Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Albenga città di mare senza pescherie
dopo Barone ha chiuso Pinto
E a Villanova apre La Bottega del pescato


Sbotta l’avvocato Giorgio Ceriale, albenganese Doc : “Incredibile quanto sta accadendo, in una città di mare sono spariti i pescivendoli”. Prima ha chiuso la storica pescheria Barone (vedi trucioli….), l’annuncio che riaprisse sotto altra gestione, ma attesa vana. Per le festività natalizie altra sorpresa: addio pescheria Pinto, meta di tante casalinghe e che sembrava resistere. Invece il popolare commerciante, con l’età della pensione, ha scelto di gettare la spugna. Il figlio ha un altro lavoro. Sia Barone, sia Pinto erano nel centro storico; negli anni hanno chiuso pescherie in via Dalmazia e zona stazione e ora resta una rivendita in via Patrioti ed un banco pesca da Basko (ex Standa). Intanto la buona novella arriva da Villanova d’Albenga con l’inaugurazione della Bottega del Pescato.

Pierluigi Enrico ed il cugino Fabrizio Nattero, è arrivato il momento dell’alternanza generazionale nella pescheria Barone di Albenga in via Gian Maria Oddo

C’è chi sostiene, tra i ristoranti della Riviera, che un temibile concorrente alle pescherie famigliari arriva da un grossista del pesce di Savona, Antonio Verrini, che ormai è il più quotato fornitore di ristoranti di pesce, sia quello nostrano, sia d’allevamento della Riviera. Un cliente importante e capace che si rifornisce nei maggiori mercati del pesce del Sud Italia, a cominciare da Manfredonia. Non c’entrerebbe, almeno nella nostra provincia, il business mafioso legato al pesce che avrebbe unito tre paesi: dal Marocco il pesce arriva in Sicilia e viene imposto ai mercati ittici di mezza Italia e da lì persino in Germania (gli arresti sono di questi giorni). Le attività in Marocco sono gestite da Francesco Guttadauro, suo padre ex aiuto primario dell’ospedale civico di Palermo e capo mafia della zona di Brancaccio, è

Il titolare dell’omonima pescheria Pinto di Via Delle Medaglie d’Oro, a Porta Molino: era ultima bandiera del commercio di pesce fresco nella vecchia Albenga

legato al re dei latitanti  Matteo Messina Denaro perchè è cognato di suo fratello. In Germania il sistema mafioso calabrese era penetrato in un loggia massonica, tramite un avvocato tedesco, e il costo secondo le indagini sarebbe stato di 50 milioni di euro investiti in una società. Con la fische, ha pubblicato l’Espresso, arrivavano pure le entrature nei canali della grande distribuzione e delle catene internazionali di supermercati.

Peppuccio è uno dei tre pescatori rimasti ad Albenga, eccolo al mercatino di Piazza Del Popolo

Ad Albenga siamo rimasti alla ‘chiusura’ delle pescherie, ma per motivi di famiglia. E poi resiste il carretto di Peppuccio Cardilicchia, originario di Agrigento, a 6 mesi emigrato ad Albenga con i genitori. Ora vive a Garlenda. Il mare e la pesca sono la sua vita, 30 anni di attività, di passione, dedizione, conosce i segreti. Fa parte della Cooperativa Inaguna San Filippo.


S.Fasano

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