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Savona, riaperta ai visitatori la Cappella Balbi e Villa Noberasco ad Albenga


Renato Giusto, consigliere comunale ha affermato: “Ottima iniziativa, la riapertura di villa Balbi ma resta insoluto il problema della gestione continuativa. Ne parlerò con il sindaco”.

  di  Gianfranco Barcella

Pochi savonesi hanno potuto apprezzare fino ad ora la bellezza della Cappella Balbi in via Torino n.114 r. a Savona, un gioiello architettonico, eletto a luogo del cuore, dal FAI. Renato Giusto ha scritto di recente:“Ottima iniziativa riaprire e far conoscere un’opera d’arte nascosta: la Cappella Balbi. Finalmente la Croce Bianca che è la tenutaria di quella bellissima opera architettonica, magnificamente affrescata offre l’opportunità di visitarla. Si potranno ammirare gli affreschi di uno dei migliori pittori settecenteschi savonesi: GIO’ AGOSTINO RATTI, padre di un altro bravissimo pittore e storiografo savonese: CARLO GIUSEPPE RATTI che scrisse una biografia, secondo il manoscritto del 1762, dei pittori liguri più famosi e più bravi. Lo storiografo genovese RAFFAELE SOPRANI, si era già cimentato  un secolo precedente in questa apprezzabile impresa,  scrivendo un libro dal titolo dal titolo: <Vite di pittori, scultori, architetti genovesi>.

Ho letto con vivo piacere le opere di entrambi. Questa piccola Cappella custodisce negli affreschi la figura della Madonna, a testimonianza della devozione che i Savonesi hanno per la Madre di Misericordia, <Vergine e Madre, Figlia del Suo Figlio, secondo Dante>”.

Tre anni fa ricordo di aver letto sul n.47 del blog Trucioli.it, un articolo di Danilo Bruno, datato 29 Luglio 2021: “E’ evidente che l’onere di apertura al pubblico o di un sistema di visite guidate non può gravare sulla Croce Bianca anche perché sono altri i suoi fini istituzionali ma allora perché non pensare ad una apertura al pubblico, curata magari, data la piccola dimensione della struttura, da volontarie e volontari”.

La cappella Balbi era incorporata nella Villa Balbi che fu sacrificata all’espansione urbanistica nel quartiere di Villapiana. Per fortuna fu incorporata all’interno dei nuovi palazzi edificati in quel periodo. L’edificio sacro è minuscolo, circa dieci metri quadrati, e fu acquistata dalla Croce Bianca, insieme ai locali a piano terra per insediarvi un ambulatorio di quartiere. Potevano usufruirne i lavoratori della vicina fabbrica Scarpa e Magnano oltre che i residenti.

La Cappella Balbi ospitò la celebrazione del matrimonio del generale Cadorna con la Marchesina Giovanna  Balbi. Nel 2016 durante un intervento di restauro furono ritrovati sul soffitto altri abbellimenti che ne valorizzano ancor più il pregio estetico. L’intervento di restauro fu sstenuto dalla Fondazione De Mari  in concorso con l’Associazione Aiolfi ed il Fai, unitamente al sostegno della proprietà ovvero della Croce Bianca. Danilo Bruno sempre nel succitato articolo sosteneva molto opportunamente che l’onere dell’apertura al pubblico di un sistema di visite guidate non potesse gravare sulla Croce Bianca anche perché altri sono i suoi fini istituzionali. Già l’autore dell’articolo chiedeva l’intervento del Comune di Savona con l’ausilio del FAI, sempre pronto  a livello nazionale ad inserire attività di volontariato in luogo di personale scientificamente preparato durante le proprie aperture di monumenti a dati annuali. E non trascurava neppure l’idea di coinvolgere anche l’Associazione Aiolfi. Pare che il problema si riproponga ancora oggi.

Renato Giusto, in qualità di consiglere comunale ha ribadito che la gestione della Cappella Balbi dovrebbe essere a carico del Comune. Ha promesso: “Ne parlerò con il sindaco”. Il FAI stesso ha invitato tutti coloro che non conoscono questo piccolo tesoro d’arte savonese di varcare la sua soglia in legno adornata di austeri rilievi. Ma questo piccolo locale è importante non solo sotto il profilo artistico ma anche storico. Infatti, come già accennato in precedenza, è l’unica struttura sopravvissuta della dimora residenziale dei Marchesi Balbi che risaliva presumibilmente alla metà del ‘500 . Purtroppo  negli anni ‘30 del 1900, a seguito della fatale espansione edilizia cittadina si invasero con costruzioni popolari sia i terreni circostanti che l’antica Villa Balbi che in seguito venne demolita. Fu conservata per fortuna l’antica cappella che merita di essere ammirata e visitata con continuità.

Proprio il FAI potrebbe diventare parte diligente nella gestione della Cappella Balbi. Già contribuisce in modo egregio alla valorizzazione la Villa Noberasco di Albenga, gioiello del Decò. L’edificio vivrà un pomeriggio speciale Sabato 11 Gennaio alle ore 17,30. I volontari del FAI accompagneranno i visitatori alla scoperta di quel gioiello architettonico e brinderanno al nuovo anno appena iniziato. Costruita per volere della famiglia Noberasco negli Anni ‘30 del secolo scorso, la Villa sul Viale Italia aprirà non solo le porte delle sue bellissime sale, decorate in stile Art Déco, ma svelerà anche a vita di <una famiglia bene> dell’epoca. Si potrà ascoltare un racconto creato grazie alle ricerche di archivio ed ai racconti ed alle memorie degli eredi. In quell’occasione saranno anche  messi per la prima volta in mostra i progetti dell’edificio realizzati dall’architetto Giuseppe De Negri e custoditi dagli eredi. L’evento terminerà con un brindisi augurale per salutare il nuovo anno all’insegna della cultura.

Gianfranco Barcella

 


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G.F. Barcella

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