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Liguria e Basso Piemonte

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Liguria, assistenza religiosa negli ospedali. Per la Regione a costo zero. 2/Nuovo sistema tariffario per residenze extraospedaliere e più qualità


Spesso passano inosservate notizie che anche il cittadino qualunque dovrebbe sapere o non immagina. Parliamo dei cappellani di ospedale.

Sono sacerdoti che svolgono il loro servizio/missione nelle strutture ospedaliere pubbliche, nelle strutture degenziali di assistenza sanitaria, socio-sanitaria e sociale autorizzate, accreditate e convenzionate.

Il cappellano è di conforto per gli ammalati, gli assistiti che praticano la religione cristiana. Somministrano la comunione e nel ‘fine vita’, per chi lo richiede, l’estrema unzione detto anche olio santo. La ‘Cappellania ospedaliera’ è espressione del servizio religioso prestato dalla comunità cristiana nelle istituzioni sanitarie e al loro interno si celebra la Santa Messa. Si pratica le benedizione dei defunti nelle camere mortuarie con la recita del Santa Rosario, per i famigliari che lo chiedono

Ebbene quanti sanno che i preti-cappellani sono a titolo gratuito, a costo zero per la comunità. Lo stipendio è loro garantito dall’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero. Mentre gli insegnanti di religione sono pagati dallo Stato italiano, così come i cappellani militari presenti nelle nostre caserme.

Quando in molti ospedali prestavano servizio le suore (altri e tempi migliori per chi li ha vissuti) il sacerdote usufruiva della mensa, in rari casi  dell’alloggio all’interno delle strutture. Si pensi che negli anni ’50 e ’60 al Santa Corona di Pietra Ligure prestavano servizio 70  ‘Suore della Carità’ ospitate nella ‘Casa delle Suore’. La chiesa del Santa Corona, dedicata a Sant’Ambrogio, fu consacrata nel 1934 dal cardinale Schuster dell’arcidiocesi di Milano e dal vescovo Cambiaso della diocesi di Albenga-Imperia.

COMUNICATO STAMPA – SANITA’, AGGIORNATA INTESA TRA REGIONE LIGURIA E REGIONE ECCLESIASTICA LIGURE PER ASSISTENZA MALATI.

GENOVA. E’ stata aggiornata oggi con decreto del presidente ad interim della Regione Liguria Alessandro Piana l’intesa che prevede l’assistenza religiosa nelle strutture sanitarie.
Regione Liguria garantisce in questo modo lo svolgimento del servizio di assistenza religiosa cattolica nelle aziende, enti e istituti del servizio sanitario regionale. “Il servizio di assistenza religiosa – dichiara il presidente ad interim Alessandro Piana – ha lo scopo di favorire l’esercizio della libertà religiosa, l’adempimento delle pratiche di culto e il soddisfacimento delle esigenze spirituali proprie dei pazienti di religione cattolica e dei loro familiari”.
Per ogni singola azienda viene previsto almeno un assistente religioso, senza onere per l’azienda, che in base alla richiesta, può recarsi dal ricoverato. Regione Liguria si impegna inoltre a favorire la presenza del servizio di assistenza religiosa anche nelle strutture degenziali di assistenza sanitaria, socio-sanitaria e sociale autorizzate, accreditate e convenzionate. Questa intesa si inserisce nell’ambito dell’accordo tra Santa Sede e Repubblica Italiana del 1984 che modifica il Concordato lateranense del 1929.

2/SANITÀ, APPROVATO IL NUOVO SISTEMA TARIFFARIO PER LE RESIDENZE SOCIOSANITARIE EXTRAOSPEDALIERE. GRATAROLA: “TARIFFE EQUE E MIGLIORE QUALITÀ ASSISTENZIALE PER TUTTI I CITTADINI FRAGILI”

Comunicato stampa – GENOVA. La Giunta regionale, a firma dell’assessore alla Sanità Angelo Gratarola, ha deliberato il riordino del sistema tariffario per la residenzialità e semi residenzialità sociosanitaria extraospedaliera attraverso la definizione di una metodologia di costi standard.

“Con questa delibera – spiega l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola – abbiamo voluto trovare un punto di equilibrio tra tre aspetti principali, il non aumento della spesa per la quota di compartecipazione a carico delle famiglie, la condizione di applicabilità dei contratti maggiormente rappresentativi per il personale di assistenza ed infine un adeguamento delle tariffe per gli enti gestori”.

La delibera stabilisce infatti, per garantire l’uniformità sul territorio e l’adeguamento normativo ai LEA, che le strutture in convenzione , esigano quote di compartecipazione pari alla quota base di euro 54,60 per ogni paziente ogni giorno.
Le strutture che presentassero quote maggiori e comunque non oltre gli euro 67,10 dovranno giustificare l’eventuale maggiorazione dalla presenza di servizi aggiuntivi e maggiormente personalizzati e/o qualitativamente superiori in base ad accordi con i Comuni e le Asl nonché alla necessità di ottemperare agli adeguamenti contrattuali del personale richiesti dalle Organizzazioni Sindacali.

“Si tratta – continua Angelo Gratarola – di un primo passo verso un riordino generale del sistema della residenzialità socio sanitaria extraospedaliera ed è il risultato del tavolo tecnico sociosanitario, sincronizzato fortemente voluto da questo Assessorato con Enti gestori e Operatori Socio Sanitari. Tra i lavori intrapresi c’è stata la definizione di una metodologia per la determinazione dei costi dei servizi residenziali extraospedalieri e semi-residenziali, con l’esigenza di rivedere un sistema normativo fermo ormai al 2011 e l’introduzione dei nuovi LEA 2017. In ultimo si tratta di un sistema di offerta in evoluzione per garantire migliore presa in carico del cittadino applicando criteri di appropriatezza e diversificazione dell’offerta. Nella delibera sono previsti ulteriori tavoli tecnici che riguardano i centri diurni per gli anziani e Alzheimer, la filiera della disabilità e anche la revisione del manuale di autorizzazione e accreditamento per la parte socio sanitaria che dovrà essere rivisto in ordine agli aspetti del personale e dell’assistenza”.

Come detto, i costi hanno anche tenuto conto della variabilità delle diverse situazioni, mentre è stata ‘raccomandata’ la scelta di utilizzare i contratti maggiormente rappresentativi per andare incontro alle esigenze dei lavoratori del settore e per ‘sfoltire’ la molteplicità dei contratti ad oggi in uso.

“Gli obiettivi generali – conclude l’assessore alla Sanità – che rispondono al fabbisogno complessivo sono: aumentare gradualmente il numero dei posti letto complessivi in funzione della popolazione residente, modulandola secondo il fabbisogno indicato dalle Aziende sanitarie, potenziare le RSA aperte nelle aree interne non costiere, introdurre il nuovo sistema di valutazione della fragilità InterRAI (strumento che supporta il processo decisionale di presa in carico della persona nell’ambito della rete dei servizi territoriali), implementare le Dimissioni Protette al fine di monitorare la disponibilità dei posti letto in convenzione per facilitare le dimissioni ospedaliere”.


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