Itinerario natalizio savonese, con qualche curiosità. Le luci di Natale in una città candidata a Capitale Italiana Per la Cultura 2027.
di Ezio Marinoni
Questo breve viaggio, reale o immaginario, si svolge fra il complesso della Cattedrale, la Cappella Sistina, la chiesa di San Giovanni in San Domenico e l’Oratorio del Cristo Risorto, accompagnati dalle luci serali natalizie. Infatti, in relazione alla candidatura di Savona a Capitale Italiana della Cultura 2027, per le festività natalizie la città trasforma le sue strade e i suoi monumenti in opere d’arte urbana attraverso l’utilizzo di tecnologie sostenibili e a basso consumo.
Il progetto “Lighting 4 Savona” – ideato dall’agenzia di comunicazione Condiviso.coop con la Lighting designer Stefania Toro – crea “texture” luminose, dai decori tipici della ceramica bianca e blu di Savona, sui palazzi storici più rappresentativi e nei punti cruciali della città, dando vita ad una esperienza emozionante e coinvolgente.
Le tappe principali di questo viaggio, di luci e nella luce, sono piazza del Popolo, piazza Mameli, dove sorge il Monumento ai Caduti, la Torre Leon Pancaldo (la Torretta), piazza Sandro Pertini e la Pinacoteca Civica di piazza Chabrol.
Ad ogni luogo è associata una parola chiave che ha ispirato il lavoro.
“Partecipazione” in piazza del Popolo, luogo poliedrico della città, valorizzata da un’illuminazione scenografica degli alberi dal basso verso l’alto. “Memoria” in piazza Mameli, dove l’attenzione si concentra sul Monumento ai Caduti, che sarà illuminato, allo scoccare delle 18, con una scenografia luminosa sincronizzata ai 21 rintocchi delle campane, per poi far aleggiare la sua delicata illuminazione fino allo scoccare della mezzanotte. “Identità” a La Torretta, illuminata su tre facciate da “texture” luminose create ad hoc dall’illustratore Cristiano Ghirlanda di “Condiviso.coop”, ispirate ai decori della ceramica albisolese. “Radici” in piazza Pertini, dove un fascio di luce circoscriverà la scritta incisa sulla facciata di un palazzo: Cultura=Capitale. “Arte” infine, in piazza Chabrol, dove si conclude il percorso con un intervento in cui si alternano le proiezioni dei quadri luminosi realizzati sulla facciata della Pinacoteca, realizzate con la stessa tecnica delle immagini proiettate sulla Torretta, per creare un fil rouge a unire tutti gli interventi all’interno della città.
I colori scelti sono quelli dell’identità grafica della candidatura di Savona 2027 che affondano le radici nella tradizione ceramica: il bianco e il blu cobalto che, insieme a qualche piccolo intervento in magenta, caratterizzano l’albero di Natale 3D a led di 12 metri, dal design moderno e a basso consumo energetico, di piazza Sisto IV e le luminarie delle singole vie, in un progetto coerente e armonico coordinato dalle associazioni di categoria.
Il progetto “Lighting 4 Savona” si collega al più ampio programma del Natale 2024 che comprende i due concerti di Capodanno: al Teatro Chiabrera, con l’Orchestra Sinfonica di Savona, una delle iniziative più longeve e di successo; il Capodanno in piazza Sisto IV, un concerto che è una festa per tutti e per tutte le età.
Oltre a ciò, si potrà vedere la mostra diffusa “Baj chez Baj”, che celebra i cento anni dalla nascita di Enrico Baj, uno tra i principali protagonisti dell’arte italiana del Novecento.
Iniziamo, a questo punto, il nostro percorso storico e natalizio, alla scoperta di alcuni luoghi savonesi, fra bellezza e qualche curiosità o mistero.
L’albero di Natale “green” in piazza Sisto IV- Il tradizionale albero è stato acceso il 7 dicembre, in anticipo (come anche lo scorso anno) rispetto alla tradizione di dare il via alle manifestazioni per il Natale l’8 dicembre con la festa della Immacolata Concezione. La piazza è illuminata, come nei due anni precedenti, da un albero “green”: non un abete vero e proprio, ma una struttura stilizzata composta interamente di luci.
La Cattedrale- Dedicata a N. S. Assunta e al Mistero dell’Assunzione di Maria Vergine al Cielo; viene costruita nel XVI secolo e consacrata nel 1605, in sostituzione del precedente edificio risalente agli inizi del IX secolo e distrutto durante l’occupazione genovese della città nel 1528, con la costruzione della fortezza sul promontorio del Priamar. Sorge sul luogo già occupato dalla duecentesca chiesa di San Francesco.
Nel catino dell’abside è dipinto il Mistero dell’Assunzione al Cielo di Maria, in corpo e anima, un viaggio spirituale che trova una correlazione nella conchiglia sulla Croce all’ingresso, di grande valore ed effetto, opera marmorea del XV secolo, la cui particolarità è di essere scolpita su entrambi i lati di un unico blocco di marmo. Sul fronte vi è il Cristo Crocifisso, sul verso opposto la Madonna col Bambino quasi a tutto tondo; lo spessore del monolito è ornato da un motivo di fiori e foglie e, in cima, dalla conchiglia di San Giacomo, che evoca Compostella e il tema del viaggio.
Sull’altare laterale di San Sisto è posta la pala della Madonna in Trono con il Bambino tra i Santi Pietro e Paolo del XVI secolo, attribuita al misterioso e poco noto Maestro della Visitazione di Wiesbaden (1).
Il bassorilievo dell’Assunta, del XIV secolo, che sovrastava il portale centrale dell’antico Duomo, è in marmo bianco, con gli Apostoli intorno ad un sarcofago nella parte inferiore.
Il bianco pulpito rinascimentale nasce per l’antica Cattedrale. Il basamento è costituito da un blocco triangolare che porta tre sirene alate in corrispondenza degli spigoli, figure anomale tipiche della scultura medievale. Sul fusto quattro putti sorreggono un capitello elaborato e in alto la cassa alterna nelle formelle gli Evangelisti alla predicazione di San Paolo. Nell’insieme, tra putti e formelle ad altorilievo, si coglie la prospettica visione di un raffinato calice, che può far pensare ad una simbolizzazione del Graal, il mitico calice dell’Ultima Cena, che tanta letteratura e filmografia ha ispirato nel tempo.
Sul soffitto sono affrescati i momenti salienti della vita terrena di Maria, con riferimenti e inserti apocrifi: la Natività, dal Protovangelo di Giacomo; la Presentazione di Maria al Tempio, assente nei Vangeli, proposto da vari dagli apocrifi (in particolare il Protovangelo di Giacomo); la “Dormitio Mariae” (2).
La antica tradizione musicale della Cattedrale savonese si desume dalle abitudini e dalle iniziative dei due Papi savonesi: Sisto IV riforma e ricostituisce il coro di S. Pietro in Vaticano, che da lui prende la denominazione di “Cappella Sistina” (1473); successivamente istituisce la Cappella Giulia, vivaio delle voci destinate alla Cappella Sistina stessa, riformato nel 1512 dal nipote, Papa Giulio II.
La Cappella Sistina di Savona- Fatta erigere da Papa Sisto IV, era la cappella funeraria dedicata ad accogliere il mausoleo della sua famiglia (a partire dai genitori Leonardo Della Rovere e Luchina Monteleone), completamente rinnovata in stile rococò. Il mausoleo marmoreo era collocato anticamente sul lato sinistro dell’abside, opera degli scultori Giovanni e Michele d’Aria: due lesene sorreggono un timpano sigillato al vertice dallo stemma papale; al centro l’elegante sarcofago sormontato dai bassorilievi presenta figure celebrative dei santi Francesco e Antonio, che accompagnano i genitori del Pontefice alla presenza del Bambino in grembo alla Vergine.
La volta pseudo ellittica è affrescata al centro con “Il Mistero della Redenzione” di Paolo Gerolamo Brusco. La pianta di rovere sottolinea la celebrazione della famiglia Della Rovere e riprende il tema dello stemma papale presente ai quattro lati della volta.
La chiesa di San Giovanni in San Domenico- Abbiamo già in parte tratteggiato e fatto riferimento alla storia di questa chiesa, lo scorso 28 novembre 2024: https://trucioli.it/2024/11/28/savona-non-ce-piu-la-chiesa-di-san-domenico-distrutta-dai-genovesi/
Essa sorge ai margini del centro storico, su un angolo della ottocentesca via Paleocapa. Fra i tanti artisti che vi hanno lasciato opere d’arte, sono da ricordare le figure di Paolo Gerolamo Brusco (gli affreschi sulla volta), Lazzaro De Maestri, Bartolomeo Guidobono (“Madonna della Misericordia”), Veronica Murialdo (3), il misterioso artista Teramo Piaggio (4), Giovanni Agostino e Carlo Giuseppe Ratti, Paolo Gerolamo Piola, con la tela della Madonna recante l’immagine di S. Domenico in Soriano.
Non sappiamo per quale motivo questa figura di domenicano sia venerata a Savona. Nella notte del 15 settembre 1530 la Vergine Maria, insieme a S. Maria Maddalena e a S. Caterina d’Alessandria, appare a fra Lorenzo da Grotterìa, nella chiesa dei domenicani a Soriano Calabro, consegnandoli una tela raffigurante S. Domenico, perché fosse esposta al culto. La miracolosa effigie rimane incolume tra le macerie del convento, crollato a seguito del terremoto del 1783.
L’Oratorio del Cristo Risorto- Già intitolato alla SS. Annunziata, è sede di una delle più antiche confraternite di Savona, situato nel centro storico in prossimità dell’incrocio tra la medievale via Pia e l’ottocentesca via Paleocapa. Viene costruito a partire dal 1604 come luogo di culto per il monastero delle Agostiniane della SS. Annunziata che lasciano il convento il 13 giugno 1887, trasferendosi nel palazzo Gavotti di Legino. Il monastero sarà in parte demolito e trasformato in scuola. La chiesa, oggi inglobata nella architettura dei palazzi civili ottocenteschi, per un certo periodo sconsacrata e ceduta nel 1906 alla Confraternita del Cristo Risorto, viene riaperta al culto due anni dopo con l’attuale denominazione di Oratorio del Cristo Risorto. L’esterno, semplice e spoglio, è stato dipinto soltanto nel 1907 dai savonesi A. e F. Bertolotto. All’interno, il maestoso altare maggiore è opera di Filippo Parodi e allievi, risalente all’ultimo quarto del XVII secolo. Gli affreschi soprastanti sono una delle opere più significative del pittore savonese Gio. Stefano Robatto (1652-1733). Il Sabato Santo, dopo aver assistito alla Veglia in Cattedrale, i confratelli si recano in processione in Oratorio “scortando” il Vescovo che presiede la breve e significativa cerimonia della discesa del Cristo Risorto.
Torneremo a parlare di queste cerimonie dal sapore antico nel tempo pasquale.
Ezio Marinoni
Note
1.Per un approfondimento, cfr. il testo di Laura De Fanti in: www.academia.edu/33830274/La_Madonna_in_trono_e_Santi_del_Maestro_della_Visitazione_di_Wiesbaden
2.Al riguardo, la Costituzione Apostolica “Munificentissimus Deus”, emanata da Papa Pio XII il 1° novembre 1950, proclama il dogma dell’Assunzione senza specificare se la Madonna sia morta
o meno.
3.Veronica Murialdo (Savona, 27 gennaio 1811 – 1892), pittrice e ceramista operante soprattutto in Liguria. Figlia primogenita dell’artista savonese Stefano Murialdo (“il Crocetto”) e di Anna Giordano, è stata spesso soprannominata “la Crocetta”.
4.Teramo Piaggio (Zoagli, 1485 – 1554). Le prime notizie su di lui si hanno soltanto dal 1532, quando firma, assieme ad Antonio Semino, la pala della “Crocefissione di Sant’Andrea” per la chiesa genovese omonima (l’opera è poi stata trasferita nella chiesa di Sant’Ambrogio a Cornigliano). Ricaviamo il nome di Teramo Piaggio da alcuni dipinti in cui egli si firma “Teramus de Plasio de Zoalio”. Dal 1539 in poi sappiamo di lui solo quanto citano i documenti scoperti da Federico Alizeri (1874).