Lectio magistralis di Maria Paola Landini già docente di Microbiologia e preside della Facoltà medico-chirurgica nell’Università di Bologna.
Ne discutono: Enrica Martini direttrice di U.O.C. di Veterinaria, sanità animale e igiene di allevamenti e produzioni zootecniche della AUSL di Bologna; Paolo Pandolfi direttore del Dipartimento di Sanità pubblica dell’AUSL di Bologna
A/H5N1: Orthomyxovirus a trasmissione respiratoria, identificato in uccelli selvatici in Cina nel 1996 che, da allora, ha causato epidemie in allevamenti di volatili in vari paesi, terminate con l’abbattimento di tutti i capi. Durante le epidemie si sono avuti casi umani in persone addette agli allevamenti ma assenza di trasmissione interumana certa.
Negli ultimi anni la frequenza di infezioni da H5N1 è aumentata e il virus ha fatto vari “salti di specie” anche in mammiferi. Di particolare preoccupazione è la situazione statunitense perché il virus sta dilagando nei polli (abbattimento record 150 milioni di polli) e nei bovini che funzionano come “mixing vessel” consentendo un “rimescolamento genetico” fra virus di origine aviaria ed umana, in stretta analogia con il comprovato ruolo svolto in tal senso dai suini.
La situazione statunitense non sembra essere sotto controllo e il recente divieto alle istituzioni sanitarie (CDC, NIH etc..) di fornire dati senza che prima non siano stati visionati a livello governativo, non conforta. Un’ altra pandemia sembra inevitabile. Da quale patogeno sarà causata, da dove partirà, e quando inizierà, è impossibile da prevedere, certamente il virus A/H5N1 è vicino alla meta mancando solo una mutazione aminoacidica nell’ emoagglutinina per renderlo in grado di riconoscere il recettore umano e di trasmettersi a livello interumano.
LA STAMPA DEL 17 MARZO 2025- La pandemia Covid ci ha insegnato che i virus non rispettano confini: si diffondono rapidamente da specie a specie, adattandosi alle circostanze e, in alcuni casi, diventando una minaccia globale. E ora l’influenza aviaria sta facendo lo stesso. La nuova versione di H5N1, presente in più regioni d’Italia, ha mostrato di essere particolarmente letale per i gatti, dove già esiste una pandemia silenziosa. I cani sono maggiormente sensibili ad altri ceppi che si stanno dimostrando essere altrettanto pericolosi per l’uomo, come H3N2. Per non farci cogliere impreparati come con Sars-Cov-2 servono, secondo gli esperti, “alte disponibilità di vaccini aggiornati” e “nuovi piani di risposta alla pandemia che dovrebbero essere sottoposti a test approfonditi e trasparenti, durante i quali i Paesi dovrebbero condividere i loro programmi e guide d’azione e formare collaborazioni globali che incorporino diversi scenari di malattia e strategie di immunizzazione”. Ma a che punto siamo?
DA FONDAZIONE VERONESI – Ciclicamente si torna a parlare di influenza aviaria. L’H5N1, questa la sigla per identificare il virus, è costantemente monitorata dalle autorità per la sua capacità di creare focolai nei volatili. Il passaggio dagli animali all’uomo è un evento estremamente raro così come lo è ancor di più il passaggio da persona a persona. Ciò che ha sollevato di nuovo l’attenzione sul virus sono stati però alcuni casi registrati in Texas nei bovini, animali che mai prima d’ora erano stati infettati dal ceppo H5N1. Ecco 5 cose da sapere sulla situazione attuale dell’influenza aviaria nel mondo…..Leggi…….