Uno sguardo al passato e ai suoi tesori ci consente di leggere con una giusta dose di distacco, ma con immutato interesse, una sequela di storie e leggende che riguardano la città di Savona, che si sono stratificate nel corso dei secoli.
di Ezio Marinoni
Ne raccontiamo alcune, senza pretesa di esaustività, allo scopo di ricorda la storia del capoluogo della provincia.
Il tesoro del Priamar- Il Mastio della Fortezza del Priamar (1), uno dei simboli di Savona, è un luogo carico di storia e mistero. Costruito nel XIII secolo, il Mastio è utilizzato come prigione per i detenuti più pericolosi. La leggenda vuole che, durante la sua edificazione, vi sia stato sepolto un tesoro, mai ritrovato, custodito da uno spirito maligno che dovrà uccidere tutti coloro che tentino di ritrovarlo. Non solo, si racconta anche il Mastio sia infestato dai fantasmi dei prigionieri che vi hanno trovato la morte nel corso del tempo.
Il prigioniero nella Torre del Brandale- Un altro dei simboli di Savona, la Torre del Brandale (2) è un’antica torre difensiva, costruita nel XIV secolo, e poi utilizzata come prigione fino al XIX secolo. La leggenda vuole che la Torre sia infestata dal fantasma di un prigioniero, rinchiusovi per un crimine che non aveva commesso. Qualcuno dice che il fantasma del prigioniero vaghi ancora oggi per la Torre in cerca di giustizia.
La leggenda del Corpo di San Giovanni Battista- Questa è una delle storie più antiche e affascinanti della città. Si narra che il corpo del santo venisse rinvenuto nel 1147, durante la seconda crociata, da un gruppo di militi che lo trasferiscono a Savona. Il corpo viene nascosto in una cripta segreta, per evitare che cada in mano ai Saraceni, in caso di attacchi alla città. Nessuno ha mai spiegato dove si trovi questa cripta segreta…
Il fantasma della ballerina al Teatro Chiabrera- Anche il Teatro Chiabrera (3) sarebbe infestato dalla presenza di fantasmi: in questo caso si tratta di una ballerina, morta durante uno spettacolo, che si aggirerebbe per i corridoi del teatro, continuando a ballare, vestita in abiti d’epoca e lasciandosi dietro, come una scia, un profumo di fiori. Al di là della leggenda, questo spunto potrebbe indurre a sfogliare fra gli archivi del Teatro, in cerca di verifiche su questa storia, per capire se in essa vi sia un fondo di verità.
Leon Pancaldo e la leggenda dei fuochi di Sant’Elmo- Torniamo al tempo delle navigazioni eroiche e delle prime esplorazioni della terra. Nel novembre 1520 il navigatore Leon Pancaldo (4) sta attraversando lo Stretto di Magellano. Originario di Savona, ha lasciato a casa ad attenderlo la moglie Silvia De Romana. Una sera, durante la navigazione, assalito da nostalgia e tristezza per la lontananza dell’amata, affida il timone al suo secondo e si ritira sottocoperta. Addormentatosi, mentre sogna la nave colta da una tempesta, in balia dei flutti e prossima al naufragio, vede i fuochi di Sant’Elmo posarsi accanto all’albero maestro. Secondo la tradizione, quelle luci erano l’invito del santo ai marinai affinché si preparassero alla morte imminente ed il naufragio era imminente se i fuochi scendevano dall’alto a raggiungere la coperta. Nel suo sogno, Pancaldo li vede risalire dalla coperta e correre sul mare fino a raggiungere la Torre di Sant’Elmo a Savona, dove Silvia, avvolta dalle fiamme, invoca l’aiuto del marito. Il sogno si ripete nei giorni seguenti e desta apprensione nel navigatore. Nel mare aperto, Leon non può immaginare cosa fosse accaduto a Savona.
La loro casa era nei pressi di Sant’Elmo, accanto al vecchio arsenale dismesso che conteneva ancora materiale infiammabile. Una sera vi passano Michele Solaro, mercante di schiavi in Africa, ed altri suoi compagni d’avventura che, ubriachi e reduci da una rapina in casa di tale Pietro Saluzzo, tentano di penetrare nella chiesa di S. Caterina (5) per rubare anche lì.
Nel buio della sera, provocano involontariamente un incendio e rimangono imprigionati nella chiesa. Il crepitio del fuoco che divampa sveglia alcuni abitanti della zona, tra i quali Silvia, che si accorge subito che anche la sua abitazione è già avvolta dalle fiamme; pronuncia il nome del marito e un uomo di nome Giovanni, udendola, corre in suo aiuto. Egli è uno dei responsabili del rogo, salvato da Leon quand’era un bambino e stava per affogare in mare. Giovanni prende una scala, la appoggiò alla casa, sale e sfonda una finestra; afferra Silvia e la avvolge in una coperta, la trae in salvo e la porta ai guardiani della Torre di S. Elmo. Da quel giorno, Giovanni cambia vita e si dedica ad opere di bene.
Per tornare al presente, il nome del navigatore savonese è stato attribuito ad un istituto scolastico, fin dal 1856, quando nasce una piccola scuola di nautica allocata in una sala del Municipio di Savona: l’Istituto Nautico Leon Pancaldo. Nel 2010, il riordino degli Istituti Superiori unisce l’Istituto Nautico “Leon Pancaldo” e l’Istituto Tecnico Industriale “Galileo Ferraris” con la denominazione di Istituto Secondario Superiore Ferraris – Pancaldo.
A ricordo, nel 2013 è stato pubblicato il volume «Il Nautico dal 1823 ad oggi», presentato dal compianto Pio Vintera, allora presidente dell’Associazione Nautico Leon Pancaldo Savona, Il nome di Pio Vintera ci riporta a un’altra storia favolosa di Savona, quella di Villa Cambiaso, ma questa è un’altra storia, che abbiamo già sfiorato lo scorso 28 marzo 2024 e merita un ulteriore approfondimento: https://trucioli.it/2024/03/28/savona-successo-della-cultura-a-villa-cambiaso-letture-fra-i-cedri-e-visite-guidate-a-cura-del-fai/
Ezio Marinoni
Note
1.Per una storia completa del Primar, vedi la pubblicazione della Società di Storia patria di Savona: https://www.storiapatriasavona.it/storiapatria/wp-content/uploads/2021/05/SSSP-30-1959.pdf
2.La Torre del Brandale ieri e oggi, vedi Trucioli del 16 maggio 2013: https://trucioli.it/2013/05/16/savona-il-brandale-ieri-e-oggi/
- Il Teatro Chiabrera di Savona, è il principale teatro cittadino e della provincia, intitolato al poeta e drammaturgo Gabriello Chiabrera. Negli Anni Quaranta del XIX secolo, data la scarsa capienza dei teatri già presenti, con la crescita della città emerge l’esigenza di realizzare un nuovo teatro. L’8 ottobre 1850 il Sindaco Giacomo Cassisis dà l’avvio alla costruzione, con un investimento di £ 90.000. Il teatro viene inaugurato il 1º ottobre 1853 con l’Attila di Giuseppe Verdi.
4.Leon Pancaldo (Savona, 1482 – Rio de la Plata, 1540), partecipa, con altri italiani, al primo viaggio di circumnavigazione intorno al mondo sulla nave “Trinidad” come nocchiero sotto il comando di Ferdinando Magellano; catturato dai portoghesi alle Molucche durante il viaggio di ritorno, sarà a lungo prigioniero.
- L’oratorio dei SS. Pietro e Caterina è un edificio religioso settecentesco, sede dell’omonima Confraternita, ubicato nel centro di Savona. In origine, la sede della Confraternita, come tutti gli oratori della città, sorgeva sulla collina del Priamar. Dopo la conquista genovese e la demolizione di tutta l’area operata nel corso del XVI secolo, l’oratorio sarà ricostruito vicino alla nuova cattedrale di Savona, a partire dal 1544.