Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Noli, da 90enne vorrei rimproverare il giornalista del TGR Liguria


Dopo novant’anni di vita vissuta, dedicata al mare ed a impegni pubblici, fa veramente male sentirsi preso per i (chiamiamoli) “fondelli”, ma soprattutto constatare come la TV pubblica diffonda notizie fuorvianti.

di Carlo Gambetta

Venerdì 11 ottobre, al TGR Liguria delle 19.30 (minuto 7:00), il servizio di Paolo Bertuccio ha dedicato ampio spazio a un intervento scientifico/regionale che interessa la più grande prateria di poseidonia del levante ligure.

“…Per causa dell’uomo, la prateria sta regredendo, ma c’è chi lotta per salvarla...Una causa, soprattutto, per esempio è quella degli ancoraggi selvaggi” sono state le dichiarazioni del biologo marino Marco Castellazzi.

I “salvatori” sono i ricercatori nel progetto “Green peace” dedicati alla forestazione della poseidonia, finanziati da denaro pubblico (regionale?).

Interessante vedere l’operazione che consiste nel trapiantare in un’area di 300mq  piantine di poseidonia su un fondale appositamente preparato, per poi essere protette da una griglia metallica.  E questo ci sta.

Dall’altra, portare l’ancoraggio selvaggio come unico esempio di degrado della poseidonia, è quantomeno ridicolo.

Mi permetto di suggerire al biologo che il ripascimento,  (strutturale o stagionale – se pur meno invasivo), è la causa  principale, se non unica, della regressione della prateria, laddove esiste. C’è forse un motivo per non menzionarlo?

Sarà il bisogno di ovattare la destinazione annuale di contributi a pioggia di centinaia di migliaia (milioni) di euro regionali a tutti i Comuni liguri per ripascimenti?

Non conosco l’area in questione, ma posso azzardare l’ipotesi che gli interventi di ripascimento in zona o confinanti sono l’unica causa del degrado. Certo, causato dall’uomo, ma uomo politico con le sue scelte “clientelari” nei confronti dei Bagni marini e della loro possente lobby, non l’unica nel Bel Paese.

L’esperienza del SIC di poseidonia nel golfo Spotorno – Noli, fortemente compromesso e degradato, ha dimostrato che i cospicui ripascimenti hanno distrutto la prateria “per soffocamento”.

L’importante è sprecare soldi pubblici, buttandoli letteralmente a mare e far operare la lobby (sic!) del “movimento terra”.

Perchè impedire la costruzione di moli che servirebbero a trattenere l’arenile, mettendo “d’accordo” le esigenze del mare e dei balneari?

Mi sia permesso osservare che questa nuova zona trapiantata dovrà essere assolutamente protetta e sorvegliata 24 su 24h.

Un singolo ancoraggio selvaggio danneggerebbe, con sollevamento, la griglia protettiva. Purtoppo il fessacchiotto di turno è sempre dietro l’angolo.

Conclusione: l’inziativa scientifica è lodevole; l’importante è che non sia solo propaganda politica che non risolve il problema. Lo si vedrà, appunto, tra cinque anni, come annunciato….ripascimenti/ancoraggi  permettendo.

Carlo Gambetta

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Articolo de Il Secolo XIX


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C.Gambetta

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