Alla redazione di Trucioli.it Per il governo israeliano e la società israeliana sionista l’attacco palestinese del 7 ottobre 2023 é stato un attacco terroristico antisemita, senza alcuna giustificazione, addirittura una nuova shoah ed un’azione criminale tale da mettere in pericolo lo Stato d’Israele. 2/Lettera. Una retrocessione politica costata centinaia di milioni.
di Ireo Bono
E per dare maggior forza a questa versione il governo Netanyahu ha denunciato crudeltà inaudite e non vere, come 40 neonati e bambini con la testa mozzata, stupri di massa, intere famiglie bruciate vive. L’informazione mainstream ed i governi europei hanno fatto propria questa narrazione sionista, come se la questione israelo-palestinese iniziasse nel 2023, ignorando l’apartheid israeliano, un’occupazione ed una colonizzazione dei territori, iniziate fin dal 1948 quando gli Ebrei israeliani avevano il 6% delle terre mentre ora hanno circa i 90%, tutti atti illegali e criminali denunciati come tali praticamente da tutti i Relatori dell’Onu per i Diritti Umani, da associazione internazionali per i diritti umani come Amnesty International e HRW e ebraiche come B’tselem e JVP, da storici, giornalisti, antropologi, politici, archeologi e architetti e ebrei anti-sionisti che purtroppo sono minoranza nella società israeliana.
Da internet si può leggere un Appello ebraico internazionale contro il genocidio di Gaza e perfino David Ben Gurion, il fondatore dello Stato d’Israele, in una intervista del 1938 diceva :” …Ma questa lotta è solo un aspetto del conflitto, che nella sua essenza é politico. E politicamente noi siamo gli aggressori” (pag. 837 del libro ‘Le vittime‘ di Benny Morris).
Per la stragrande maggioranza dei Palestinesi l’attacco palestinese del 7 ottobre é stato un atto della Resistenza palestinese, attuato con mezzi ed armi artigianali come deltaplani, motociclette, fucili, contro lo Stato d’Israele con un esercito fornito delle armi più moderne e potenti, fino alla bomba atomica, che da anni stava attuando il progetto sionista di uno Stato ebraico con il furto della terra, con la pulizia etnica, con i bombardamenti terroristici di Gaza nelle operazioni ‘Piombo fuso‘ nel 2008-2009 e ‘Margine protettivo’ nel 2014, prima sotto traccia poi alla luce del sole con l’approvazione, alla Knesset nel 2018, della legge dello Stato-Nazione che riconoscendo la nazionalità israeliana solo agli Ebrei nega ai Palestinesi sia uno Stato palestinese che la convivenza in uno Stato israelo-palestinese, democratico, in cui tutti i cittadini abbiano gli stessi diritti.
di Sergio Ravera
Stamani, girando per Savona, incontravi persone distrutte in viso. Ti domandavi se preoccupate della guerra in Medio Oriente, del Covid in crescita esponenziale in regioni del nostro Paese. Fors’anche – di primo mattino – del costo della vita, assillo quotidiano e non solo delle massaie, trovandoti inerme di fronte ad un nodo articolato, il pensiero fisso su questa traballante Italia dove l’euro è meno pesante rispetto ad altri stati dell’Unione Europea. Dove ti trovi – in attesa del sorgere del sole – isolato su una strada, nondimeno nei pressi di Savona, all’oscuro per ore di quanto sta accadendo su un territorio attraversabile in una decina di minuti.
Tempi d’oro quelli del secolo scorso, anni successivi alla seconda Guerra Mondiale allorquando in Italia si correva a costruire autostrade dimenticando la rete ferroviaria. Pochi lenti treni, tante veloci autovetture. Scelte ad alto livello, governativo! Con il risultato di portarci, come rilevano oggi i quotidiani nazionali, ad interruzioni dei servizi su rotaia accumulando – l’anno – decine di migliaia di ore perdute. Con il risultato di paralizzare in ore solari l’intera penisola.
In contesti più ristretti, a livello intercomunale, coinvolti anche piccoli agglomerati urbani della costa e delle prime propaggini dell’Appennino ligure. In questo ambito, distinguendosi lo stesso capoluogo della provincia di Savona. In parallelo, sofferenti i collegamenti a livello pubblico e privato, le aree a levante del capoluogo; in sostanza, paralizzate le relazioni con i comuni costieri e e tra questi la dorsale appenninica di riferimento.
Provate a chiedere ai Sindaci del capoluogo e dell’area di levante della provincia il costo di queste interruzioni che vanno oltre il mattino, coinvolgendo le autovetture il mezzogiorno e la sera. E con questi dati di ore perdute e di mancati guadagni, stante penalizzazioni che vanno oltre sessant’anni presentarsi dinanzi alla Regione Liguria e al Governo per chiedere resoconto di un disimpegno costato centinaia di milioni. Anche per le casse dello Stato.
Dati compiuti, dunque, non parole sommesse. Non foss’altro trovandosi tutta la provincia coinvolta in una pesante situazione nel campo delle comunicazioni stradali ferroviarie aeroportuali che non prelude a tempi brevi a soluzioni compatibili con le aspettative della società civile e del mondo del lavoro. Opere progettuali importanti che investono il Savonese assumendo carattere di priorità su intese e studi di grande rilevanza che coinvolgono terre d’0ltreappennino, il nostro mercato d’origine per settori importanti quali il turismo, il porto, la stessa industria.