Il sindaco Bucci è il candidato logico alla successione di Toti in Regione. I due hanno condiviso tutto, anche le intercettazioni sui «maiali».
di Paolo Farinella prete
Qui ben altro dobbiamo sconfiggere: corrotti e corruttori di Liguria e Genova, all’esterno sempre devoti e pii, sempre in chiesa, in prima fila a San Giovanni Battista e al Corpus Domini, accanto al vescovo, bardato come un satrapo persiano che, inchinandosi, saluta deferente. Invece di prendere le cordicelle di Gesù e sbatterli tutti fuori con ignominia. Fuori i mercanti dalla Politica, la «cosa» più sacra in Democrazia. Spetta a noi custodire e difendere dai lupi rapaci «maiali che saltellano quando c’è il cibo» degli appalti, delle tangenti, della «consulenze organizzate».
Addirittura, con un pamphlet da piangere, Toti si è auto-confessato in pubblico di essere corrotto e colpevole. Mai visto un «innocente» che concorda anche il sequestro di 175 mila e 450 euro. Se fosse stato colpevole, cosa faceva? «Harakiri, seduto sulla fontana di piazza De Ferrari con il Consiglio regionale alla finestra ad applaudire?». Nemmeno Elisa Serafini (che non brillava già – Signore pietà! – di luce propria), ce l’ha fatta. Eletta nella lista Toti, parla di un «sistema corrotto e clientelare… fatto di appalti e consulenze ‘organizzate’». Ne parla da «dentro». Si è dimessa.
Sono convinto che «dopo le elezioni» vi potrebbero essere sviluppi anche su Bucci, di cui tutti abbiamo ascoltato le registrazioni sugli imprenditori «maiali che saltellano quando c’è il cibo» (logicamente è cibo da maiali). Per Bucci pare che parlare di mafia «offenda i liguri che lavorano», se ne deve dedurre che sia meglio non parlarne e lasciare indisturbati anche i mafiosi «che lavorano» (eccome, se lavorano»). Nella sua coalizione vi è Stefano Anzalone, capolista di «Orgoglio [sic!] Liguria» indagato per voto di scambio: Auguri! Chi vota Bucci, vota per il proseguimento della politica di Toti, incarcerata e rea confessa perché ha patteggiato e accettato il sequestro di oltre 170 mila euro.
Queste elezioni devono determinare una svolta: buttare a mare tutti i corrotti, tutti i cincischianti con le zone d’ombra e con i compromessi col malaffare. Vogliamo che si torni e in fretta alla «disciplina e onore» che la Costituzione esige da chi ricopre cariche elettive. Essi non sono eletti per esercitare un «potere», ma per «governare»: il primo è malaffare, il secondo è Democrazia, Politica, Dignità, Rispetto delle Opposizioni, Garanzia delle minoranze, Tutela sempre del lavoro, pilastro portante dello Stato di Diritto.
Non sono le grandi opere, né il terzo valico, né la gronda, né la diga che salveranno la nostra vita e la INARRESTABILE DENATALITÀ, che porta Liguria e Italia a scomparire dalla faccia del mondo, ma solo la Professionalità, la Competenza, l’Onestà e la Rettitudine nell’amministrare la «Res pubblica», cioè il «Bene comune» che è l’interesse di tutti, nessuno escluso.
Vogliamo tornare a PENSARE con la testa e la ragione, vogliamo non farci abbindolare da politichetti da strapazzo e incompetenti, che sperperano denaro dei cittadini e delle cittadine, che favoriscono evasori e depredano gli onesti.
Vogliamo Politici che rendano conto del loro operato e delle loro scelte che non possono essere le promesse elettorali.
Vogliamo difendere il Nome e la dignità di Genova e della Liguria.
Vogliamo che prima di qualsiasi grande opera si ripristinino la SANITÀ PUBBLICA PER TUTTI e la SCUOLA COME CARDINE DELLA DEMOCRAZIA, dal Nido d’Infanzia all’Università. Usciamo fuori dalle nostre paure e angosce e apriamoci insieme alla speranza di un futuro che è nelle nostre mani e in quelle di coloro che eleggiamo per
CUSTODIRE LA REPUBBLICA, LA POLITICA, LA DEMOCRAZIA, IL NOSTRO DIRITTO ANCHE AL «MUGUGNO». SE NON VOTIAMO, PERDIAMO QUESTO DIRITTO, INSIEME ALLA DIGNITÀ DI CITTADINI SOVRANI. «S’ODE A DESTRA UNO SQUILLO DI TROMBA, A SINISTRRA SINISTRA RISPONDE UNO SQUILLO» canta il coro di Manzoni per celebrare la vittoria dei Veneziani che nel 1427 sconfissero il Duca di Milano, Visconti.
Paolo Farinella, prete