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‘Cristoforo Colombo era ebreo e spagnolo di nascita’. Siamo in attesa di mirabolanti scoperte e rivelazioni per il Columbus day 2025


Le celebrazioni per il Columbus day hanno portato, come accade ogni anno, al rinfocolorarsi delle polemiche riguardanti la sua nascita o patria di famiglia (Genova versus Savona) e alla proposta di nuove teorie in proposito.

di Tiziano Franzi

Ma quest’anno c’è stato qualcosa di più, molto di più.

Un’emittente televisiva spagnola ha mandato in onda un documentario in cui, in base agli studi e alle ricerche del professore José Antonio Lorente, docente di Medicina legale presso l’Università di Granada, risulterebbe nientemeno che Cristoforo Colombo sia stato di religione ebraica e di origine spagnola, in base all’analisi dei resti ossei (pochi a dire il vero) ancor oggi contenuti nella sua tomba nella cattedrale di Siviglia.

La notizia, certamente non trascurabile se provata scientificamente e con la corrispondenza con documenti assolutamente ritenuti autentici, è in breve tempo comparsa sui maggiori giornali europei e non solo.

Scrive in proposito la saggista e storica Elena Percivaldi: Ebreo sefardita [cioè convertito al cristianesimo] spagnolo. Queste le origini di Cristoforo Colombo secondo un team di studiosi iberici, che sostiene di aver così risolto un enigma che aleggia da oltre cinque secoli. Tutto è partito dall’analisi del Dna estratto dai resti conservati nella cattedrale di Siviglia, che si ritiene appartengano all’esploratore cui si attribuisce la scoperta dell’America. Resti sulla cui attribuzione aleggiava qualche dubbio. Colombo morì a Valladolid, in Spagna, nel 1506, all’età di 55 anni e prima di passare a miglior vita espresse il desiderio di essere sepolto sull’isola di Hispaniola, oggi suddivisa tra Haiti e Repubblica Dominicana, dove sbarcò il 5 dicembre 1492. Nel 1542 i suoi resti furono dunque trasferiti lì, poi nel 1795 giunsero a Cuba e infine, nel 1898, a Siviglia, dopo che la Spagna perse Cuba in seguito alla guerra ispano-americana. Nel 1877, però, alcuni operai trovarono una bara di piombo sepolta dietro l’altare della cattedrale di Santo Domingo, la capitale dominicana, contenente una raccolta di frammenti ossei che tutti, nel Paese, erano certi appartenessero a Colombo. Da qui un primo mistero: se queste ossa erano del navigatore, a chi appartenevano quelle sepolte in Spagna?

Ora il professore Laurente afferma di poter confermare che anche i resti incompleti conservati nella cattedrale di Siviglia appartengono, senza ombra di dubbio, a Cristoforo Colombo. E riguardo al “mistero” delle due tombe, l’idea è che quando i resti del navigatore furono prelevati da Cuba, qualcuno probabilmente ne trattenne sul posto una parte.

La questione più spinosa riguarda però le origini del navigatore, contese da oltre 25 tra nazioni e regioni europee (oltre naturalmente all’Italia e Genova in particolare) e da sempre terreno di campanilisimo. Anche qui Lorente sciorina una riposta a suo dire “definitiva”: secondo il Dna Colombo era un ebreo sefardita, originario della Spagna, nato in una famiglia di tessitori di seta di Valencia, una grande tradizione nella comunità ebraica”.

Le affermazioni di Lorente hanno suscitato, com’era prevedibile, infuocate polemiche tra gli studiosi, che hanno accusato il collega di non aver sottoposto le sue conclusioni alle (necessarie) revisioni scientifiche prima di divulgarle in tv, e di averlo fatto per inseguire facili sensazionalismi. La questione, alla fin fine, è questa: le “origini” di Colombo sono poi così decisive? Secondo il noto storico medievista genovese Antonio Musarra, professore associato di storia medievale presso l’Università di Roma Sapienza, no di certo:

Colombo nei suoi scritti si dice costantemente legato a Genova, ai Fieschi e al Banco di San Giorgio e si professava cristiano e genovese. Non fa alcun accenno alla presenza a Genova nel 1492-1493 di centinaia di ebrei in fuga dalla Spagna. Va però detto che la mobilità era un fenomeno frequente nella società del tempo, il Mediterraneo era un melting pot di culture. Colombo potrebbe benissimo essere stato di origine ebraica sefardita e la sua famiglia essersi stabilita a Genova in passato e convertitasi al cristianesimo, fenomeno altrettanto diffuso.  Ma alla fine, cambia davvero qualcosa?»

E aggiunge il professor Giacomo Montanari, ricercatore in Storia dell’Arte presso Università di Genova : «Tutti sono accorsi a gridare alla “scoperta”. Come al solito, come in ogni dannata occasione in cui un tale in cerca di visibilità pensi di aver beccato una parziale o potenziale scheggia di novità. Caso strano, prima di pubblicarla su una rivista scientifica di qualsivoglia ente di ricerca e ancora prima di valutare in maniera comparativa gli ipotetici risultati e come essi interagiscano con i documenti e le fonti note, i serissimi “scopritori” sono corsi a raccontare la faccenda in uno speciale tv”.

UNO SPECIALE TV. Bene. Ottimo. Mi pare esattamente l’esempio perfetto di “metodo scientifico”. Ma lo avete mai visto uno che vince il premio Nobel che – prima di essere sicuro dei risultati e di averli visti riconosciuti dalla comunità scientifica – va a raccontare la cosa a uno SPECIALE TV? Io no, e direi nessun altro.

Semplicemente perché chi è serio NON fa queste cose. L’obiettivo di questi individui (che siano colleghi docenti, sedicenti professori, esperti dilettanti, ricercatori o lo zio Pino) è solo e soltanto uno: notorietà istantanea e “inverare” l’ipotesi tramite il rimbalzare della “novità” su tutti i mezzi di comunicazione, ormai totalmente privi di anticorpi per neutralizzare le baggianate e golosi di ogni tipo di news che possa favorire il “clickbait”.

Succede, non a caso, solo con le “trovate” che riguardano temi abbastanza mainstream: l’inedito Caravaggio (o le sue ossa), il disegno di Leonardo, l’opera del Botticelli o – come in questo caso – la nazionalità di Colombo. Insomma, dove c’è un nome che chiunque conosce e su cui si può facilmente “creare il caso”.

Il problema, però, rimane lo stesso: la divulgazione va fatta con dati comprovati, sicuri e vidimati dalla ricerca. Il resto, come in questo caso, è solo una cosa: cialtroneria a buon mercato

Fine della questione, dunque? Assolutamente noi e, come in ogni serial che si rispetti, aspettiamoci nuove, mirabolanti scoperte e rivelazioni per il Columbus day 2025.

Tiziano Franzi


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