Borghetto S. Spirito non tifa più Macron ? L’ufficio pubbliche relazioni del Comune ha ripreso a funzionare da gioiellino. Non solo notizie ufficiali, ma corredate di foto finalmente pubblicabili. L’ultimo comunicato parla del primo consiglio comunale, con il giuramento del primo cittadino. Fresco di nomina e neo telecronista di Ivg.it per le “ultimissime dell’incendio di una palazzina sull’Aurelia in corso di ristrutturazione”. Nessuno dice, invece, che tra il pubblico sorveglia i ‘lavori’ Rosy Guarnieri, leghista doc siculo – ingauna. In missione speciale ? Mentre ‘radio giustizia’ riferisce di un esposto denuncia per la Fazzari story, recupero danni bonifica della cava maledetta. Andrà proprio così ? I giudici spagnoli sono più ‘bravi0’ dei colleghi italiani che hanno avuto bisogno ‘solo’ di 20 anni ?
Nessuno ricorda più che Borghetto S. Spirito ha un robusto conto in sospeso con il ramo della Famiglia Fazzari che ha ereditato le fortune ‘all’estero del patriarca Francesco Fazzari. Non c’entrano Giulia e Rita che vivono tra Toirano, Borghetto, Albenga; Giulia detenuta nel carcere di Piacenza dal 19 luglio 2016 con l’accusa di associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione Alchemia della DDA di Reggio Calabria. Ricevuta la notifica di chiusura indagini ha chiesto di esser sentita dai Magistrati. Emergerebbe che nel 2015 il Comune di Balestrino commissionò un preventivo alla Samoter / Comito dei Gullace – Fazzari. L’assegnazione doveva servire anche a risanare un vecchio credito del Comune da parte della società del sodalizio relativo alla “coltivazione” della cava / discarica di Balestrino ?, accanto allo stabilimento di Rolando Fazzari (il dossociato ed accusatore della famiglia). Perchè – a detta di Giulia Fazzari davanti ai Magistrati – il Comune di Balestrino nel 2015 commissiona un preventivo lavori ad una società gestita di fatto dalla famiglia Gullace e proprio dopo l’ennesimo arresto di Carmelo (Ninetto) nell’ambito dell’operazione “Real Time” della Procura di Savona ? Il blog NiNiN scrive per ora senza smentite: “Ci risulta che a quell’epoca fosse già in carica (dal 2011) la stessa Gabriella Ismarro, attuale sindaca di Balestrino” che finora pare abbia risposto solo alle domande del capo redattore del Secolo XIX, Nicola Stella.
Il Comune di Borghetto S. Spirito, già sotto la giunta del capitano Gianni Gandolfo (centro sinistra) aveva avviato le pratiche legali e civili (studio avvocato Roberto Romani di Savona, uomo di sinistra, ex presidente della Fondazione De Mari ex Carisa, lo stesso studio che avrebbe curato con successo alcune pratiche civili dei Fotia di Vado e Savona contro la Casa della Legalità di Cristian Abbondanza) per sequestrare in Spagna proprietà riconducibili a Filippo Fazzari, primogenito di Francesco.
La somma in ballo (danni per la bonifica dell’ex cava di rifiuti tossici) si aggira sui due milioni di Euro. Pare che il tentativo sia fallito e a quel punto il legale con il consenso del Comune abbia consigliato l’azione penale. Da Savona è partito un dettagliato esposto – denuncia, consegnato tramite il referente legale spagnolo, alla magistratura inquirente di quel paese. Per quanto si sa Filippo Fazzari non avrebbe direttamente intestati beni che già erano frutto di investimenti del padre; ci sarebbero in ballo società di comodo e prestanomi.
Oddio se si riuscisse effettivamente a mettere le mani sul presunto ‘bottino’ il Comune di Borghetto avrebbe risolto il problema del suo buco di bilancio (1 milione e 600) e ne avanzerebbero. Ma non è detto che in Spagna i tempi della giustizia siano più rapidi che in Italia, basti pensare alla lunghissima storia giudiziaria della discarica – bomba, con la bonifica costata miliardi (di lire) alla comunità e che oggi ospita in parte il Depuratore Consortile. Eppure la memoria non è il pezzo forte dei media liguri, salvo qualche rara eccezione (La Casa della Legalità di Genova) e cosa è accaduto in tanti anni, con tutti i protagonisti, resta negli archivi stampa perchè anche gli atti giudiziari, dopo un certo periodo, vanno al macero. E su quella cava, sui bidoni – bomba ambientale interrati per anni, non è mai stata scritta forse tutta la verità, con le complicità, i beneficiari, non solo quelli finali.
Non sappiamo quale sarà l’interesse della giunta di centro destra e del consiglio comunale nel perseguire la linea della fermezza. Finora la riservatezza era giustificata dal fatto che era meglio che il ‘Fazzari spagnolo’ non conoscesse le mosse del Comune e dei suoi legali. Ora speriamo che qualcuno ci tenga almeno aggiornato dell’esito dell’azione penale. Manco a dirlo altri spese, altri tentativi e forse il ministro ligure della Giustizia e quello degli Esteri potranno esercitare tutta la loro influenza.
Borghetto Santo Spirito che tra applausi e silenzi, ha bocciato la proposta dell’umile trucioli.it di un governo di ‘salute pubblica’, capace di fare squadra, forte delle competenze e della meritocrazia, di consiglieri ed assessori scelti senza bilancini. Borghetto che ha forse rischiato di essere governata dal ‘sosia’ che invocava Macron, il salvatore.
Un Macron presidente alla francese, mai ironico e mai banale, che dopo l’evviva di tanti italioti, ha chiuso la porta in faccia, anzi l’ha tenuta sbarrata, al dramma dei migranti a cui è condannato dalla storia il nostro paese e in particolare la frontiera di Ventimiglia. Quella Francia di Liberté, Égalité, Fraternité (in italiano Libertà, Uguaglianza, Fratellanza) celebre motto risalente al 1700. Quella Francia che ha ospitato i perseguitati dal fascismo, ma anche migranti affamati del nostro entroterra imperiese, post bellico, alla ricerca di fortuna e oggi integrati alla terza e quarta generazione. Quella Francia che, con i socialisti in particolare, ha dato ospitalità a molti intellettuali di sinistra, qualcuno alle prese con ordini di cattura ai tempi del terrorismo brigatista rosso e nero. Quella Francia dove persino in Costa Azzurra sono ‘emigrati’ fratelli mutatori e tuttora la collaborazione tra obbedienze (specie Piazza del Gesù del ponente ligure) è costante e si dice ‘proficua’.
Quel ‘modello Macron‘ che avrebbe dovuto portare alla vittoria, a Borghetto, nelle pie intenzioni del suo estimatore, il colto e ricco medico di famiglia Giancarlo Maritano, con una compianta Maritano cugina che è stata vice sindaco di Gandolfo e alla quale è intitolata la sala consiliare. Quel ‘modello Borghetto’ che non solo ‘rifiutava’ ‘Borghetto Uniti’ , definendola una ‘banale minestra‘ (da Ivg.it), ma riproponeva la moltiplicazione delle liste, pur non superando le sciagurate lotte della montana Calizzano. E, ricalcitrante a suo dire, è tornato in pista, candidato sindaco, il tabaccaio, già di vocazione leghista, ma non massonica, né affarista. Quel Pier Paolo Villa che avrebbero dovuto votare in massa i grillini di Borghetto, primo o secondo partito alle regionali.
Dopo la frittata, con la vittoria ‘annunciata’ di un certo potere economico, ma con un sindaco ‘immacolato’, resta da vedere che ne sarà dell’urbanistica, dell’edilizia, dei terreni agricoli o meglio di un ritorno vero alla valorizzazione dell’agricoltura, dell’esigenza di dotare almeno gli ultimi ‘eroi’ della campagna di un mercatino agricolo al pari dei colleghi di Loano. Nessuno è così ingenuo da pensare che in quattro e quattr’otto si affrontino temi rimasti in naftalina per anni. La sterzata non può attendere, a cominciare dalla sorte del ‘monumento’ al degrado e all’antisviluppo socio economico della cittadina, ovvero l’ex Oleificio Roveraro. Tra le proposte più coraggiose, intelligenti, oneste, quella di raderlo al suolo, creare giardini, aree verdi, parcheggi, e trasferire all’esterno gli indici edificatori. Il mite e umile Giancarlo Canepa avrà la forza e soprattutto la coesione necessaria per una svolta epocale da lasciare in eredità ai futuro dei giovani ? (L.Cor.)
LA STORIA /
Sgomberata villa Fazzari da 20 anni discarica dei veleni
Finisce il maxi abuso nella cava di Borghetto
Gli eredi del proprietario sono già stati condannati
La villa abusiva della famiglia Fazzari che si trova all´interno dell´omonima cava di Borghetto Santo Spirito (trasformata negli anni ´80 in una discarica abusiva di rifiuti tossici), nei giorni scorsi è stata finalmente sgomberata dalle autorità ed entro la fine dell´anno sarà abbattuta dalle ruspe. Ci sono voluti quasi vent´anni, proprio come nel meridione infestato dalle mafie, ma nel ponente savonese, dove traffici illeciti e intrecci politico affaristici incrociano spesso le piste della criminalità organizzata, è stato demolito un simbolo dell´illegalità.
Se l´azione amministrativa intrapresa dal sindaco Santiago Vacca va giustamente sottolineata, è un dato di fatto che il clima in provincia di Savona sia cambiato grazie all´arrivo del nuovo procuratore Francantonio Granero, che ai reati contro la pubblica amministrazione e alla criminalità organizzata sta dedicando uomini ed impegno. E non va dimenticata l´opera di denuncia di associazioni come la Casa della Legalità.
La cava Fazzari fu oggetto, agli inizi degli anni ´90, di una maxi inchiesta che portò alla scoperta di migliaia di bidoni contenenti rifiuti tossico nocivi. Il processo, dopo la morte del principale imputato, Francesco Fazzari, portò alla sola condanna a quattro anni e mezzo (nel 2009, in secondo grado) per il figlio Filippo Fazzari che da anni si trova in Spagna. A lui lo Stato e gli enti locali stanno cercando anche di presentare il costo della bonifica milionaria. Ma l´inchiesta aveva anche consentito la scoperta di una casa completamente abusiva. Villetta che da allora, nonostante la palese e pluridenunciata illegalità, nessuno si era mai sognato di sgomberare e tanto meno di abbattere con una ruspa. E anche le iniziative di alcuni coraggiosi funzionari erano state isolate e frustrate nel totale disinteresse dell´epoca degli organi inquirenti.
Nella casa abitavano Rita Fazzari ed il marito Roberto Orlando e nell´area erano stati visti spesso anche la sorella Giulia Fazzari, ed il marito di lei Carmelo Gullace. Presenza ingombrante quest´ultima, visto che oltre a pesanti precedenti penali, anche recenti informative di reparti investigativi indicano Gullace come persona legata a famiglie calabresi referenti delle cosche in Liguria. Tra l´altro è all´esame della procura un episodio che riguarda lo stesso Gullace ed un volontario del Wwf di Savona. L´ambientalista sarebbe stato avvicinato da Gullace che lo avrebbe invitato ad interrompere la contestazione ad un progetto di discarica a Campochiesa cui era interessata la Samoter, società di Rita Fazzari.
Marco Preve (da Uomini Liberi settembre 2010)