Addio alle estati dei latin lover, addio a ‘agosto moglie mia non ti conosco’, addio a vacanze al mare a ‘misura d’uomo’ e per fortuna che ci sono le due ruote a motore e non solo auto. Sarebbe la semiparalisi. E’ una delle conseguenze del turismo di massa (a volte mordi e fuggi) su una fascia costiera urbanizzata all’inverosimile da seconde case, stretta tra colline e pieds dans l’eau e affamat di parcheggi pubblici.
di Luciano Corrado
Come ‘risponde’ la società civile, nelle sue articolazioni, a fronte di una realtà tanto complessa e gonfiata con il passare degli anni? Superfluo piangerci addosso. Quanto abbiamo di fronte e quotidianamente subiamo è il frutto di una ingorda e dissennata edilizia immobiliare e che premia certa politica e pubblici amministratori. Addio a sindaci anticemento. Assenza di lungimirante pianificazione economica da mezzo secolo ai nostri giorni. Non abbiamo imparato cosa richiede la risorsa turismo peraltro ridotto a pochi mesi, alloggi per ‘vacanze'(?) occupati a luglio e agosto. Si è solo chiacchierato del fabbisogno di adeguate infrastrutture di comunicazione stradale e ferroviaria. L’agricoltura locale non è più un compendio all’industria delle vacanze, importiamo il 95% del fabbisogno. Il settore industriale non è più fonte di occupazione. Il settore bancario ha drasticamente ridotto filiali e impiegati. Restano le Asl, gli enti locali, le municipalizzate-poltronificio, le cooperative, artigianato e commercio tra apri e chiudi. In salute l’invasione dei supermercati, la morte di botteghe famigliari. Ma anche la desertificazione di qualche centro storico (all’apice Borghetto S.Spirito e Ceriale), migliaia di locali chiusi. Non parliamo del patrimonio edilizio delle nostre montagne che, a parte pochi acquirenti stranieri, è vuoto l’80 per cento e senza mercato immobiliare.
Una noiosa (?) premessa, senza pretese, per arrivare ai nostri giorni, con un déjà vu a cui si è fatta l’abitudine. Parliamo della ‘fame parcheggi pubblici’, con una vecchia espressione in uso dagli anni ’80, più ne realizzi (posti auto) e più si riempiono. Di fronte al mezzo milione di seconde case che ‘arricchisce’ la Liguria. Si aggiunga che ci sono aree del primo entroterra con paesi che hanno moltiplicato senza freni gli insediamenti abitativi sia per residenti e soprattutto ‘case vacanze’. Una massa che si riversa verso le confinanti località di mare, aggravando il problema di mobilità e trovare parcheggio. Ecco allora i caroselli di veicoli alla ricerca di uno spazio libero.
Siamo ai park a pagamento (strisce blu) a tappeto, quasi paradossale la situazione nelle città rivierasche. Che con un’unica eccezione (Andora) si è pensato bene, per le casse comunali, di imporre un ‘tassa a tempo‘ che frutta milioncini di € anche attraverso le sanzioni. Impegnano agenti di Polizia locale e in qualche caso ‘ausiliari parcheggiatori’. Diciamoci la verità, nessuna persona di buon senso poteva immaginare che i parcometri disseminati dalle promenade alla prima periferia delle città risolvessero il fabbisogno reale dei ‘piani parcheggio’, disincentivassero il traffico nelle zone centrali e più frequentate, peraltro senza una visione moderna di ‘isole pedonali‘ attuate, con profitto per tutti, salute inclusa, nelle realtà più evolute e con un turismo di qualità. La massa ha diritto alle vacanze? Certo, ma in Riviera, in certi periodi, è diventata una bolgia dove gli spazi pubblici sono gravemente sproporzionati rispetto al fabbisogno.
Quali sono le più evidenti disfunzioni che caratterizzano quasi ovunque la Polizia locale? Un irrazionale organico numerico nei periodi più critici di tutti al mare? A chi capita di leggere media cartacei e quotidiani on line locali può ricordare gli annunci, ripetuti ed esibiti, di potenziamenti di uomini (di mezzi) ora in questa ora in quella località. Proprio per affrontare al meglio l’emergenza estate.
Un dato di fatto. Ci sono giorni, vuoi per i mercati settimanali, feste, fiere, esposizioni, in cui si creano a catena ingorghi, rallentamenti (sempre che l’Autofiori non sia bloccata per ore da incidenti e traffico deviato), gravi intralci causati pure da inflazione di attraversamenti pedonali (neppure regolati) lungo l’Aurelia monti-mare e viceversa (centri storici e bagni in spiaggia). Può attraversare senza interruzione una persona alla volta e obbligo di dare la precedenza. Non accade con i semafori che sono stati quasi ovunque eliminati. Niente semafori e niente vigili neppure nelle ore di punta o di caos.
Ebbene quasi sistematicamente, in ogni stagione e stato di traffico, si incontrano pattuglie di vigili che anzichè intervenire almeno sulla viabilità caotica, aggravata dalle cattive abitudini di soste temporanee che intralciano e rallentano, creano stati di pericolo. Ebbene, dicevamo, troviamo pattuglie sulla statale (a volte in prossimità di rotonde) che danno la caccia con Targa System o “Street control” (la lettura della targa verifica la regolarità dell’assicurazione, della revisione del veicolo, o se oggetto di furto). Abbiamo la testimonianza diretta di Loano e Ceriale. Incredibile. Succede nelle stesse ore in cui c’è il mercato settimanale o il lungomare occupato da bancarelle, la circolazione in città è caotica.
Nessuno ragionevolmente disconosce l’importanza che in origine apparteneva esclusivamente alla Polizia stradale che si occupa in via principale del settore strategico del controllo e della regolazione della mobilità su strada. I suoi compiti sono individuati all’art. 11 del Codice della Strada (Decreto Legislativo 30.4.1992, n.285 e successive modifiche) e contemplano le attività connesse.
Il sospetto è che Targa System o “Street control” contribuisca soprattutto a fare ‘cassa per i Comuni’ che peraltro, ogni anno, registrano impennate di introiti, senza che si tenga conto della qualità complessiva del servizio sulla viabilità cittadina. Il corpo municipale sarà pure caricato di tanti, troppi compiti, ma le direttive devono avere priorità assolute e intelligenti, coordinate e concordate, messe in pratica in un contesto intercomunale e comprensoriale.
Capita anche di leggere, copia e incolla, di comunicati della Questura o dell’Arma in cui si da conto di quante auto e persone siano state controllate in un certo numero di giorni. Non è con i numeri che si fa prevenzione, è informazione a ‘uso e consumo’ delle statistiche esibite al popolo. Serve una razionale presenza di pattuglie in divisa, senza ignorare l’efficacia del servizio in borghese, e soprattutto evitando ‘accumoli’. Ci riferiamo a quando, in una manciata di km, incontriamo pattuglie di Polizia locale, Polizia Statale (sempre più rare quelle della Polstrada), carabinieri e a raramente le Fiamme gialle (Finanza). Ci riferiamo a quando, dopo il calar della sera, succedono incidenti stradali (non parliamo di vittime) e l’attesa non ha limiti.
Non siamo da anni, terra di omicidi, assalti a banche e uffici postali, oreficerie, incendi dolosi di locali e automezzi, estorsioni. Ma la microcriminalità è enfatizzata. I cronisti giovani non hanno vissuto altri ‘film’ alla Chicago. Ora c’è la violenza di balordi, emigrati senza casa, qualche singolo rapinatore che arriva da fuori, gli scassi che creano danni e rabbia tra i negozianti, furti su auto. Insomma la ‘nera’ non è più da prima pagina. Una piaga allarmante è invece il diffuso ‘mercato della droga’ e non solo quella dello ‘sballo’ e del sabato sera. Non solo quelle dei ‘cavallini’ consumatori e spacciatori a dose. C’è una coalizione di grossisti (la lunga mano della ‘ndrangheta e della criminalità albanese) che spesso finisce nella rete degli uomini in divisa, molto attive le Fiamme Gialle. Con sequestri davvero importanti (vedi porto di Vado Ligure). C’è l’opera di infiltrati e informatori, l’aiuto di intercettazioni telefoniche ed ambientali, le soffiate dalle carceri.
Luciano Corrado