MEGAPOLIS- Il teatro di Luni. Il koilon è diviso in nove kerkides mediante dieci scalette. Lungo l’orchestra, corre il proedria, formata di banchi marmorei con schienale lievemente concavo e braccioli che terminano in basso a mensola.
di Alesben B.
Luni, in provincia de La Spazia, è stato il primo Comune della Liguria ad entare nel programma “Man and Biosphere” dell’UNESCO aderendo alla Riserva di Biosfera dell’Appennino Tosco Emiliano.
Il Teatro di Luni è il teatro ed anfiteatro meglio conservati del secondo secolo dopo Cristo.
Descrizione- I banchi sono accuratamente eseguiti; dietro lo schienale vi è un passaggio largo destinato a separarli dai sedili comuni.
I sedili sono formati da due blocchi, hanno una superficie lievemente incavata per i piedi, ed una rilevata per sedere. Tutto l’insieme della costruzione della proedria e dei sedili denota la stessa cura dei particolari, lo stesso impiego di materiale, ha un carattere unitario. Diverse iscrizioni, comunemente datate verso il 200 a.C. sono sui banchi della proedria.
Sugli angoli delle parodoi sono basi destinate a statue probabilmente in situ. Quasi completamente coperto è il muro orientale della parodos, formato di grossi blocchi di breccia legati con grappe a cosa di rondine.
Il muro occidentale, nella sua parte inferiore è costituito di blocchi di breccia con forte bugnatura, e così nella parte superiore che è dietro la skenotheka, donde pare scendesse una scaletta; in questa parte i blocchi sono disposti per lungo e per taglio alternativamente.
L’orchestra ha, sotto la proedria, un passaggio e poi un canale per lo scolo delle acque che piega decisamente verso nord-ovest in direzione della parete meridionale della skenotheka che nell’ultima parte è formata di blocchi irregolari e con lastre di copertura mal lavorate.
Ricordiamo che il Fiechter ha osservato che il livello del passaggio è più profondo dell’angolo inferiore dell’ultimo gradino del thersilion.
Ernst Robert Fiechter (28 ottobre 1875, a Basilea – 19 aprile 1948, a San Gallo ) è stato un architetto e archeologo svizzero . È ricordato per le sue ricerche sull’architettura dei templi e dei teatri dell’antica Grecia . Era cugino dello psicologo Carl Gustav Jung .
Studiò architettura e archeologia a Monaco , ottenendo il dottorato nel 1904 con una dissertazione sul Tempio di Afaia ad Egina . Nel 1906 ricevette l’abilitazione e nel 1911 fu nominato professore di storia dell’architettura presso l’ Università Tecnica di Stoccarda . [ 1 ] [ 2 ]
Dal 1900 in poi, fu impegnato in viaggi di istruzione in Egitto , Grecia e Italia . Come professore a Stoccarda, fu coinvolto nel restauro di molte strutture architettoniche della regione locale. In relazione all’apertura della scuola Waldorf nel 1919 e all’attività associata del teologo Friedrich Rittelmeyer (fondatore di Die Christengemeinschaft nel 1922), Fiechter fece successivamente la conoscenza di Rudolf Steiner , il fondatore dell’antroposofia [1]. Essendo ispirato dalle idee di Steiner, Fiechter divenne un devoto per tutta la vita dell’antroposofia
[1]. postula l’esistenza di un mondo spirituale che si può osservare e comprendere per mezzo di una «osservazione animica mediante il metodo delle scienze naturali».
Questo fatto dimostra che l’orchestra aveva una forte inclinazione verso il canale di scolo delle acque. L’edificio della scena si presenta come un grande rettangolo al quale si appoggia un vano anteriore. Il muro, prolungamento del muro posteriore della scena è formato da uno stilobate di blocchi calcarei legate con grappe a doppio T con inserzioni ancora visibili da ortostati; il muro centrale conserva uno stilobate di piccole dimensioni con blocchi di calcare bluastro mal lavorati nella facciata prospiciente l’interno della scena, con inserzioni di ortostati; su questi sono due soglie di porte.
La soglia centrale manca e gli incavi delle altre porte fanno pensare ad un rivestimento ligneo delle porte stesse.
Sotto le fondazioni di poros, formate di due blocchi ciascuna, che si trovano quasi esattamente alla stessa distanza dell’asse centrale dell’edificio. Si tratta di quattro basamenti di pilastri appartenenti ad una costruzione anteriore, essi posano direttamente sulla roccia.
Si distinguono tre tipi di costruzioni: fondazioni di poros non legate da grappe; al di sopra blocchi calcarei che però mancano della parete occidentale, legati a grappe a doppio T accuratamente lavorate e disposte su due filari di cui quello esterno è più stretto di quello interno; infine una fondazione di calcare bluastro con blocchi legate da grappe.
Successivamente i muri vennero trasformati in una costruzione a tre gradini, con anathyrosis; notiamo anche l’esistenza vicino all’angolo S.O., tre lastre calcaree quadrate con incavo rettangolare forse destinato a pali lignei.
Lo stilobate del proscenio consta di calcare bluastro e non è perfettamente parallelo all’edificio precedente. I blocchi che lo formano, in numero di 28, sono di secondo impiego visto che le grappe non sono uniforme. Davanti allo stilobate sta quasi al centro una base rotonda con due incavi quadrangolare. L’asse del proscenio è spostato notevolmente verso est rispetto a quello dell’orchestra e dell’edificio della scena. Ad occidente dell’orchestra vi è una costruzione comunemente identificata come skenotheka.
L’edificio immediatamente vicino al proscenio, il thersilion, è in generale attribuito al periodo dopo il 362 a.c. quando gran parte degli Arcadi si riunirono in una grande Lega agli ordini di Pamene. Quando l’edificio abbia cominciato ad avere importanza teatrale lo si può dedurre da un passo di Polibio nel quale si parla dell’uso degli Arcadi di danzare ogni anno nelle feste Dionisiache. L’uso sarebbe cominciato tra il 350 ed il 330 a.c. quando fu costruita la proedria. Dopo la distruzione della vecchia costruzione , la skenotheka nuova ed il proscenio o thersilion assunsero un carattere indipendente. Il carattere di teatro per agoni lirici portarono a costruire un edificio per asseemblee; le tracce di infissione di pali lignei fanno pensare ad un palco sopra sul quale si recitasse, ed al quale si accedeva tramite una scala di tipo filiscico.
Nell’anno 1998/99 ero presidente di commissione agli esami di stato presso l’ITIS di Spezia, tra i candidati uno portava la tesina iniziale sulla marina Militare. La prof.ssa di lettere mi ha invitato con la famiglia a visitare alcuni luoghi della marina Militare, ci avrebbe accompagnato il marito che allora era capitano di Corvetta (C.C.) [è il primo degli ufficiali superiori della Marina Militare Italiana, corrispondente a quello di maggiore dell’Esercito e dell’Aeronautica Militare; questo grado è superiore a quello di tenente di vascello e subalterno a quello di capitano di fregata. L’età minima salvo eccezioni è di 33 anni. Il codice NATO è OF-3].
Uno dei luoghi simbolo della Marina è il Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera (CP) a cui si aggiunge Il “Servizio dei fari e del segnalamento marittimo” secondo la sua denominazione completa, indica la gestione dei fari disposti lungo le coste italiane. Opera al servizio dei naviganti civili e militari, in dipendenza dalla Marina Militare dal 1910, anno in cui la competenza passò all’allora Regia Marina dal Ministero dei trasporti. Il servizio è gestito con personale civile e militare, ed è diviso in cinque zone, La Spezia, Venezia, Taranto (con sezione distaccata a Napoli), La Maddalena e Messina, con un ulteriore ufficio tecnico dei fari a La Spezia e un ispettorato per il supporto logistico e dei fari a Roma, da cui dipendono tutti i comandi di zona (a loro volta dipendenti anche dai vari comandi e dipartimenti militari marittimi) e il già citato ufficio tecnico. Il Servizio dispone di 157 fari e 667 fanali (comprese mede e boe). Il corpo è ospite del Centro di Luni.
Per entrarvi ci hanno appuntato al bavero una targhetta di riconoscimento completa di tutti gli estremi;
Il Capitano Di Corvetta è stato un vero maestro nelle spiegazioni, ma c’è di più; accanto al Campo di Luni sorge un ampio edificio costruito con pali e lamiere di cantiere. All’interno operai, archeologi, ingegneri, personale militare, etc, che stavano ristrutturando un edificio del II secolo D.C., il teatro di Luni con annesso l’anfiteatro.
Tra il campo della Marina e il costruendo teatro scorreva un fossato che anticamente portava l’acqua del mare all’interno dell’anfiteatro; serviva per le battaglie navali gli uni e i giochi dei delfini gli altri.
Il giorno successivo ci ha portato ai cantieri navali sul pontone di imbarco, ove il Nostromo, prima di farci salire ha steso una passatoia rossa, rammentavo che l’unità sulla quale siamo saliti è la Nave Scuola Amerigo Vespucci. La nave era alla tolda per testare il parquet ligneo prima di intraprendere la navigazione estiva. Ad ogni passaggio del Capitano di Corvetta i pochi allievi che erano a bordo, scattavano sull’attenti e facevano il saluto di rito.
Video visita a bordo di nave Amerigo Vespucci, YouTube; https://m.youtube.com › watch
NB: la descrizione degli strumenti del Ponte di Comando non posso descriverli in quanto, prima di salire a bordo si sono raccomandati di non farne menzione: “guarda e taci”.
I banchi sono accuratamente eseguiti; dietro lo schienale vi è un passaggio largo destinato a separarli dai sedili comuni.
Alesben B.