La “passion predominante” del Don Giovanni di Mozart è la “giovin principiante”, come cantato in musica dal suo degno cameriere Leporello nella sua famosa aria.
di Massimo Germano
Direi che per quello che riguarda le spiagge l’inclinazione del turista di oggi è dongiovannesca al massimo. Delle città, dei borghi, dei monumenti è disposto ad apprezzare il passato, la vecchiaia, la storia. Per le spiagge no, le vuole vergini, incontaminate, sabbia fine, onde lunghe, ingressi nell’acqua morbidi e graduali, da sogno.
La spiaggia di Noli non è incontaminata. Su di essa si sono incatramate reti, si sono spartiti bottini di pesca, ha visto carichi e scarichi di derrate, pesci, olio, farina, legname e quarzite. Ha visto caravelle che partivano per l’ignoto, sbarchi di Santi, ha assistito a feste e a processioni. Ha visto anche guerre, battaglie navali al largo del Capo, periscopi che emergevano dalle onde in cerca di preda, ha assistito a naufragi.
La spiaggia di Noli è come la sua gente, non abbonda in complimenti. Non ha la sabbia soffice, fine delle spiagge tropicali, quella che non te la levi più di dosso. A camminare sulla spiaggia di Noli vengono i calli, e prima vengono meglio è. Non ti dà il piacere di calpestarne a lungo il fondo, di indugiare pigramente prima di avere finalmente l’acqua che ti copre le spalle. Se entri in acqua a Noli dopo due metri sprofondi, invita ed obbliga a nuotare, prima impari e meglio è.
Si è soliti guardare al mare come ad un maestro di vita, è l'”Antico” della poesia “Mediterraneo” di Montale, quello che ci esorta con il suo “solenne ammonimento” a seguire la sua “legge rischiosa“, quella di “esser vasto e diverso e insieme fisso“, quello che ci invita a “svuotarsi così d’ogni lordura- come tu fai che sbatti sulle sponde-tra sugheri alghe asterie-le inutili macerie del tuo abisso”.
Un tempo a Noli anche la spiaggia era maestra di vita. Sì, qualche volta succedeva che una petroliera scaricava catrame. I piedi diventavano tutti neri, ai Bagni Anita correvamo al soccorso da Maria, ma a settembre quando arrivava la prima grande mareggiata la spiaggia tornava come prima, lucida e scintillante di ciottoli colorati, piena di piccoli tesori. Si passeggiava con il nonno alla ricerca della conchiglia più bella, della pietra più colorata, persino un pezzo di piastrella levigato dalle onde conteneva il suo insegnamento e la sua poesia. E qualche volta ci si imbatteva nel tesoro più grande, il cavalluccio marino. Quella era una vera ricchezza, un piccolo tesoro da regalare alle prime amiche del
cuore.
Come tante altre spiagge della Liguria la spiaggia di Noli non è una “giovin principiante”, è una vecchia bellissima signora che va trattata con il rispetto dovuto ai suoi anni, è una spiaggia “storica”. Rifarle il trucco con ripascimenti indiscriminati non conviene. Il Comandante Carlo Gambetta ce lo ricorda spesso su Trucioli.it con i suoi interventi appassionati, puntuali e documentati. A mio avviso dovremmo tenerne conto sempre, e comportarci di conseguenza.
Massimo Germano