“Mala tempora currunt”,dicevano” i latini, ma noi potremmo purtroppo aggiungere :”sed peiora parantur” ( ma il peggio deve ancora venire ); questi remoti ricordi scolastici di tempi lontani tornano ad essere perfettamente adattabili alla realtà della nostra epoca.
Chi ha superato la boa degli ottanta e ha vissuto come me la sua infanzia tra gli orrori e la miseria della guerra, la rinascita del Paese, i favolosi anni 60 del boon economico e del fervore politico, ricorda con nostalgia e gratitudine le figure di grandi sindaci, che pur appartenendo a diverse e contrapposte correnti politiche, rappresentavano ed interpretavano con onestà ed impegno il buon senso popolare onorando il mandato ricevuto.
Parlo di figure come Migliorini (Finale Ligure, Garassini (Loano), Viveri jr (Albenga), che sono ormai un ricordo lontano….
Alla luce della recente indagine del Sole 24 Ore risultano dati agghiaccianti per la provincia di Savona che dovrebbero fare riflettere.
L’unica cosa sulla quale eccelliamo è il divertimento ( mentre il Titanic affonda l’orchestra continua a suonare) per il resto la preoccupazione di continuare a scivolare verso il basso, non si basa su semplici sensazioni, ma è suffragata da dati incontestabili.
Purtroppo non esiste un versante economico, politico, sociale sul quale puntare le nostre speranze, ma la tendenza di chi ha effettive responsabilità a livello locale è quella di stemperare il tutto per continuare sulla strada del dissesto come se nulla fosse.
Demografia, servizi pubblici, infrastrutture, sanità, sicurezza, economia denotano falle così ampie da lasciare esterrefatti e se fossi un poeta canterei: “ Povera terra mia, sì bella, sì cara, ognor violata; piango con te la tua amara sorte”
Gianluigi Taboga
L’ARTICOLO DEL SECOLO XIX CON LE DICHIARAZIONI DI TABOGA
‘PERCHE’ ELIMINARE LA STAZIONE IN CENTRO CITTA’, TRA ANDORA E FINALE, E’ DANNOSO E ANACRONISTICO’
TORRE DI CONTROLLO DELLE FERROVIE PER LA TRATTA ALBENGA – ALBISOLA
3,5 MILIONI PER LA GESTIONE PUNTUALE DEI CONVOGLI, MA LA RIVIERA RESTA STROZZATA EPPURE BASTEREBBE ALMENO ATTUARE IL RIPRISTINO DEI BINARI AD INCROCIO. SENZA BINARI A MONTE SI POSSONO RISPARMIARE SOLDI DA INVESTIRE SU UN BINARIO CHE UNISCA ALBENGA A GARESSIO E CEVA, UTILE AL TURISMO E AI COLLEGAMENTI COMMERCIALI CON IL PIEMONTE
L’investimento riguarda gli impianti di Ceriale, Loano, Borghetto S.S., Pietra Ligure e Borgio, Finale e Spotorno, Quiliano/ Vado Savona e Albisola. Il primo passo è inizia alla stazione di Ceriale con l’attivazione di un impianto con i monitor per l’informazione dei passeggeri, nell’atrio e sui marciapiedi dei binari. In totale a lavori ultimati, 35 monitor. Cinque di queste stazioni, con il trasferimento dei binari a monte, saranno abolite.
HO LETTO SU TRUCIOLI.IT L’ARTICOLO DI DON PAOLO FARINELLA
“Perché non celebriamo Natale. No a orgia consumismo e scenografia pagana”
Vorrei qui accennare ai prerequisiti per celebrare il Natale di Gesù.
Andando al “centro del proprio io”, aiutati da un “pensiero” di Pascal: “Esistono tre categorie di individui: quelli che servono Dio dopo averlo trovato; quelli che si sforzano di cercarlo senza ancora trovarlo; quelli che vivono senza cercarlo e senza averlo trovato. I primi sono ragionevoli e felici; gli ultimi sono pazzi e infelici; quelli di mezzo sono infelici e ragionevoli”. Credo sia a fagiolo al nostro caso. Auguriamoci d’essere ragionevoli e non infelici.
Proviamo, quindi, a cercare Dio, il Gesù di Nazareh, il protagonista (dimenticato) del “Natale” svilito dal materialistico consumismo di questi giorni.
Chi è Gesù – il Cristo – e chi sono io. ” Consolati – continua Pascal in un altro pensiero, immaginando che l’Altissimo gli risponda – : tu non mi cercheresti, se non mi avessi già trovato ” ed io ci sento l’eco di un altro ricercatore, Aurelio Agostino, che – poi – diverrà “Hipponensis episcopus et doctor ecclesiae”.
Storicamente un’istituzione – da oltre due mila anni – attraversa il tempo: la Chiesa. Guardiamoci attorno: chiese e campanili (puntati a indicare il cielo); croci sui monti, nei cimiteri, al collo della gente; nomi di cristiani (imitatori di Gesù) nella toponomastica delle nostre città, delle insegne e delle carte geografiche…tutti segni che implementano la cultura di tanti popoli. Innumerevoli seguaci di Cristo si riuniscono nelle chiese per riascoltare le parole di quel Nazareno, sì crocifisso e fatto morire, ma che risuscitò e vinse la morte, come aveva risuscitato e/o guarito morti e malati da predicatore vagabondo per la Palestina.
Infine, l’opera di tanti cristiani, santi più che filantropi, a lungo andare – incidendo in profondità sul costume dell’umanità – hanno migliorato la società.
Cristo, quindi, con la sua dottrina ed i suoi seguaci, ha cambiato la vita degli uomini e della storia, realizzando valori di verità, di libertà, di bellezza, che – come scrisse nell’Idiota Fedor Michailovic Dostoevskij – salverà il mondo.
In contro canto, lungo i secoli, qualcuno si è augurato “la fine di Cristo”: nel 1773 Voltaire, nel 1847 Ernest Renan, nel 1851 Pierre-Joseph Proudhon, Nietzsche ( e non sarà l’ultimo) vorrebbero “la morte di Dio”. Ma, al contrario, il pensiero moderno risulta “intriso” di cristianesimo. Il filosofo dell’idealismo – per citarne uno – Benedetto CROCE (ironia della sorte, vedi il suo cognome), pur rifiutando la trascendenza, in un noto saggio (emblematico anche il titolo) ” Perché non possiamo non dirci cristiani “.
E’ innegabile, dunque, che il dinamismo della fede cristiana ha trasformato l’umanità. La Storia (chissà perché!) la dividiamo tra “prima” e “dopo” il Natale di Gesù Cristo. Johann Paul Richter ( si limita a dire! ) Gesù Cristo ha cambiato il corso del torrente dei secoli; Pierre Teilhard de Chardin (gesuita e scienziato) Cristo è l’asse e il verticedi una maturazione unversale; Per Mahatma Gandhi, Gesù Cristo non appartiene solo al cristianesimo, ma al mondo intero.
E qualche pennellata: Ecco il suo stile di vita, più che le sue parole, Pietro – l’eletto per confermare i suoi fratelli nella fede e presiedere nella carità la Chiesa – scrisse ( 1Pt 2,21-23 ) ” Cristo ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato, né si trovò inganno sulla sua bocca. Oltraggiato, non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a Colui che giudica con giustizia”.
Il “mistero”, percepito dai suoi discepoli nella persona di Gesù, spinse allora come oggi i suoi seguaci a dedicargli la vita fino alla morte.
Infatti gli apostoli morirono martiri tutti, meno uno, Giovanni. Qualcuno scrisse: ” Se Gesù venisse oggi, non lo crocifiggerebbero, lo inviterebbero a cena, ascoltando quel che avesse da dire, e riderebbero di lui” (Thomas Carlyle).
Conclusione – In definitiva, il cristiano è l'”uomo delle Beatitudini”: con questa nuova forma di uomo, si struttura – per chi accetta la prospettiva di Gesù – nell’evoluzione cosmica (con buona pace di Darwin che non poteva prevedere a causa del suo materialismo) l’Homo Mitis, dopo l’Homo sapiens, instaurando la “civiltà dell’amore” per il progresso dell’umanità. Alphonse Lamartine scrisse: L’ateo è un figlio che si sforza di persuadersi d’essere senza padre; Charles De Foucauld, invece: Non appena ho creduto che c’era un Dio, ho capito che non potevo fare altro che vivere per lui.
Ecco la BUONA NOTIZIA: Gesù è il FIGLIO di Dio. Il primo evangelista, Marco, ed inventore del genere letterario detto “vangelo” racconta di come gli apostoli percepirono il mistero di Gesù: fascinoso, “MINA VAGANTE”(considerato ,cioè, imprevedibile ed eccessivo) perché PIU’ CHE UOMO.
Ecco gli indizi: ” Mai nessuno ha parlato come parla quest’uomo! ” (Gv 7, 46); ” Le folle restano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegna loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi ” (Mt 7, 28-29)
La sua parola è efficace, fino a produrre miracoli: comanda alle acque infuriate del lago, e si placano; Comanda alle malattie, e risanano; Comanda ai demòni, e fuggono; A viva voce richiama l’amico Lazzaro dal sepolcro, ed egli ne esce risuscitato.
Non solo indizi, ecco confessa (direbbero i giuristi) la sua divinità: ” Filippo, chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi dire : “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?” (Gv 14, 9-10). E al cospetto dei Giudei: “Io e il Padre siamo una cosa sola”. Questi comprendono la gravità dell’asserzione, e, prendendo delle pietre, sentenziarono: “(…) ti lapidiamo per la bestemmia, perché tu che sei uomo ti fai DIO” (Gv 10, 30.33). Poiché predisse la sua risurrezione, quando avvenne, gli credettero senza riserve.
” Il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi ” (Gv 1, 14); Mandato ” per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, per rimettere in libertà gli oppressi…, per annunziare ai poveri la buona novella” (Lc 4,18); Ed ecco, infine, la risposta di Dio al problema della morte: risurrezione e vita eterna nel Regno. Paolo, l’Apostolo delle genti, ci spiega: ” Dio, come ha risuscitato il Signore Gesù, farà risorgere anche noi con la sua potenza ” (1 Cor 6, 14). San Girolamo: Il sepolcro vuoto è diventato la culla del cristianesimo; Soren Kierkegaard: I due mondi da sempre separati, il divino e l’umano, sono entrati in collisione in Cristo. Una collisione non per un’esplosione, ma per un abbraccio; “Gesù di cognome si chiama Dio”. Titolo di un’antologia di frasi infantili, curata da Tullio De Mauro; “Gesù Cristo è un Dio a cui ci si avvicina senza orgoglio, e sotto il quale ci si abbassa senza disperazione ” (Blaise Pascal); ” Io nella tomba troverò la culla” Giacomo Zanella); “Gesù è Dio CON LA PELLE SOPRA (Una bambina al catechismo).
Michele DI GIUSEPPE, abogado.