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Caro energia, c’è allarme per micro e medie imprese. Il presidente Grasso: ‘…dalla Regione servono subito interventi strutturali’


Pericoli latenti stanno prospettandosi, come non mai, ai confini nostri e della Comunità Europea.

di Sergio Ravera

Giancarlo Grasso presidente Confartigiano Liguria

Con una economia italiana e tedesca oggi in seria difficoltà, la CEE stessa minacciata dai dazi Usa, autentica spada di Damocle. Pur se giochi incredibili nei costi di materie prime e in scambi commerciali lasciano perplessi quanto indifesi in Occidente cittadini ed imprese, stanti le minacciate quanto pericolose manovre americane, mentre nei Ventisette si susseguono discordanze, contrasti, opposizioni in strategie invocate quanto sollecitate.

In un contesto, laddove diversificati bubboni si propongono costantemente ogni giorno penalizzando produzioni e commercializzazioni a crescita zero. Mentre di concerto, senza scampo, raggiunge i lettori dei quotidiani il solito ritornello di imprudente, azzardata attesa, concomitanti le continue rimostranze di uno Zelensky che oggi stesso (16 febbraio 2025) scommette sul collasso del gigante russo.

Intanto, segnali d’allerta sull’aumento dei costi energetici stanno coinvolgendo le imprese. L’allarme è di Confartigianato Liguria, e sebbene non si siano ancora raggiunti i livelli critici del 2023, indicazioni attuali impongono una attenzione preventiva da parte delle istituzioni per evitare che la situazione diventi insostenibile.

Con un PIL a crescita zero, l’incremento dei costi per energia elettrica e gas che sta già impattando su numerose categorie di imprese, dall’alimentare alle carrozzerie, fino agli impianti sportivi pubblici, potrebbe determinare una situazione insostenibile, aggravando le difficoltà del manifatturiero, già colpito dalla riduzione della produzione e dell’export, nonchè di settori chiave come la moda e la meccanica in grave crisi. Da rilevare in questo contesto, la recessione in Germania che ha ridotto del 5,1% la domanda di prodotti italiani, penalizzando il comparto del made in Italy.

Ricordando che la  perdita di competitività causata dall’aumento dei costi energetici colpisce in particolare le micro e piccole imprese, che in Italia sono molto più diffuse rispetto agli altri paesi europei. Inoltre, il prelievo fiscale e parafiscale squilibrato sui consumi di energia elettrica grava ulteriormente sulle MPI, amplificandone le difficoltà economiche.

Riportiamo in tabella una sintesi dell’incremento medio dei costi per alcune categorie di attività. (stima su un campione di strutture medie di settore).

L’analisi del mercato dell’energia evidenzia inoltre che il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica in Italia è salito del 44,2% su base annua, mentre quello del gas è aumentato dell’80,0% rispetto ai minimi di febbraio 2024. Aumenti che si ripercuotono direttamente sui costi delle imprese, aggravando il divario competitivo con gli altri paesi europei.

“Questi primi rincari non possono essere sottovalutati – commenta Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria –. Pertanto, sono sicuramente positivi i bandi regionali sull’energia, ma non intervenendo tempestivamente con interventi strutturali, molte attività subiranno  una ulteriore impennata dei costi che potrebbe risultare rovinosa”.

Sergio Ravera

 


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Sergio Ravera

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