Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Triora, un’antica usanza. Lo ‘spaudo’. Lo sposo deve consegnare agli scapoli un risarcimento. 2/ Il tristissimo addio: Deborah Roberts soprano e direttrice


L’usanza dello spaudo ((U Spaudu) ha un’origine molto antica e, come altre, non se ne sa l’inizio. Si tratta di un risarcimento dovuto dal forestiero agli scapoli quando si sposava con una giovane del luogo.

Anticamente si faceva una sorta di assordante “serenata” sotto la casa del forestiero e fino a quando non rassicurava la marmaglia (gli scapoli) di sottostare al pagamento, non lo si lasciava in pace. Ottenuto il risarcimento, si preparava un rinfresco fuori dalla chiesa.

In alternativa si metteva un tavolino fuori dalla chiesa e gli scapoli, guidati da un labau, offrivano da bere agli sposi, pretendendo il pagamento. Una volta ottenuto il risarcimento gli scapoli si davano appuntamento per consumare un lieto rinfresco alla salute del forestiero.

Si tratta di un rito conosciuto in molti paesi, sia in valle Argentina che in valle Arroscia. A Sanremo, invece, era “un risarcimento in vivande e beveraggi che doveva offrire alla gioventù locale chi andava a sposarsi in un altro paese” (Vocabolario Aprosio)

LA STORIA RACCONTA – Quando si risposava un vedovo si facevano (si fanno ancora) i ciaavügli. “Un gruppo di ragazzi, guidata dall’ultimo vedovo sposato, giunge sotto le finestre degli sposi sul far della sera. Il capitano deve dare le consegne al nuovo sposo cavalcando un somaro. Egli regge in mano una mazza bardata di carta colorata ed ha in testa una Corona. Viene applaudito dal gruppo con grida, rumori di ferraglie, latte vuote e corni. Il dialogo fra il vecchio ed il nuovo capitano ha note satiriche e burlesche; lo scambio di consegne è rapido. Lo sposo sale sull’asino e prende il bastone del comando e con fare baldanzoso procede per un tratto di strada e ritorna a casa. Una solenne distribuzione di vino, biscotti ed altro finisce la serata. Se lo sposo rifiuta la cerimonia dell’asino, come per celia avveniva, il frastuono dei ciaavügli si ripete per tante sere fino a quando non arriva il barile del vino. In altre località liguri lo strano corteo è preceduto da un alfiere con bandiera bianca invece dell’asinello. (Da Cultura e tradizioni in alta valle Argentina, scritto postumo di Padre Francesco Ferraironi, Pro Triora 1991).

DA ‘LE STAGIONI DI TRIORA’ –

MOLINI DI TRIORA/ Addio ‘Il Mulino’, storico negozio. Da Genia Lantrua alle sorelle Arianna e Luisella

IL RICORDO INDELEBILE E DOVEROSO DI DEBORAH ROBERTS INNAMORATA DI TRIORA

ECCELLENTE SOPRANO E DIRETTRICE DI CORO DI FAMA INTERNAZIONALE

 


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