La mattina del 3 maggio 1917 il piroscafo HMT Transylvania lascia il porto di Marsiglia per Alessandria d’Egitto, sede del Comando inglese per il Medio Oriente, con a bordo 3000 ufficiali e soldati di vari corpi e 64 infermiere della British Cross Society. Lo stesso giorno , nelle stesse ore, il comandante Otto Schultze della Marina germanica è in agguato con il suo U.Boote U.12 nel golfo di Genova a caccia di navi alleate da affondare .
Verso sera, quando il battello è in perlustrazione nel quadrante antistante Camogli, intercetta un convoglio, del quale fa parte il piroscafo statunitense Washington, di 8000 tonn, che trasporta materiali strategici e locomotive . L’U.12 si porta sulla dritta del trasporto ed effettua il primo lancio, colpendolo sulla fiancata. ll Washington si inabissa rapidamente di prua, mostrando per un attimo le eliche, ancora in azione. L’equipaggio era riuscito fortunatamente ad alare le scialuppe, e si salva .
Due navi , due destini paralleli : anche il Transylvania verrà silurato da U.Boote, il giorno dopo, 4 maggio; il protagonista dell’affondamento è lo stesso, il Tenente di Vascello Otto Schultze.
Alla fine della guerra mondiale, Shultze risulterà ai primi posti nella graduatoria di affondamenti, con 54 navi affondate, per complessive 137.781 tonnellate . Nel dopoguerra, il comm. Quaglia, titolare della SO.RI.MA verrà incaricato del recupero dei materiali pregiati, presenti nel relitto del Washington, a 85 mt. di profondità e a circa tre miglia a sud-est di punta Chiappa, invierà la capitana della sua flottiglia di imbarcazioni attrezzate per ricuperi, l’Artiglio. I lavori si protrarranno per ben tre anni , dal 1926 al 1929 , riportando alla luce dalla stiva – dopo aver fatto saltare con cariche esplosive il ponte – materiali ferroviari, minerali e manganese. La benna dell’Artiglio ritroverà, tra le lamiere contorte, anche un reperto importante: il frammento dell’elica e dei timoni direzionali appartenuti al siluro lanciato da Shultze contro il Washington . Quindi gemello dei due siluri lanciati contro il Transylvania. Oggi questo ricordo, insieme ad altri reperti a memoria del sacrificio di tante navi mercantili affondate durante due conflitti mondiali, è visibile presso il Civico Museo Marinaro Gio Bono Ferraridi Camogli .
Della curiosa coincidenza storica si parlerà al Convegno di Bergeggi , venerdì 28 aprile alle ore 16, insieme ad altre notizie inedite, come le lunghe ricerche del sito del relitto da parte dell’archeologo subacqueo Edoardo Riccardi e del suo gruppo di ricerca negli anni ottanta, quando alcuni reperti – segnalati da pescatori – avevano dato la sensazione di poter appartenere al Transylvania. Purtroppo le coordinate fornite dai pescatori bergeggini si riferivano evidentemente ad altri naufragi.
Luigi Griva
*Si ringrazia il Comandante Bruno Sacella, Direttore del Civico Museo Marinaro di Camogli, per le immagini messe a disposizione.