Lettere/Giorgia Meloni, festa di Atreju, sala dedicata a Enrico Mattei comandante partigiano e antifascista. 2/Caos viabilità. Sindaco Canepa: ‘Code infinite e imbottigliamenti verso levante, ‘sequestrando’ per ore gli automobilisti
Spetta. Trucioli.it, sono tra i vostri lettori ed apprezzo la vostra indipendenza senza bavaglio. Da sempre sono affezionato lettore de L’Espresso che in tempi lontani stampava fino a 500 mila copie. Ora meno di 70 mila, oltre ad altrettanti abbonamenti al web del settimanale. Penso che se i cittadini italiani fossero più informati, anche leggendo L’Espresso non ci ritroveremo in Europa fanalino di coda quanto a lettori di quotidiani e settimanali.
Vi allego, se lo ritenete interessante, la risposta che si legge nelle lettere all’Espresso, anche solo nella parte a firma della giornalista Stefania Rossini. Ricorda che la sala più grande, quella che ha accolto il miliardario Elon Musk e Santiago Abascal, capo dell’estrema destra spagnola Vox (gli estremisti neofascisti in sala non mancavano), era dedicata a Enrico Mattei, da tempo riferimento di Giorgia Meloni per le politiche energetiche. Ecco la forza della manipolazione e omissione. Mattei che in un grande pannello veniva raccontato nel dettaglio di vita e opere. Peccato si sia dato atto che nel 1945 comincia ad occuparsi di petrolio, ma neppure un accenno sul Mattei che fu comandante partigiano, che portò sulle montagne almeno 40 mila antifascisti, che fu membro del CNL come rappresentante della Democrazia cristiana e sfilò nella Milano liberata con Ferruccio Parri e Luigi Longo.
Grato per l’ospitalità Emanuele Ravina
2/DAL SINDACO DI BORGHETTO S. SPIRITO
Giancarlo Canepa (Lega di Salvini)
“Caos viabilità. Danno enorme per il turismo e disagio inaccettabile per i residenti, lavoratori e mezzi di soccorso.
Ancora una volta le problematiche autostradali si sono riverberate sulla viabilità ordinaria paralizzandola e creando situazioni che non esagero a definire drammatiche con code infinite e imbottigliamenti che hanno di fatto “sequestrato” per ore gli automobilisti che loro malgrado si sono trovati a transitare in direzione levante. Un danno enorme per il turismo e un disagio inaccettabile per lavoratori, residenti e soprattutto per i mezzi di soccorso.
Numerose le testimonianze di persone che, ad esempio, per percorrere i 7 km che ci separano da Albenga hanno impiegato anche tre ore, senza contare le ulteriori problematiche sulla viabilità interna dei comuni dove i sistemi di navigazione cosiddetti intelligenti hanno dirottato il traffico in zone periferiche, come nel caso della zona Madonna degli Angeli di Borghetto in cui vi è una strada molto stretta che collega con la vicina Loano in cui sono rimasti imbottigliati, già nella serata di lunedì primo gennaio, numerosi caravan e auto di grossa cilindrata che solo grazie all’intervento di alcuni cittadini sono riusciti a ripartire. Nella giornata di martedì 2 gennaio abbiamo cercato di limitare questa problematica apponendo della segnaletica stradale monitoria ulteriore rispetto all’esistente e impiegando una pattuglia della Polizia Locale sul posto. Contestualmente, oltre a informare la Prefettura della situazione, abbiamo adottato altri provvedimenti non risolutivi ma che contribuiscono a rendere più fluida la circolazione come la messa in lampeggio dei semafori che purtroppo non è stata adottata anche da altri comuni limitrofi. Tutte azioni palliative che però non sono sufficienti a risolvere la problematica.
Io credo che situazioni del genere, viste le conseguenze, non siano più accettabili.
Non si è trattato di una situazione imprevedibile, di un incidente o altro evento inatteso. Il controesodo era assolutamente previsto e prevedibile. Per quale motivo non è stato dismesso il restringimento della carreggiata in autostrada nel tratto tra Pietra e Finale? Nel caso non fosse possibile dismetterlo, perché non sono state usate, delle tre corsie disponibili in entrambi i sensi, due in direzione levante e una sola in direzione ponente dove il traffico era estremamente ridotto anziché una sola verso levante e due in direzione ponente? Perché in questi casi in cui la paralisi della viabilità ordinaria avviene per evidente incapacità dell’infrastruttura autostradale di reggere i flussi, non si pone un obbligo in capo ad autostrade di supportare i comuni nella gestione della viabilità? Se ci fosse un addetto ad ogni incrocio i flussi, seppur abnormi, potrebbero ad esempio essere ottimizzati. Inoltre agli automobilisti si eviterebbero ulteriori peripezie dovute alle errate indicazioni dei navigatori.
Potrebbe anche essere utile che, in determinate situazioni, i pannelli a messaggio variabile presenti in autostrada comunicassero l’inutilità di abbandonare la rete autostradale per non paralizzare anche la rete viaria ordinaria.
Sicuramente nei prossimi giorni mi farò premura di scrivere alla Prefettura chiedendo supporto per intercedere nei confronti del gestore autostradale in modo da avere un coordinamento più efficace sia in termini di comunicazione che di interventi da mettere in campo.
NOTA DI TRUCIOLI.IT – Ignoriamo se nelle lunghe ore che hanno paralizzato la statale Aurelia per colpa dell’immancabile tappo in autostrada (e dire che negli anni ’70, si annunciava il progetto di Aurelia Bis da Finale a Albenga, con un tunnel sotto il monte Piccaro) siano stati mobilitati in ogni città pattuglie di Polizia locale almeno negli incroci più trafficati. E si sia provveduto ad evitare che le auto intasassero anche le vie di ‘fuga-scorciatoie’ interne, causando ulteriori disagi e potenziali pericoli in caso di soccorsi urgenti (ambulanze e vigili del fuoco). Non accade da ieri. Se un tempo l’Aurelia veniva regolamentata dai semafori, ma soprattutto dalla presenza di vigili urbani ai maggiori incroci, oggi le pattuglie stanno alla larga, mosche bianche salvo incidenti. Danno la caccia ai ‘divieti’. Hanno ovviamente delle direttive e priorità dai comandi, dall’assessore competente.
Cosa succede nell’organizzazione delle emergenze ? Come quelle denunciate dal sindaco Canepa? Sappiamo, di fronte alla drammaticità, che un solo sindaco (Canepa) ha denunciato per iscritto, con comunicati ai media, l’assurdo scenario. Ignoriamo se nelle stesse ore si sia prontamente provveduto a rafforzare il numero di pattuglie in servizio. O ancora sia stato programmato un evento prevedibile, visto che tutto lasciava immaginare quanto è accaduto. E il passato dovrebbe insegnare. Infine se in tali circostanza la stessa prefettura di Savona disponga di un piano di mobilitazione-intervento coordinato delle forze dell’ordine (polizia locale inclusa). Far fronte, da paese civile e preparato, organizzato, ad una pericolosa emergenza coinvolgendo la stessa protezione civile. Ognuno si assuma le sue responsabilità senza nascondere la testa sotto la sabbia.