Riceviamo dalla “Associazione Il Rosso non è il Nero”. Replica al presidente Toti su rigassificatore e sviluppo di Savona, del suo comprensorio e della Valbormida. Senza dimenticare la penalizzazione dell’ospedale San Paolo.2/Riceviamo dal WWF a proposito dell’inceneritore in Valbormida.
Merita una replica molto precisa la stonata nota polemica elaborata dal presidente della Regione Toti per accusare l’amministrazione comunale di Savona di “bloccare lo sviluppo economico” opponendosi al trasferimento dell’impianto di rigassificazione da Piombino a Vado Ligure.
E’ evidente come l’intento della Presidenza della Regione sia quello di prevedere lo sviluppo del comprensorio savonese quale “hub” di tutte le contraddizioni ambientali (e sanitarie se pensiamo alla vicenda della penalizzazione dell’Ospedale San Paolo) intercorrenti nella nostra regione e oltre.
Difatti la questione rigassificatore fa il paio con quella dei “cassoni” da costruire per la nuova diga di Genova: lavoro inquinante e precario che si intende scambiare con la chiusura della SANAC e la definitiva uscita del nostro comprensorio dal ciclo della siderurgia.
Tutti temi che il Presidente della Regione affronta in termini di benevolenza ricercata verso il governo Nazionale e in funzione di una propria carriera politica che ha subito una brutta battuta d’arresto con lo 0,9% ottenuto nelle ultime elezioni politiche.
Savona appare la destinataria ideale di questo “scarico” proprio perchè la nuova Amministrazione sta procedendo, sia pure con fatica, verso nuove strade proprio sul terreno di riqualificazione dello sviluppo abbandonato in passato allo scambio deindustrializzazione/speculazione edilizia.
Il discorso vale per tutto il comprensorio e per la Val Bormida: inutile il discorso delle “compensazioni”, la necessità è quella di porre mano alle infrastrutture (stradali e ferroviarie) utili per far uscire Savona dall’isolamento; curare il territorio; rigenerare il tessuto urbanistico; qualificarsi sul terreno della presenza di soggetto innovatori di tecnologia e di produzione.
Un programma esattamente contrario a quello che si vorrebbe imporre attraverso la creazione di nuove servitù marine e terrestri.
“Associazione Il Rosso non è il Nero”.
IL POST di Enrico ‘Duri’ Durighello
Inceneritore in Valbormida.
Il WWF interviene: ma di cosa stiamo parlando ?
In merito all’ipotesi di realizzare un inceneritore o termovalorizzatore nelle ex aree industriali della Valbormida, le condivisibili contrarietà espresse dagli amministratori locali, le incomprensibili proposte del Presidente della Provincia di Savona nonché in ultimo le ipotesi definite “premature” della Commissaria della neo Agenzia Regionale dei Rifiuti; il WWF vuole ricordare a tutti gli amministratori interessati che il vigente Piano regionale dei rifiuti e delle bonifiche 2021-2026 aggiornato ed approvato lo scorso anno in Consiglio regionale della Liguria, non prevede la realizzazione sul proprio territorio regionale, di impianti di incenerimento, ma bensì in via prioritaria come recita lo stesso : La scelta è ricaduta, sulla base di valutazioni soprattutto di carattere ambientale, prioritariamente su un impianto di riciclo chimico (“waste to chemical”) in grado di produrre idrogeno e metanolo riutilizzabili localmente in distretti verdi.” Solo nel caso tale soluzione non fosse realizzabile, il Piano scartata anche l’ipotesi del CSS (Combustibile Solido secondario), potrebbe prevedere eventualmente in sub ordine un impianto di valorizzazione energetica (incenerimento).
Ricordiamo inoltre che il piano regionale sui rifiuti prevede al 2026 una percentuale media ligure di raccolta differenziata al 67 % ,previsione bassa rispetto a molti comuni liguri che addirittura hanno già superato il 70-80 % lo scorso anno !. Pertanto visto che i dati ipotizzabili dal Piano regionale parlano di un residuo totale sul territorio regionale di rifiuti non differenziati (RUR) annuo tra le 100.000 t e max fino circa 160.000 t., cifre che, con quote superiori di raccolta differenziata potrebbero tranquillamente scendere al di sotto delle 80000 t. ; cadrebbe la sostenibilità economica oltre che sociale ed ambientale, di realizzazione di un impianto di incenerimento o valorizzazione energetica dei rifiuti sul territorio regionale !.
Il WWF evidenzia criticità nelle previsioni sulla gestione del Rifiuto Urbano Residuo (RUR), sottolineando come la proposta di prevedere l’incenerimento del RUR sia in contraddizione con gli obiettivi generali dell’agenda ambientale UE e con lo stesso piano regionale ! .
Riguardo alle azioni come riduzione, riuso e riciclo (incluso quello organico) sarebbe stata opportuna una maggiore concretezza nelle indicazioni operative con un confronto con le realtà locali soprattutto con quelle che hanno superato la soglia dell’80 % di raccolta differenziata.
Questa proposta di incenerimento dei rifiuti, risulta disallineata dall’evoluzione in corso delle politiche ambientali UE e rischia di fuorviare le scelte strategiche alla base dei Piani di settore per i prossimi anni e lustri, facendole divergere rispetto alle politiche UE sulla Economia Circolare e ad altre politiche ambientali; e sembra ignorare le scelte europee di escludere l’incenerimento dei rifiuti dalla tassonomia e l’imminente (al più tardi dal 2028) eliminazione dell’esenzione degli inceneritori dallo schema ETS che renderanno ancona meno conveniente dal punto di vista economico la scelta di bruciarli.
Il recente piano regionale approvato dovrò essere invece un’occasione per ridefinire le strategie regionali individuando le azioni necessarie di riduzione e di minimizzazione del RUR, con un confronto con i territori, affinché si possa puntare a obiettivi più ambiziosi di quelli minimi definiti nelle Direttive, perseguendoli nella operatività locale e nella definizione degli strumenti di supporto.
Savona, lì 05/09/2023
WWF Italia. Il Delegato Liguria. Piombo Marco