Saremo in Regione già nelle prossime settimane per analizzare il progetto DEFINITIVO, dopodiché mi auguro di vederlo realizzato già nelle prossime stagioni come un grande luogo di ricchezza, occupazione e lavoro per questo territorio“.

Più chiaro di così! Toti, a Giugno 2023, dichiara che: 1) Sta “lavorando“, cioè, “trattando” col Sindaco De Vincenzi sul Cantiere! Perché sta trattando se già c’era un progetto approvato proprio dalla Regione, concluso nel suo iter, che aspettava solo di essere attuato? E lo stimolo per questa nuova trattativa, da chi arrivava? Da chi era proposto? Da Toti stesso? Da De Vincenzi, cui, forse, non andava più bene il progetto approvato che c’era già? O dalla stessa nuova proprietà dell’area? E a queste trattative “Toti-De Vincenzi” partecipava anche la medesima proprietà? 2) Il progetto “in trattativa” riguardava una, come dice Toti, “importante” cioè, ben consistente opera di riqualificazione con “alberghi, posti barca, campi sportivi“; c’è da presumere: un “qualcosa” di ben diverso e pregnante rispetto al progetto che c’era già, sennò avrebbero fatto direttamente quello, senza che la Regione avesse dovuto di nuovo essere coinvolta per dare nuove autorizzazioni. 3) In che cosa consistevano le trattative segrete Toti-De Vincenzi, che, da come si legge, dovevano essere ben avanzate, tanto da spingere Toti a definire “quel” progetto in trattativa, già come “definitivo“, tale che sarebbe stato pronto per essere “analizzato in Regione già nelle prossime settimane“? Nessuno lo sa. E se Toti, in un impeto dichiarativo “ciarliero“, encomiastico per il suo caro amico De Vincenzi, non lo avesse dichiarato a chiare lettere ed apertamente, neanche nessuno avrebbe nemmeno saputo di queste “trattative” e di queste “manovre“. Tutte, ovviamente, segrete. Ma ora si sa che ci siano state.
Ma se queste cose che Toti magnifica tanto e per le quali aveva dimostrato tanto entusiasmo erano così belle ed il progetto era così valido e, soprattutto nell’interesse “soltanto“ di Pietra Ligure, perché non sono mai state rese note all’opinione pubblica? Forse solo perché Toti qualche tempo dopo ha avuto una serie di problemi per cui non ha più potuto gestire coi suoi amici lo sviluppo della Liguria?
Non lo sappiamo: per adesso. Ma non ci dimenticheremo di chiederlo. Noi non ci dimentichiamo.
*Mario Carrara, consigliere comunale di opposizione
20 Marzo 2025
2/DA IL SECOLO XIX – Antenne di telefonia 5G, nessuno stop: l’opposizione dei sindaci liguri si arena davanti al TarIl governo aveva innalzato il limite dei campi elettromagnetici ma molti sindaci avevano tentato di bloccare la norma, invocando la tutela della salute dei cittadini-
DI MARCO FAGANDINI-
Genova – La progressiva diffusione del sistema di telefonia mobile di quinta generazione, il 5G, ha fatto luccicare gli occhi di migliaia di privati cittadini e imprenditori grandi o piccoli: più velocità, stabilità, sicurezza delle comunicazioni. Eppure la comparsa massiccia delle antenne necessarie per diffondere il segnale 5G ha messo sul chi va là tanti sindaci, anche in Liguria, che preoccupati dalle possibili alzate di scudi dei residenti per la crescita di emissioni elettromagnetiche, lo scorso anno avevano pubblicato una serie di ordinanze urgenti. Bloccando sui propri territori l’innalzamento del limite alle emissioni di campo elettromagnetico consentito dalle norme nazionali ed europee.
Tentativi che però, ora, il Tar della Liguria ha affossato. Annullando tutti quei provvedimenti, accogliendo i ricorsi presentati dalle principali compagnie di telecomunicazioni presenti in Liguria e in Italia. Vodafone, Telecom, Wind Tre e Iliad, a seconda della presenza in una zona delle stazioni di una o dell’altra.
Le ordinanze dei sindaci annullate la scorsa settimana dal Tribunale amministrativo della Liguria riguardano, nella Città metropolitana di Genova, i Comuni di Pieve Ligure, Rapallo, Chiavari, Lavagna e Moneglia. Nello Spezzino quelli di Santo Stefano di Magra e Arcola. Infine Boissano, in provincia di Savona. A Santa Margherita, invece, il Comune aveva già revocato in autotutela la medesima ordinanza. E così il procedimento contro questa amministrazione è stato archiviato. Il Comune di Genova, dal canto suo, aveva evitato questo genere di provvedimento, mentre era in corso il dibattito per l’approvazione del nuovo regolamento sulle antenne. Altre sentenze sono attese, perché tanti sono stati i ricorsi delle compagnie telefoniche. Ma non solo, perché anche nei primi mesi del 2025 alcune amministrazioni comunali hanno continuato a emettere le ordinanze.
Tutto ruota intorno al limite massimo che l’intensità del campo elettromagnetico di un’antenna può raggiungere in Italia. Nel 2003, prima della tecnologia 5G, quella barriera invalicabile era stata fissata a 6 volt per metro (V/m), questa l’unità di misura utilizzata. Nel 2021 poi, l’Unione Europea aveva emesso due regolamenti per incentivare la diffusione del nuovo sistema. L’Italia ha così recepito l’indicazione con la legge del 2023, innalzando il valore a 15 volt per metro. «Pur sempre nel rispetto del limite europeo di esposizione fissato a 60 V/m (10 volte superiore al vecchio limite nazionale)», si legge in una delle sentenze.
Nella primavera del 2024 erano state emesse una serie di ordinanze urgenti da parte di molti sindaci. Che sottolineavano la necessità di maggiori «approfondimenti scientifici che possano escludere ogni danno alla salute pubblica», come spiegato, ad esempio, nel caso di Pieve Ligure. E per questo bloccavano l’incremento a 15 V/m su tutto il territorio del rispettivo Comune.
Il Tar però, la scorsa settimana, ha annullato quei provvedimenti. Spiegando che in nessun caso è stato dimostrato in maniera concreta e scientifica che dall’innalzamento del limite massimo possa derivare un pericolo per la salute pubblica. Non c’è presupposto, quindi, per un atto caratterizzato da urgenza, visto che il richiamo al bisogno di proteggere la salute degli abitanti è solo «generico». E in secondo luogo, i giudici hanno ribadito come questa materia sia di competenza dello Stato, non dei primi cittadini.
DALLA PAGINA FACEBOOK VIVERE BOISSANO – Boissano- Elena Borastero: È diventata proprio una sopravvivenza vivere in sto paese. Poco fa mia figlia Camilla è stata aggredita davanti al cancello di casa da un cane di NON SO CHI (PERCHÉ OGNI 2X3 LUNGO LA STRADA SE NE VEDONO SEMPRE 🤬….) ED È CADUTA SULLA STRADA PERCHÉ ABBIAMO UN ASFALTO CHE FA SCHIFO!!!!!!!(Allego foto). Ora il mio sfogo è in primis per i padroni inesistenti di questi cani…..se non sapete tenerli a bada non prendeteli.In secondo …CARO COMUNE…venire a ripristare la strada e in via Losano sarebbe casa GRADITA.E NON MI SI VENGA A DIRE CHE È STRADA PRIVATA PERCHÉ NON LO ACCETTO…VISTO CHE IN PASSATO PROPRIO LE MULTE LE HANNO FATTE. PRIMA CHE SCATTI UNA DENUNCIA⚠️⚠️⚠️ DATEVI DA FARE⚠️⚠️⚠️….SANTO CIELO…SIAMO ALL’ABBANDONO PIU’ TOTALE….STRADE IMPERCORRIBILI, LAMPIONI SPENTI E CANI ALL’ABBANDONO……SONO STUFA E SCHIFATA!!!