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Il libro/ I Savonesi Leon Pancaldo, Francesco Piora, Giovanni Gravallo, Martino de Giudici e Agostino Bona iniziarono con Magellano il primo viaggio attorno al mondo


Franco Mauro Icardi ha presentato alla UBIK di Savona il libro “I Savonesi Leon Pancaldo, Francesco Piora, Giovanni Gravallo, Martino de Giudici e Agostino Bona iniziarono con Magellano il primo viaggio attorno al mondo. Cengio, ebc (edizione della biblioteca di Cengio 2025).Vedilibrook

Domanda di Andrea Novelli-  Parlaci della spedizione di Ferdinando Magellano partita il 10 agosto 1519 da Siviglia (dove i 5 velieri furono costruiti) e salpata il 20 settembre 1519 da Sanlúcar de Barrameda, alla foce del fiume Guadalquivir. Ne facevano parte 4 navi: la Trinidad, la San Antonio, la Victoria, la Conceptión, e la caravella Santiago con a bordo, complessivamente 237 uomini che, al primo scalo alle Canarie ne persero uno (fuggito), e al suo posto ne imbarcarono altri tre portando il totale a 240 di cui 26 italiani e, tra di essi i Savonesi Leon Pancaldo, Fracesco Piola, Giovanni Gravallo, Martino de Giudici ed Agostino Bona.

Rispondo che il portoghese Fernão de Magalhães (Ferdinando Magellano) aveva combattuto come soldato per il re del Portogallo, dom Manuel I d’Aviz, in Marocco, nel sud dell’ India, in Mozambico (Africa meridionale), ma soprattutto partecipò alla conquista della città di Malacca in Malesia nel 1511. Al ritorno in patria aveva chiesto al re un aumento di paga per potersi sposare. Il rifiuto del re lo portò a lasciare la patria ed a chiedere al giovane Carlo, appena fatto re di Spagna, di organizzare un viaggio verso ponente per raggiungere le isole delle spezie in Indonesia. Qui risiedeva un caro amico, il portoghese Francisco Serrão, che lo aveva invitato, con lettere, a raggiungerlo. 

Parlaci di Leon Pancaldo il Savonese che partecipò al 1° viaggio di circumnavigazione intorno al mondo sulla nave Trinidad…

Rispondo che a pag. 82 Pancaldo all’imbarco a Siviglia si dichiarò come marinaio nato a Savona (marinero natural de Saona),. In seguito, dopo l’ammutinamento degli Spagnoli a San Julián in Patagonia nel 1520 fu scelto da Magellano stesso come pilota della Trinidad. Pancaldo pilotò la nave del Capitano generale sino alla cattura della nave da parte dei Portoghesi alle Molucche, isole delle spezie, nel 1522 durante il viaggio di ritorno in Spagna.

Parlaci del viaggio di Magellano e di chi gli succedette nel ritorno in Spagna fu raccontato dal Vicentino Antonio Pigafetta nella sua “Relazione”, ma il diario di bordo, il Roteiro, ovvero la descrizione della rotta, fu conservato dal Savonese Leon Pancaldo. Ce ne parli?

Rispondo che a pag. 110 Pancaldo scrisse il  Roteiro in italiano che venne tradotto in portoghese ed inviato al re portoghese João III d’Aviz, detto il Pio (Lisbona, 7 giugno 1502 – Lisbona, 11 giugno 1557). Era il 15° re del Portogallo e dell’Algarve. Era il figlio del re Manuel I e di Maria d’Aragona, figlia quartogenita di Ferdinando II d’Aragona e di Isabella di Castiglia.

Del  Roteiroesistono quattro versioni:

  • il manoscritto degli Archivi della Torre do Tombo a Lisbona (Portogallo) in portoghese;
  • il manoscritto di Parigi custodito negli archivi della BNF (Banca Nazionale di Francia);
  • il manoscritto dell’Accademia di Storia di Madrid (Spagna); e
  • il manoscritto degli Archivi storici di Bruxelles (Belgio) presso la Bibliothéque des Riches Claires in lingua francese.

Il testo originale scritto da Pancaldo in italiano andò perduto. Ho consultato una traduzione in italiano tratto dal manoscritto portoghese: “Giornale di viaggio di un pilota genovese addetto alla spedizione di Ferdinando Magellano = Roteiro da viagem de Fernam de Magalhaes / pubblicato da Luigi Hugues, Genova: Tipografia del R. Istituto de sordo-muti, 1881, 239 p. : 27 cm, in testa al front.: omaggio al Congresso Geografico Internazionale di Venezia, Atti della Società ligure di storia patria di Genova.

Cosa differenzia il tuo libro da altre opere sulla spedizione  di Magellano? Quali sono gli elementi di novità derivanti dalle tue ricerche storiche e bibliografiche?

Rispondo che a pag. 4 ho scritto: Nel febbraio del 1317 dom Dinis (1279-1325), il re del Portogallo della Casa di Borgogna, concedeva a Emanuele Pessagno, ligure di Lavagna, il titolo ereditario d’Ammiraglio. Questo Ligure è il primo ammiraglio del Portogallo e il sovrintendente alle costruzioni navali portoghesi. Egli si impegnò, anche a nome dei suoi eredi, a mantenere 20 genovesi (ossia Liguri sabedores de mar, esperti di navigazione), capaci di comandare delle galee e sempre disponibili al servizio del re.

Dovevano insegnare ai Portoghesi a navigare, e d a fare le carte nautiche. Come al solito la prof.ssa Gabriella Airaldi scrisse che Pessagno era genovese, mentre era un ligure di Lavagna che sposò una Fieschi dei conti di Lavagna.

Sempre a pag. 4 affermo che il principe reale Enrico il Navigatore inviò João Gonçalves Zarco e Tristão Regolatore del Vaz Teixeira a colonizzare l’isola di Madera, ed il nobile piacentino Bartolomeu Perestrello a popolare l’isola vicina di  Porto Santo. Ed a pag. 5 aggiungo che: Nel 1438 Agostino da Noli, fratello di Antonio che riscoprìva allora le isole di Capo Verde, risiedeva in Portogallo e qui era chiamato magister cartarum pro navigando: doveva insegnare ai Portoghesi le carte nautiche utili per la navigazione. Ecco un altro Ligure molto apprezzato in terra portoghese. A pag. 12 faccio notare che Il Portogallo, alleato alla Francia, iniziò la guerra di successione per il regno di Castiglia-León nel dicembre 1473.

Il re portoghese Afonso V si era autoproclamato re di Castiglia-León e Portogallo (rex Castelle, Legioni et Portugalie) e da Parigi, dove si era recato per chiedere un sostegno militare a Luigi XI re di Francia nella guerra contro Isabella di Castiglia e suo marito Ferdinando II re di Aragona. Afonso V  inviò una lettera in data 27 aprile 1477 a Lorenzo il Magnifico chiamandolo “amico nostro”. Gli fece richiesta di un mutuo di 10.000 ducati d’oro annuali. Tale lettera[1] venne recapitata a Firenze il 3 maggio 1477. Il 6 giugno 1477. Isabella col marito Ferdinando fecero occupare “la ysla de Cabo Verde (l’isola di Capo Verde)… e al dicho miçer Antonio por mi capitan” ossia confermarono il Ligure Antonio da Noli come capitano di Santiago e di tutto l’arcipelago di Capo Verde, ma questa volta per conto dei sovrani spagnoli.

Inoltre faccio notare che Cristoforo Colombo a pag.5, nella sua giovinezza, fu un capitano corsaro al soldo del Francese Renato d’Angiò, re di Napoli, che fu sconfitto e cacciato da Napoli dal re d’Aragona.

Lo attesta una lettera di Cristoforo Colombo della quale abbiamo ricevuto una copia-estratto (tratta dall’originale) del domenicano Bartolomé de Las Casas. L’ammiraglio scrisse questa lettera per i Re di Spagna nel gennaio 1495 dall’isola “Española” [oggi Haiti-Santo Domingo]. Ecco il testo: “Mi è accaduto che il re Reynel [Renato I d’Angiò][4] che è deceduto [+1480], mi inviasse a Tunisi (Túnez) per catturare la galeazza Fernandina[5]… con la detta galeazza vi erano anche due navi (naos) e una caracca; così che coloro che stavano con me si preoccupavano e non volevano proseguire il viaggio, a meno che non si tornasse a Marsiglia, a procurarsi un’altra nave e più equipaggio”.

Rimando alla conferenza letta da Francesc Albardaner il venerdi 2  Marzo 2018 nella sede della Società Savonese di Storia Patria a Savona: “Nelle mie ricerche negli archivi di Barcellona e Valenza (Archivio del Regno di Valenza (ARV); Batllia, Vol. 1154, pp. 189v-193r; 23-29 Febbraio 1468. Archivio Storico della Città di Barcellona (AHCB); Lletres Closes, Notaio Joan Brujó (1471-1472); 26 Agosto 1472+ 6 Settembre 1472.)  ho trovato diversi accenni alla Ferrandina nel contesto della guerra civile catalana (1462-1472),

Nel mio libro Fine di un mito, 3a edizione, a pag. 16 nota n° 25 sottolineo che la Fernandina viene citata negli Archivi della città di Barcellona (Arxiu Històric de la Ciutat de Barcelona) e di Valencia. Rimando alla conferenza letta da Francesc Albardaner il venerdi 2  Marzo 2018 nella sede della Società Savonese di Storia Patria a Savona: “Nelle mie ricerche negli archivi di Barcellona e Valenza (Archivio del Regno di Valenza (ARV); Batllia, Vol. 1154, pp. 189v-193r; 23-29 Febbraio 1468. Archivio Storico della Città di Barcellona (AHCB); Lletres Closes, Notaio Joan Brujó (1471-1472); 26 Agosto 1472+ 6 Settembre 1472.)  ho trovato diversi accenni alla Ferrandina nel contesto della guerra civile catalana (1462-1472), in quanto la nostra galea fece parte della flotta del re Giovanni II di Aragona che lottava contro la Generalitat de Catalunya da cui è stato dichiarato “traditore della patria”. La Generalitat incoronò diversi sovrani alternativi, l’ultimo dei quali fu appunto Renato d’Angiò (1466 -1472). La Ferrandina era una galea la cui proprietà era ripartita in parti uguali tra alcuni mercanti fiorentini, fra i quali vi erano i Vespuccio [come Piero di Giuliano Vespucci (1432-1485) zio di Amerigo Vespucci che comandò la Fernandina], ed il re Ferrante [Fernando] di Napoli, figlio di Alfonso il Magnanimo e pertanto nipote del re Giovanni II di Aragona. Ferrante, nel conflitto tra il Principato di Catalogna e Giovanni II, si schierò a fianco dello zio [Giovanni II padre di Ferdinando II d’Aragona]… Renato di Angiò, per spezzare l’assedio navale di Barcellona, creerà successivamente, per conto suo, nel 1471, una flotta corsara”.

Busi Giulio,  Cristoforo Colombo: il marinaio dei segreti. Milano, Mondadori, 2020, ISBN 978-88-71737-9, pag. 21: “Dai registri della corte partenopea sappiamo che nell’ottobre 1471 si preparano a Napoli rinforzi per il <capitano delle galee perché vada a scacciare certe navi di corsari>”. Ed a pag. 159: “originariamente…un progetto prevedeva quattro galeazze”di Napoli. Infatti la lettera di Cristoforo Colombo del gennaio 1495 specifica che “con la detta galeazza [Fernandina] vi erano anche due navi (naos) e una caracca”. Per questo  sono dell’avviso che l’inseguimento della galea Ferrandina avvenne nella seconda metà del 1471 o, con maggiori probabilità, nella prima metà del settantadue. A partire dall’estate di questo anno (1472), la  Ferrandina partecipò ininterrottamente all’assedio di Barcellona fino alla resa di questa nel mese di ottobre. È evidente che in epoca posteriore, l’azione di inseguimento non avrebbe avuto alcun senso(vedi  seguito testo…….).


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