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Savona e la beffa. Il Comune regala il ‘modello Tari’ 2021 con tanto di errore


Da molto tempo avevo sentore di essere solo un oggetto pagatore, per il Comune di Savona, ma poi mi dicevo che non dovevo essere ipercritico, pretendendo l’impossibile. I tempi di pandemia sono stati difficili per tutti, anche per un’amministrazione comunale già gravata da pesantissimi deficit di bilancio.

di Gianfranco Barcella

 Quando mi sono apprestato a pagare la cartella della TARI  per l’anno domini 2021 però mi sono sentito come una res nullius, quella cosa, in diritto romano, che abbandonata per strada come un rifiuto, non suscita nemmeno un desiderio di possesso.

Provo a spiegarvi il perché. Tutti sappiamo che la raccolta rifiuti all’ombra della città della Torretta è stata molto problematica. Abbiamo già documentato sulle pagine di Trucioli.it sacchetti abbandonati da giorni, cassonetti sbrecciati e indecorosi, tempi di raccolti della indifferenziata, diluiti nel tempo che lasciavano i contenitori a lungo stracolmi. Si è giunti anche all’invito di tenere i rifiuti in casa, perché era divenuto difficilissimo il loro smaltimento.

Allora ho pensato: la tassa quest’anno, anche per le utenze private sarà  scontata, in nome della sentenza della Cassazione n.19767 del 22 Settembre 2020, con la quale la Corte sancisce a carico delle amministrazioni comunali la responsabilità per negligenza per causa del mancato servizio di raccolta dei rifiuti, riconoscendo il diritto ai contribuenti di ricevere uno sconto fino al 40% sulla tassa sui rifiuti.

Sulla mia cartella la cifra da pagare era  la medesima dell’anno passato. Di certo ho male interpretato la sentenza la quale prevedeva per il contribuente anche il disagio di dover deambulare verso punti di raccolta molto distanti dalla propria abitazione. In virtù degli artt. 62 e 64 del d.lgs 1 Novembre 1993, n. 507, sappiamo che la tassa sui rifiuti solidi urbani è dovuta per l’occupazione o la detenzione di locali ed aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, esistenti nelle zone del territorio comunale in cui il servizio è istituito e attivato o comunque reso in via continuativa dai cittadini indipendentemente dal fatto che gli stessi utilizzino il servizio, ma è pur vero che la mancata raccolta da parte dei comuni rappresenta per gli utenti un servizio non usufruibile, così da consentire una riduzione del tributo.

E’ inutile andare oltre con le mie speculazioni giuridiche, ho pensato. Devo pagare e basta! Mi reco in tutta fretta all’ufficio postale più vicino. Presento il modello 24, ricevuto per posta e mi accingo a pagare in un’unica soluzione e scopro che non posso effettuare il pagamento. L’impiegata mi spiega: “Per un errore di stampa c’è un codice Ente errato nella riga relativa al pagamento del tributo provinciale TEFA. Può compilare questo nuovo modello F24 in bianco che le fornisco adesso. Oppure come hanno risposto a coloro che si sono rivolti all’Ufficio Tributi Comunale, può ovviare al problema, pagando le tre rate in un’unica soluzione o ristampare dal sito del Comune la cartella corretta e ricompilarla con i dati esatti. E poi ritorna a pagare”.

Mi faccio da parte e tento di compilare il nuovo foglio, gentilmente offertomi per non espormi nuovamente al pericolo di contagio da covid 19.  Intanto, gravato dall’impedimento della mascherina, gli occhiali si sono appannati e compio ulteriori sbagli. L’impiegata si impietosisce; mi ritira il foglio con garbo e lo ricompila di sua mano. Torno a casa umiliato ed offeso perché mi torna alla mente, se la memoria non falla, che già nel 2017 erano già state inviate dal Comune di Savona 34 mila cartelle TARI con l’anno di pagamento sbagliato: il 2016 al posto del 2017.

Dopo alcuni giorni incontro una mia vicina di casa, ancora più anziana di me che sapevo gravata dallo stesso problema e le dico: “Signora le stampo il modello F24 in bianco. Così lo ricompila correttamente ed evita inutili soste nell’ufficio postale”.Grazie per il suo pensiero, ma questa mattina un’impiegata gentile mi ha detto che avevano avuto il permesso di correggere il modello errato per agevolare i contribuenti e così è stato! “.  Ho ripensato alla nostra Costituzione nella quale è scritto che la Repubblica riconosce i diritti inviolabili delle persone, e questo significa che tali diritti vengono prima dello Stato stesso che deve operare in funzione del cittadino – persona, ormai stanco di essere stanco di alcune vessazioni.

Gianfranco Barcella


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G.F. Barcella

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