Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Il primo arrampicatore ligure


Il primo arrampicatore  Ligure. Le falesie del Finale, insieme a molte altre disseminate in tutta la Liguria sono state le palestre frequentate dagli anni 70 in avanti,  da rocciatori  provenienti da tutto il mondo.

di Giuseppe Testa 

Fra i Climber si sono distinti molti Liguri e non solo perché facilitati dalla vicinanza ai loro luoghi di allenamento e da una conoscenza, praticamente innata, dei luoghi. I Liguri, abituati ad un territorio impervio, sono veri e propri montanari: non a caso i Savoia iniziarono i loro reclutamenti includendoli tra le truppe alpine. Ma per far capire quanto sia innata la capacità di scalare tra le nostre genti, vi è un episodio, citato dallo storico Gaio Sallustio Crispio (86-34 a.C.), riferito alle campagne di conquista di Gaio Mario in Africa. Questo testimonia come l’arrampicare a mani nude (oggi diremmo free climbing) è insito nel D.N.A. o comunque appartiene al ligure come la tendenza al mugugno.

Trovandosi l’esercito guidato da Gaio Mario all’assedio di una fortezza africana (era la cosiddetta guerra Giugurtina), dopo svariati e sfortunati tentativi di assalto, ufficiali e legionari fossero parecchio scoraggiati: la fortezza incombeva sull’accampamento romano ed ogni tentativo di attacco veniva respinto con forza (e vittime), mentre l’unico lato da cui si sarebbe potuto effettuare una salita appariva ripidissimo e  inavvicinabile.

Mentre gli strateghi studiavano la situazione senza arrivare ad una soluzione, un ligure assoldato nelle truppe ausiliarie (queste genti da sempre venivano assoldate come truppe mercenarie), durante una pausa di riposo, probabilmente irrequieto per la forzata e prolungata sosta, pensò bene di andare in cerca di un po’di distrazione e si allontanò dall’accampamento, cercando nel frattempo acqua e magari anche cibo.

Nel suo girovagare in quel lembo di Africa vide una lumaca e, memore di quanto i piccoli animaletti fossero appetitosi e apprezzati nel suo paese di origine, la raccolse e ne seguì la traccia, sperando di trovarne altre. Passo dopo passo, sbuffando e arrancando fra una roccia e un tratto erboso, continuò la sua raccolta di lumache. Ad un certo punto si accorse di essersi molto allontanato dall’accampamento, anzi, di essere arrivato in cima alla rupe, dietro la fortezza nemica, non sorvegliata da quel lato, ritenuto inaccessibile per via del dirupo. Tornò per la stessa strada all’accampamento e si precipitò dai suoi superiori, spiegando quello che era riuscito a fare: immaginiamo le facce perplesse di ufficiali e legionari al sentire raccontare la sua avventura .

Dopo un breve consulto, il generale romano prese una decisione, intelligente come spesso questi erano usi a fare. Organizzarono un piccolo gruppo di legionari accompagnati da un folto numero di suonatori di tromba e, affidata la guida al ligure diedero il via  all’operazione. La salita fu faticosa perché armi e strumenti musicali erano un impaccio e un peso notevole ma il piccolo ed agile ligure aiutò tutti a salire fra le rocce scegliendo i punti meno difficoltosi finchè non arrivarono alle spalle della fortezza: i  suonatori diedero fiato alle trombe e legionari a picchiare le spade sugli scudi tanto che gli assediati pensarono di essere aggrediti da una forza imponente e distolsero buona parte degli armati dalle mura verso l’accampamento romano.

In questo  modo il grosso dell’esercito   rimasto   all’accampamento riuscì ad  assaltare la fortezza e a conquistarla.

Lo storico non ci dice se il ligure fu in qualche modo premiato  e riconosciuta la sua  abilità (e lealtà verso i romani), ne quale fosse il suo nome, ma sicuramente noi abbiamo trovato in questo brano… la più antica notizia di un arrampicatore Ligure!

Giuseppe Testa 

 

 

 

 

Didascalia della moneta in immagine

Silla trionfa su Giugurta e riceve l’omaggio di Bocco, da una moneta del figlio del dittatore.


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G. Testa

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