Chi ha letto Il Secolo XIX- Imperia, a firma di Paolo Isaia, bravo cronista di giudiziaria, deve aver fatto un salto di gioia. Ha scritto lunedì 19 giugno:”….da sabato 17 giugno inaugurazione della stagione estiva 2017 della Via del Sale…escursione in mountaine bike e a piedi…dopo gli interventi per rimediare ai danni dell’alluvione dello scorso novembre…, presenti l’assessore regionale ai Trasporti e al Turismo della Liguria, Giovanni Berrino, per il Piemonte gli assessori Antonella Parigi e Alberto Valmaggia, il presidente della Provincia di Cuneo, Federico Borgna, i sindaci di Limone Angelo Fruttero, di Ventimiglia Enrico Ioculano, di Briga Alta Alberti Ivo….”. Tutto vero ? Peccato che l’annunciata apertura dell’ex strada militare sia ‘una bufala ad alta quota’, ma ci sono belle novità all’orizzonte. Intanto qualcosa, da Genova, si muove. Annunciato un stanziamento straordinario di 500 mila euro per ripristinare la provinciale San Bernardo – Monesi. Franata per mezzo chilometro sotto l’abitato di Monesi di Mendatica, trascinando a valle diverse case, incluso un nuovo ed unico bed&breakfast Basteranno i soldi? Nessuno ci crede, ma è un segnale importante di ‘ascolto’.
“Non sappiamo chi sia stato l’ispiratore del navigato giornalista – è il commento di chi quassù, a Monesi di Triora, continua a resistere – , queste notizie anche se animate dalla buona fede, asseverate da qualche credulone che non verifica i fatti reali, non giovano. Per la semplice ragione che poi quando effettivamente la strada sarà riaperta e percorribile, la gente non ci crede più”. E ce ne va di mezzo la credibilità di tutti.
L’annuncio pubblicato a tutta pagina dal Secolo XIX ha scatenato l’interesse dei web e la pletora di facebook. “Corriamo tutti a Monesi…..appuntamento agli amici per festeggiare l’apertura della strada…..”. Hanno ripreso tale e quale la notizia, mentre La Stampa web, quasi a rettificare il cugino, pubblicava lo stesso giorno: “Pronta alla riapertura la Via del sale, tra Riviera e Piemonte. Un percorso mozzafiato, dal mare alle Alpi (Monesi-Limone), che si può apprezzare in auto, ma anche in bici o a piedi, per chi vuole fermarsi e godere ancora di più di un paesaggio incontaminato. Per la celebrare la riapertura ufficiale del collegamento, in programma per tutti sabato 24 giugno, nel weekend appena trascorso alcuni amministratori l’hanno percorsa in mountain bike, non soltanto per toccare con mano il territorio…”.
Bisogna ancora aggiungere che fonti di Briga Alta riferiscono: “Sono all’opera sia sul versante di Upega, sia di Monesi, operai e pale meccaniche, l’auspicio è di essere pronti per il 24 giugno, sabato, festività di San Giovanni. Ma, ad oggi, non c’è la certezza, così come non c’è stata alcuna inaugurazione per il semplice motivo che il percorso non è ancora transitabile a causa di tratti interessati da movimenti franosi, se qualcuno ha fatto una gita per suo diletto non può che rallegrare, trattandosi di personaggi politici con ruoli importanti nel governo della Liguria e del Piemonte, dai quali attendiamo con fiducia impegni seri alle promesse e soprattutto ad un ritorno ala normalità”.
Quel ritorno che per l’abitato di Piaggia (capoluogo di Briga Alta) significa revoca dell’ordinanza di sgombero, possibilità di ritorno nelle case fino a quando non saranno eseguiti i lavori di consolidamento del tratto soggetto a frana. A Piaggia, grazie anche ai volontari della Protezione civile, si era provveduto a rimuovere dalle strade e dalle vie del paese tutti i detriti. E che se non ci saranno intoppi si potrà anche riaprire la sede del Municipio nell’immobile che fu realizzato per ospitare dopo gli anni ’50 e fino agli anni ’80 la sede della Guardia di Finanza di frontiera.
Successivamente c’era anche il bar – negozio, unico punto di riferimento del paese e per i gitanti, di Tiziana Sabato che ha chiuso nel 2013, si era dimessa da vice sindaco, trasferendosi anche di residenza a Pieve di Teco. Un gesto di rabbia nei confronti dell’allora sindaco Mario Zintilini che tra i consiglieri poteva contare su figlio, figlia, un cugino. Sta di fatto che neppure l’attrezzatura che Tiziana aveva offerto alla Pro Loco è rimasta in paese. Erano gli anni della sorte ingloriosa del rifugio di Upega, di proprietà comunale e dato in gestione ad una famiglia dell’imperiese che poi ha abbandonato con una strascico legale.
“Non abbiamo bisogno di orchestrali stonati, il pessimismo rischia di fare più danni delle frane, ma alla larga dalle patacche e dalle balle – dice un cittadino Briga Alta – , nel momento in cui sarà effettivamente fruibile tutto il percorso dell’ex strada militare Monesi – Limone, sarà la prima importante boccata di ossigeno post alluvione e frane, anche se la ferita con la chiusura della provinciale 100, la permanenza del divieto di accesso a Monesi di Mendatica, rappresentano un seria mutilazione al turismo ed il ritorno alla normalità. In programma anche l’edizione della corsa Monesi Redentore che ha sempre riscosso una grande partecipazione.”
Restano i disagi per i proprietari di seconde case nelle ‘frazioni’ di Mendatica, nell’enclave cuneese: Valcona Soprana e Sottana, Le Salse, Secae, dove in estate soggiornano imperiesi e savonesi che abitano in Riviera, mendaighini che quassù coltivano ancora patate e che per la prima volta quest’anno hanno dovuto ingegnarsi per innaffiare causa la lunga siccità. Tutti costretti, tra l’altro, a raggiungere la statale del Colle di Nava, quindi Viozene ed Upega. In questo caso la revoco dell’ordinanza di sgombero dovrebbe essere a portata di mano, non c ‘è più necessità.
Non meno grave la crisi che sta subendo Mendatica, luogo di transito, anche per l’impraticabilità, causa frane, della strada che da San Bernardo dove resiste il ristorante albergo da Settimia, di Walter Gandolfo, l’alluvionato numero uno perchè è tra quelli che sta pagando di più la crisi dal 24 novembre 2016. La strada sterrata conduce verso le alte valli imperiesi dell’estremo ponente. Percorso assai utilizzato da escursionisti italiani, stranieri, francesi in particolare, con i fuori strada. La Provincia di Imperia alle prese con tante emergenze e le ‘casse vuote’ non ha i mezzi per intervenire sulle frane. Nella zona pascolano da anni, con la transumanza, due pastori che hanno raggiunto pascoli e malghe attraverso Triora e Montegrosso Pian Latte. In un caso è stata lasciata un’auto sul versante di San Bernardo in modo da poter abbreviare i tempi del tragitto. In compenso un relax ed una pace di questa portata non ha precedenti per i pochi appassionati che non rinunciano a quelle montagne. Dalla folla, al chiasso, al silenzio tombale. Si sente volare una mosca. Ma la strada è lunga !