Scontro senza precedenti tra Grande Oriente e Gran Loggia regolare d’Italia. I riconoscimenti inglesi e nordamericani e il futuro degli “scozzesi”. Trucioli.it da tempo riporta argomenti d’attualità e storici della massoneria italiana, ligure e logge. C’è chi ci scrive e consiglia di non farci altri ‘nemici’, ‘ne avete già tanti’ e continuate a perdere lettori. Perchè non rispettate il silenzio praticato da altri media locali?’ Come dire tutti o quasi prima o poi hanno bisogno di ‘aiuto’ da un massone.
di Roberto Galullo*
I punti chiave
- La lettera di Bisi 1
- La decisione americana 2
- Il primo atto del 2015 3
- Il secondo atto 2015 4
- Il terzo atto nel 2023 5
- Dietro il paravento 6
- Il Rito scozzese 7
I massoni sono fratelli litigiosi e negli ultimi anni ne stanno dando ampia dimostrazione tra liti furibonde, oltre a cause civili e penali che stanno contribuendo ad intasare i tribunali di mezza Italia. Pensare di aver toccato il fondo è quanto di più lontano da quanto Grande Oriente d’Italia (Goi) e Gran Loggia regolare d’Italia (Glri), stanno mandando in scena nelle ultime ore.
La lettera di Bisi- Il Goi – con una lettera spedita dal Gran Maestro in prorogatio Stefano Bisi il 25 febbraio a Glen A. Cook, segretario della

Commissione della Conferenza dei Gran Maestri del Nord America – ha messo nero su bianco che non sa cosa sia l’amicizia nei confronti dell’altra obbedienza, da circa 24 anni guidata da Fabio Venzi, internazionalmente riconosciuto tra i Gran Maestri più preparati.
Bisi – dopo avere preso atto del riconoscimento a Goi e Glri da parte della massoneria del nord America, pur non ritenendolo ufficiale – dà prova di fratellanza universale e scrive che «il Goi non ha mai espresso il consenso a consentire alle Grandi Logge nordamericane (né ad altre Grandi Logge regolari) di riconoscere sia il Goi che la Glri».
E per essere ancora più chiaro specifica:
1) Goi e Glri non sono in amicizia
2) i fratelli del Goi non possono visitare la Glri
3) i fratelli della Glri non possono visitare le nostre logge.
Saluti e abbracci.
La decisione americana- Alla base, dunque, c’è la decisione americana – attenzione, maturata negli anni con interlocuzioni e dunque non nell’arco di 24 ore – di riconoscere ambo le obbedienze dopo che, nel marzo 2023, la Gran Loggia unita d’Inghilterra (Ugle) ha «annunciato che le due Gran Logge italiane avevano acconsentito a essere riconosciute entrambe dall’Ugle».
Il consenso, tuttavia, non si estendeva ad altre Grandi Logge e per questo motivo Cook, Segretario della Commissione nordamericana, ha contattato gli ufficiali competenti delle due Grandi Logge italiane, chiedendo il consenso affinché le Gran Logge nordamericane entrassero in relazione con l’Ugle. «Le due Grandi Logge italiane – continuano a scrivere gli otto membri della Commissione nel documento pubblicato sul sito il 21 febbraio – hanno ora fornito tale consenso. Di conseguenza, siamo molto lieti di affermare che la Gran Loggia regolare d’Italia sembra soddisfare gli standard di riconoscimento e non vi è alcun impedimento al riconoscimento sia del Grande Oriente d’Italia che della Gran Loggia Regolare d’Italia». Altri saluti e ancora abbracci.
Il primo atto del 2015- La lettera di Bisi – che fa un chiarissimo riferimento nella lettera del 25 febbraio 2025 al fatto che il Goi non ha mai espresso il consenso a consentire ad alcuna Grande Loggia regolare di riconoscere sia il Goi che la Glri e quindi sembra intesa come tale anche la Ugle – va letta anche alla luce di altri tre avvenimenti datati: due del 2015 e uno del 2023.

Il 4 dicembre 2015 il Gran Segretario del Goi Michele Pietrangeli – nelle interlocuzioni del Goi per riottenere il riconoscimento dell’Ugle toltogli nel 1993 e poi successivamente riassegnato solo l’8 marzo 2023 – sottoscrisse un verbale nel quale si legge: « (…) Anche in Italia pertanto nulla osterebbe a che la Ugle decida di restituire al Goi il riconoscimento, pur essendo presente sul territorio la Gran Loggia regolare d’Italia (che è già in possesso del riconoscimento da parte della medesima Ugle), a condizione che siano d’accordo nel condividere il territorio, circostanza, peraltro, già esistente de facto, visto che tutti siamo al corrente della circostanza che esiste un’altra realtà massonica sul territorio italiano e, segnatamente, la Glri. La Giunta, pertanto, preso atto di quanto innanzi ed in considerazione di quanto già espresso con la delibera del 7 febbraio 2015 ribadisce che nulla osta alla condivisione del territorio con la Glri». La Gran Loggia regolare d’Italia si aspettava una reazione ma non a questi livelli. E così, scodella non solo il riconoscimento della Ugle (ormai dato per acquisito) ma due lettere che nel corso degli anni hanno fatto parte dei rapporti tra Gran Logge internazionali. La prima è del 9 dicembre 2015 e la seconda del 10 febbraio 2023.
Il secondo atto 2015- Il 9 dicembre 2015 – e dunque 5 giorni dopo la tornata verbalizzata dal Gran Segretario del Goi – Derek Dinsmore, all’epoca Gran Cancelliere della Gran Loggia unita d’Inghilterra, scrisse a Venzi: «Abbiamo appena ricevuto dal Grande Oriente d’Italia una copia del verbale del loro board del 4 nel quale riaffermano la loro volontà di condividere il territorio con la tua Gran Loggia. Accludo una copia del verbale (…) Non resta che chiederti formalmente se la tua Gran Loggia desidera dividere il territorio con il Grande Oriente d’Italia e se ha obiezioni al nostro riconoscimento del Grande Oriente». La Glri, nell’ambito di una risposta “fraterna” e molto articolata, preferì non procedere alla condivisione del territorio, in quanto a suo giudizio sarebbe stato necessario un pronunciamento delle due Gran Logge.
Il terzo atto nel 2023- Il 10 febbraio 2023 il nuovo Gran Cancelliere Paul R. Engeham scrisse nuovamente a Venzi per informarlo che il

riconoscimento del Goi era stato deciso anche nell’interesse della massoneria inglese. Nella lettera si legge che «(…) nella sua richiesta di riconoscimento, il Goi ha indicato che accetterà il riconoscimento in via continuativa della Glri da parte dell’Ugle. Il Consiglio spera che, allo stesso modo, darai il tuo consenso e accordo al riconoscimento del Goi da parte dell’Ugle».In questo caso la Glri ha preso atto della decisione dell’Ugle, anche perché Engham scrive in maniera sdrucciolevole: « (…) non vogliamo perdere i rapporti dei nostri fratelli hanno stretto con le vostre logge».
Dietro il paravento- Questi atteggiamenti “fraterni” tra le due obbedienze italiane, che sono nel cuore di inglesi e americani a corrente alternata, rappresentano solo le prime schermaglie. Arriverà inevitabilmente la presa di posizione della Glri nei confronti della Ugle, alla quale seguirà un’altra mossa del Grande Oriente chiamato (salvo sorprese) ad affrontare il tema anche alla Gran loggia di Rimini del 4 aprile 2025.
Nella massoneria internazionale l’unica regola sembra essere quella che non esistono regole. Al netto di questo, dietro le schermaglie, c’è qualcosa di molto più profondo del riconoscimento e/o la condivisione del territorio tra le logge dell’una e dell’altra obbedienza (anche perché ciascuna singola loggia nordamericana dovrebbe per proprio conto aderire o meno al riconoscimento della Glri, con tempi che si preannunciano quindi medio/lunghi).
Il Rito scozzese- Dietro lo scontro senza precedenti, c’è sicuramente anche il futuro dei circa 4mila fratelli del Goi che aderiscono al Rito scozzese antico accettato. Il Goi, con un decreto del 13 giugno 2024, ha sospeso ogni rapporto con l’associazione del Rito Scozzese e in risposta, con un decreto del 17 dicembre 2024, il Sovrano gran commendatore del Rito Giulio Nigro ha depennato Stefano Bisi dal Rito stesso. In precedenza, il 9 giugno 2024, il Rito aveva deliberato alcune modifiche statutarie e regolamentari che il Goi valuta incompatibili con la Costituzione del Grande Oriente e con i protocolli di intesa.
Va ricordato che il punto 9 dell’ordine del giorno della Gran Loggia del 4 aprile 2025 recita: “Revoca definitiva di ogni rapporto con il corpo rituale denominato Rito Scozzese antico e accettato e l’adozione di ogni ulteriore conseguente provvedimento”.
La separazione è sulla bocca di migliaia di fratelli e, soprattutto, sarà oggetto di ulteriori dialoghi per far transitare (o meno) i fratelli del Rito proprio nella Gran loggia regolare d’Italia, che è rimasta salomonicamente alla finestra in attesa delle propria Gran Loggia di Roma, di quella di Rimini del Goi e della giustizia ordinaria.
Il “distacco” non è servito però a evitare lo scontro tra obbedienze. Il riconoscimento della Gran Loggia nordamericana per la Glri non poteva passare senza una reazione del Goi e, a questo punto, di reazione in reazione. La situazione sarà sempre più tesa e ingarbugliata. Senza contare che il 17 marzo l’udienza al Tribunale di Roma che vede la lista Taroni contro il Goi (Trucioli.it ha dato ripetutamente conto), potrebbe aggiungere altra benzina sul fuoco.
r.galullo@ilsole24ore.com