Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Borghetto S. Spirito che sorpresa! Elena e Silvia salvano un riccio. La storia fa il giro d’Italia


C’è persino un progetto ‘Ospedale dei ricci’ raccontato dal TG5 mattina. Ma ciò che è accaduto a Borghetto S. Spirito ha fatto il giro social del Bel Paese, migliaia di visualizzazioni, promozione gratuita per la cittadina balneare della Riviera Ligure con la sua secolare storia.

Nei secoli terra produttiva di ortaggi e piante da frutto, pesche in particolare. Il suo sottosuolo è ricco di acqua che ‘disseta’, oltre a Borghetto, buona parte di Ceriale, Loano, Boissano. Dagli anni ’60 nomea di ‘patria’ del più sfrenato insediamento edilizio del ponente ligure. 13mila  ‘seconde case’ e lo ‘sviluppo’ non si è ancora fermato. Un centro storico desertificato quanto a esercizi commerciali e artigianali. Pullulano invece le agenzie immobiliari così come lungo la costa ligure.

La ‘resurrezione’, di buona parte del cuore del paese, se si tratterà di una ‘edilizia intelligente’ e lungimirante, dovrebbe arrivare con la attesa demolizione del fatiscente ex Oleificio Roveraro che a Borghetto ha avuto tanti meriti (posti di lavoro). C’è chi propone la realizzazione di un paio di grattacieli con una grande piazza pubblica e giardini fioriti-alberati, e chi un ‘borgo ligure’. Chissà cosa proporrebbe il ‘mago‘ degli architetti più influenti, prolifici e attivi a livello internazionale, Renzo Piano, residente a Parigi, in possesso anche della cittadinanza francese, 87 anni, nato a Pegli. I figli: Carlo, Giorgio Lia, Matteo.

Non è certamente questa la notizia di cui ci occupiamo e che ha avuto tanto successo tra i social sharer o narcisisti internet. E’ la storia di un riccio, peraltro ormai rarissimi dalle nostre parti. Gli avi, pur essendo animali utili in natura (si cibano di  larve, lombrichi e scarafaggi) non disdegnavano di metterli in una pentola d’acqua bollente, quindi spinarli con facilità, pulire le viscere e assaporare la carne. Erano tempi duri  (bellici e post) a partire dai paesi dell’entroterra. E le giovani generazioni purtroppo ignorano la storia locale.

Il riccio comune, talvolta noto anche come riccio europeo (Erinaceus europaeus Linnaeus, 1758), è un mammifero appartenente alla famiglia Erinaceidae. Questo animale è spesso confuso con il porcospino, termine che si riferisce in realtà all’istrice. Il riccio presenta caratteristiche morfologiche arcaiche, come la formula dentaria e la conformazione del cervello, che lo collegano ai mammiferi esistenti sulla Terra al termine del Cretaceo, mostrando una differenziazione limitata nel corso di milioni di anni. Nel tempo, ha sviluppato il suo caratteristico rivestimento di aculei. In Italia, la specie si è diffusa con tre sottospecie (oltre alla sottospecie nominale, anche consolei e italicus), occupando gran parte del territorio nazionale, comprese Sicilia e Sardegna. Le popolazioni di queste isole, così come quelle della Penisola iberica, risultano geneticamente ben differenziate da quelle continentali

Centro Recupero Ricci “La Ninna” 

LA NINNA CONQUISTA LA GERMANIA
Süddeutsche Zeitung‘, il secondo giornale più venduto in Germania, che conta ben cinque milioni di lettori, dedica una pagina intera al Centro La Ninna, all’iniziativa dell’Ospedale dei ricci e alla bellissima graphic novel ’75 KG DI FELICITÀ’ disegnata da Roberta Morucci, edita da Il Pennino. Stiamo sensibilizzando tantissime persone in tutta l’Europa sulle problematiche dei ricci e dell’ambiente.
UNA STORIA PAZZESCA E BELLISSIMA! 
Elena Migliorini e Silvia Massaferro

Leggiamola come riportata su Facebook. “Oggi voglio raccontarvi una di quelle storie che sollevano il cuore nei momenti difficili e di sconforto.

Sono quelle notizie che riconciliano col genere umano e con la vita.
Stamattina mi chiamano due ragazze da Borghetto Santo Spirito in Liguria chiedendomi aiuto per un riccio rimasto intrappolato in un tubo lasciato aperto nel cortile di una scuola.
Mi mandano le immagini e subito mi rendo conto della difficoltà della situazione.
Il riccio è incastrato in un tubo molto stretto ed è praticamente impossibile liberarlo con le mani.
Mi viene in mente la prima volta che fui chiamato in un paesino vicino a Novello per un caso analogo.
Dopo essermi scorticato le mani mi venne un’idea:
utilizzare due paia di pinze per afferrare gli aculei e tirare su l’animale.
Consiglio le ragazze di chiamare i pompieri intanto.
Poi chiedo loro di procurarsi due pinze col manico lungo per cercare di afferrare il riccio.
Non vi dico l’ansia che aveva in quel momento perché non si sapeva da quanto tempo la creatura fosse lì e da un video si vedeva che respirava affannosamente.
Passa un’ora e sento la tensione sempre più palpabile. Poi finalmente la bella notizia, le ragazze sono riuscite a liberare il riccio che sembra stare bene. Mezz’ora dopo la creatura è al calduccio che mangia l’umido per gattini.
Queste due ragazze sono Elena Migliorini e Silvia Massaferro dell’ Associazione Battiti di coda sede a Tovo San Giacomo (SV).
Ora il piccolo sta bene, in osservazione per alcuni giorni. Che dire amici, una grande grazie a questi due angeli.
UN CONSIGLIO: NON LASCIATE MAI TUBI, TOMBINI O BOTOLE SCOPERTI, PERCHÉ POSSONO DIVENTARE TRAPPOLE MORTALI PER I RICCI E PER MOLTI ALTRI ANIMALI.Nel prossimo video vi mostrerò la delicata operazione di estrazione del riccio dal tubo”.
SU CANALE 5 – Un bellissimo servizio al TG5 mattino sul progetto dell’Ospedale dei ricci, supportato dal nostro nuovo libro a fumetti ’75 KG DI FELICITÀ’, disegnato da Roberta Morucci. Ringraziamo Bruno Bozzetto, Brigitte Bardot e Brian May per i loro preziosissimi contributi.

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