Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Albenga ascolta: dalle terre di mafia, con Libera e Coop, testimonianze per conoscere


Non è stata una partecipazione massiccia (32 persone). Nessun giovane, solo terza età, donne soprattutto, ad ascoltare le istruttive testimonianze di un viaggio in Sicilia nelle terre, nei poderi agricoli, confiscate alle mafie. Incontro organizzato dalle sezioni Coop Liguria di Albenga (e Savona), in collaborazione con Libera Savona. Con due impiegate Coop, aderenti a Libera: Olivia Faccio e Giorgia Zampiga, moglie di Marco Dottore, organizzatore di eventi e titolare  con Luca Galtieri dell’Agenzia Eccoci di Alassio, conduttore tv del programma Tgevents Television. Due donne impegnate a sensibilizzare e far conoscere cosa significa vivere,  convivere, lavorare in terre di mafia. Ma” dobbiamo fare anche noi la nostra parte, c’è la mafia, assai diffusa, pure in Liguria e non sappiamo chi sono i mafiosi”.  E ancora:” L’esempio di tanti giovani siciliani che hanno scelto di stare dalla parte della legalità”. La ‘mafia Ligure’, di cui si è spesso letto (vedi la Casa della Legalità di Genova) era soprattutto quella del movimento terra, delle cave, degli affari immobiliari, delle discariche e dei rifiuti pericolosi, del riciclaggio, del controllo della prostituzione da qualche anno appannaggio di organizzazioni  mafiose straniere perché rende assai più il dominio del narco traffico. Ci sono colletti bianchi che investono in aziende insospettabili, le infiltrazioni nella politica e pubbliche amministrazioni. Il voto di scambio, difficile da dimostrare.

E nel piccolo, si fa per dire, ha un’estesa diramazione almeno nel savonese il ‘mercato ortofrutticolo abusivo, illegale, sulle strade e non solo’. Quello che riguarda venditori ambulanti che con camioncini si spostano da una località all’altra, da una postazione all’altra, con una rete commerciale ben strutturata, a prezzi supercompetitivi,  sempre più diffusa, molte le attività gestite da extracomunitari. Chi sono i fornitori ufficiali e quelli occulti ? Il loro fatturato ? Cosa significano quei furgoni bianchi che magari nel cuore della notte scaricano merce in questo o quel punto vendita ? Perchè è esplosa l’inflazione di negozi di  frutta e verdura, dal centro alle periferia ? Perchè è un mercato fiorente, capace di rimpiazzare nei profitti altre attività ? Per quale ragione un commerciante indigeno non resiste, nel settore ortofrutticolo, e tira avanti invece se è in mano ad uno straniero.

Diciamo subito che di questi aspetti Olivia e Giorgia, a precise domande, hanno detto di non essersi mai occupate del problema, di non conoscerlo, pur trattandosi ormai di una piaga che sarebbe utile non sottovalutare. Anche se i primi a farsene carico dovrebbero essere le associazioni di categoria degli agricoltori ( e se lo hanno fatto, il successo è zero), ma anche il settore commercio al minuto e quello dei mercati settimanali, con le due maggiori organizzazioni sindacali. Prima che sia davvero troppo tardi.

L’incontro di Albenga – come trucioli aveva annunciato – si è svolto nella Sala Punto di incontro Coop delle Serre. L’obiettivo: iniziative didattiche e di sensibilizzazione, partnership commerciale. Ovvero sostenere i prodotti  coltivati nei terreni confiscati ai signori delle cosche e commercializzati con il marchio ‘Libera Terra’. Si aiutano cittadini coraggiosi della Sicilia, si incoraggiano le produzioni di qualità, il lavoro nei crismi della legalità.

Alla ‘trasferta’ in Sicilia, nel mese di ottobre, hanno preso parte 12 dipendenti e 4 soci Coop esterni: da Sanremo a Sarzana; 19 anni il più giovane, 64 il ‘decano’ del gruppo. Un viaggio verso realtà diverse rispetto alla Liguria e  quasi “nessuno di noi conosceva gli altri, tutti animati da grande spirito di adattamento”. “Con aspetti molto coinvolgenti, ma anche momenti dolorosi”. La base della ‘spedizione’ a San Giuseppe Jato,  ‘regno’ di Vito Brusca. Una maglietta come ‘distintivo’ da indossare per le visite istituzionali, tenuta da lavoro negli altri momenti della giornata, per dare un senso forte della presenza di Libera. Ospiti in un casetta che apparteneva ad un boss e che grazie ai dipendenti di una cooperativa rappresenta un segno di riscossa. Dove grazie ad una brava cuoca, dipendente della cooperativa stessa, si sono potuti gustare, assaporare gusti, profumi di una terra meravigliosa.  La visita alla Cooperativa  Rita Adria, giovane vittima di mafia e testimone di giustizia nell’inchiesta sull’omicidio Borsellino. Una martire che ha scelto di suicidarsi, lontano dalla Sicilia, dopo che la mamma l’aveva disconosciuta ed il fratello ripudiata.

“Abbiamo incontrato Antonella Borsellino, piccola e minuta, molto arrabbiata per non aver ancora ottenuto giustizia. Il sindaco del paese che nega trattarsi di omicidio di mafia. Lo spaccato che emerge nel paese del capo dei capi di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, dove  il pizzo non lo paga nessuno. E il motivo non è difficile immaginarlo. Testimonianza di Olivia: “Eravamo non lontani dalla casa del boss inafferrabile, ad un certo punto arrivano due signori che ci guardano, ci scrutano insistentemente, senza profferire parola…sono venuti a farci capire che eravamo in casa loro….volevamo fotografarli, ma abbiamo desistito anche per non creare imbarazzo ai nostri accompagnatori”. Hanno visitato IL Giardino della Memoria Giuseppe Di Matteo, altro martire di mafia a 14 anni, figlioccio di Giovanni Brusca. Il ragazzo sequestrato per 776 giorni, tenuto in un interrato spoglio senza finestre, alla fine ucciso. Quando fu rapito, lui che aveva la passione di andare a cavallo, pensava  fossero degli angeli custodi delle forze dell’ordine venuti a proteggerlo. Sicilia terra di sindacalisti  uccisi, 38 colleghi, perchè si battevano per la legalità e dei diritti dei lavoratori.

Gli esempi di legalità in Sicilia sono tanti, compreso quello di combattere il lavoro nero e di privilegiare negli acquisti i prodotti di Libera Terra, privilegiare  la filiera del lavoro agricolo onesto e pulito, che alla fine significa anche qualità e salute per i consumatori.

 


S.Fasano

S.Fasano

Torna in alto