S’intende, usiamo il termine “espropriata “, non nel senso letterale ed etimologico della parola stessa, ma nel senso pratico dei suoi effetti concreti, così come viene percepita dalla gente sbigottita.
Il privato, cittadino di Voghera, ha acquistato, a tutti gli effetti della legittimità, la proprietà delle aree nell’occhio del ciclone, a Pietra Ligure, soprattutto tutta via Grotta, tramite una regolare asta giudiziaria.
Tuttavia, sono gli effetti concreti, derivati dal comportamento dello stesso signore vogherese, a dar l’impressione a tutti che via Grotta, una strada utilizzata liberamente, da almeno 60 anni, da parte della collettività pietrese, sia stata come …espropriata per essere privatizzata, e quindi, assoggettata a frazionamento circa gli spazi da destinare a strada, parcheggi per auto e parcheggi per moto; queste due ultime destinazioni suscettibili di essere poste sul mercato immobiliare, quali parcheggi per auto e moto “privati “, da “pubblici ” che erano a tutti gli effetti, fino a quel momento, considerati.
Frazionamento puntualmente messo in atto dallo stesso nuovo proprietario aggiudicatario giudiziario tramite la presentazione al Comune di una SCIA con la quale richiedeva fossero “regolarizzati” 19 posti auto “privati.
Le delimitazioni dei parcheggi per auto e moto, vecchi, perché preesistenti, e nuovi, perché creati come tali, di sana pianta, dal nuovo proprietario, e dipinte con la pittura gialla (che contraddistingue i parcheggi privati ), sovrapponendola a quella da sempre esistente di colore bianco (che contraddistingue i parcheggi pubblici ), palesavano in modo inequivocabile quali fossero le intenzioni del nuovo proprietario aggiudicatario giudiziario: in ogni caso, gestire quelle nuove proprietà in modo pieno, disponendone in modo assoluto, contro tutto e tutti: cittadini pietresi residenti, vicini di casa, confinanti, giornali ed organi d’informazione, Vigili urbani, Comune.
Trasformare quello che poteva essere non certamente proprio un incauto acquisto, ma almeno un acquisto non molto saggio in un ottimo affare finanziario: porre sul mercato e vendere tutti i parcheggi che erano ricavabili ai bordi della strada (anche quelli creati ex novo, che prima non c’erano perché individuati di fronte ad ingressi e passaggi), fino al numero di ben 19 posti auto, più i posti moto.
Quando parliamo di acquisto non molto saggio non ci riferiamo ovviamente alla regolarità delle procedure seguite nel pervenire all’acquisto giudiziario: senz’altro lineari, sotto il profilo formale e procedimentale : d’altronde c’era la garanzia massima, quella del Tribunale; intendiamo, invece, riferirci all’anomalia del fatto che siano stati acquistati dei mappali, catastalmente classificati come ” frutteto irriguo ” quando, invece, essi non sono più tali da una settantina d’anni, ma sono, a tutti gli effetti, delle aree densamente ed intensamente urbanizzate. Anzi, forse, agli effetti della densità dell’urbanizzazione messa in atto negli anni ’50 proprio in quella via, risultano una delle aree di Pietra Ligure più intensamente edificate della città, con palazzoni di 5 o 6 piani, posti uno a fianco all’altro, uno di fronte all’altro, uno “attaccato” all’altro, con decine di famiglie residenti.
Ci chiediamo: ma possibile che il signore pensionato-agricoltore di Voghera, prima di “investire” una somma, ancorché minima, per l’acquisto di questo frutteto irriguo non si sia recato un attimo prima di depositare la sua offerta in Tribunale, a visionare quanto stava per acquistare…? Possibile che non si sia reso conto che stava, invece, per acquistare una strada con i relativi parcheggi annessi che, se non proprio pubblica, era, da decenni, di pubblico dominio ?
Possibile che, pur avendo visionata la strada, abbia deciso ugualmente di acquistarla pur rendendosi conto che ciò che stava per comperare NON era per nulla un frutteto irriguo, ma erano spazi di dominio pubblico in mezzo a palazzoni..?
Possibile che il signore di Voghera, aggiudicatario-giudiziario, pensionato/agricoltore, possa determinarsi a disporre del suo danaro acquistando degli immobili “al buio”, senza avere prima verificato COSA stia per acquistare…?
Possibile che non abbia pensato che, agendo come ha agito (e agisce) avrebbe scatenato la naturale e spontanea reazione di tutti quelli che avevano da sempre usufruito come “cittadini” della strada e dei posti macchina e poi, dopo il “suo arrivo” o meglio, dopo il suo “acquisto giudiziario “, si erano ritrovati con un “padrone” come interlocutore, in quanto proprietario degli stessi posti auto e strada?
Possibile che l’aver acquistato questi beni immobili dal Tribunale, lo abbia fatto ritenere di essere in una posizione talmente forte da non temere nulla e nessuno, anche a costo di essere ben impopolare perché contro la collettività di Pietra Ligure?
Il frutteto irriguo…
Noi non abbiamo sinceramente idea di come possa essere successo che il Tribunale abbia potuto mettere in vendita una strada come via Grotta, cosí densamente urbanizzata, con la destinazione catastale che poteva avere 70 anni fa : ” frutteto irriguo “. Il tecnico che aveva redatto la relativa perizia, l’arch. Tullio Ghiglione, di Albenga, é un professionista serio, competente e preparato. A cosa attribuire questa indubbia sfasatura? A un mero errore materiale di trascrizione? All’errore materiale commesso da un praticante?
Sia come sia, resta il fatto che, come il signore vogherese, proprietario aggiudicatario-giudiziario, nonché pensionato/agricoltore, dichiara candidamente :
” Io non ho comprato per fare speculazioni, ho intravisto un piccolo affare. Ovvero vendere i posti auto in via Privata Grotta che ho comprato, ripeto, in tribunale e nessuno mi ha revocato il trasferimento di proprietà. ”
Un PICCOLO AFFARE…
Quindi, ecco svelati, da questa frase, retroscena ed obiettivi del pensionato-agricoltore, frequentatore delle vendite giudiziarie: fare un PICCOLO AFFARE , che aveva intravisto, come dice lui stesso. E, se lo aveva intravisto, vuol dire che aveva ben chiaro COSA stesse per comperare, perché QUEL bene messo all’asta l’aveva già visionato PRIMA!
Solo che il PICCOLO AFFARE , così come lo definisce lui, in realtà, consiste in un GRANDE AFFARE !
Facciamo un pò i conti della serva : sembra che i mappali a “frutteto irriguo ” di via Grotta, siano stati aggiudicati per alcune migliaia di Euro.
Se l’obiettivo era privatizzare i preesistenti parcheggi auto, crearne di nuovi (e fare la stessa cosa per i posti moto) fino ad un numero complessivo di 19, per poi metterli sul mercato ad un prezzo, ad esempio di €. 15.000 l’uno, considerando che siamo in una zona densamente urbanizzata, al centro della città e priva di altre risorse, l’operazione matematica conseguente porterebbe al risultato finale : 19x€.15.000 = € 285.000. Se i posti auto si vendessero a soli € 10.000 cadauno, conseguirebbero un risultato finale di €. 190.000.
Non male, no? …Come PICCOLO affare ?
Questo “programma” dà tanto l’impressione di sembrare, in realtà, a differenza di quanto da lui stesso dichiarato, un vero intervento di pura speculazione, nel senso meramente tecnico del termine letterario, che leggiamo dal dizionario e riportiamo, pari pari: SPECULAZIONE: “Azione ed effetto dello speculare finanziariamente; insieme di operazioni più o meno lecite compiute allo scopo di sfruttare il mercato, una situazione economica e simili a proprio vantaggio ed a svantaggio di altri “.
Quindi: non certo un’operazione illecita, ma nemmeno un’operazione ingenua (come viene fatta sembrare dalle interviste dell’interessato), men che meno dettata da sentimenti filantropici : un’operazione di investimento finanziario, calcolata, mirando al massimo dell’ottenibile.
E aggiungiamo: l’impressione che sembra é quella di una vera “speculazione temeraria ” perché fatta contro la collettività, contro l’interesse pubblico, contro il Comune, contro le sue forze dell’ordine, che sono state ostacolate in modo sfrontato quando sovrintendevano agli avvenimenti sulla stessa via Grotta.
D’altronde, che il pensionato/agricoltore, aggiudicatario giudiziario, intenda recuperare danaro da ogni occasione che l’acquisto compiuto gli offra e gli consenta, é anche dimostrato dal fatto che egli abbia fatto misurare le distanze esistenti tra le varie proprietà catastali e quelle degli edifici prospicienti sulla via, per giungere, perfino, a contestare la regolarità della posizione di un palazzo, recentemente costruito, che, egli asserisce, avrebbe “invaso” la strada e, quindi, la sua nuova proprietà, per 1 metro e cm 28…! C’é da supporre, in previsione di una probabile richiesta di eventuale risarcimento o indennizzo.
Cosa abbiamo fatto per meritarci tanta grazia? L’arrivo da Voghera….
Il signor pensionato/agricoltore, frequentatore di aste giudiziarie e aggiudicatore dell’acquisto di via Grotta a Pietra Ligure, é superfluo dirlo, non é nemmeno residente a Pietra Ligure: è residente a Voghera.
Di lui, prima delle sue performances, a Pietra Ligure non si sapeva niente. Nessuno aveva avuto il “singolare privilegio” di avere a che fare con lui.
Non sappiamo perché, tra tanti Comuni e città d’Italia, lui abbia scelto proprio la nostra.
Non ci risulta nemmeno che nessuno, qui, l’abbia chiamato perché sentisse il bisogno di essere beneficato della sua presenza. Forse lui sarà stato attratto dalla bellezza della città, ma non proprio da quella di via Grotta che, tra quelle di Pietra Ligure, non vince per attrattività.
Forse sarà stato attratto dalla bontà o dalla bonomia dei suoi abitanti, che pur mugugnando, come è tipico di noi liguri, non sono aggressivi.
E le occasioni in Calabria e in Sicilia?
Non capiamo perché, lui, che frequenta le vendite giudiziarie, non abbia tentato qualche acquisto giudiziario, del tipo di quello perpetrato a Pietra Ligure (paletti, catene, scritte di proprietà privata, cartelli, divieti, atteggiamenti tipo : “sono arrivato io e qui comando io, ecc.), forse finanziariamente più vantaggioso, magari in Calabria o in Sicilia dove c’é più sole, le spiagge sono altrettanto belle, magari più belle, e la gente oltremodo …paziente, disponibile ed accogliente.
Forse, si è diretto verso Pietra Ligure perché sa che in questa città c’é un Sindaco accomodante che, al di là delle azioni fatte per salvare la faccia del Comune di fronte alle prepotenze di un privato, come ripristinare la segnaletica pubblica da quest’ultimo rimossa e i cartelli e le scritte di delimitazione da lui apposte, nonché costituirsi in giudizio di fronte al TAR LIGURIA, per resistere contro il suo ricorso, finora NON ha ancora intrapreso nessuna propria iniziativa ATTIVA contro il signore vogherese per ripristinare l’interesse pubblico e far cessare questa situazione assurda.
Il poteri del Comune: il Comune non è un privato.
Per il caso di via Grotta, infatti, il signore di Voghera si comporta con arroganza, come se avesse come proprio interlocutore un altro privato cittadino. Ma non è così: l’antagonista del privato proprietario-aggiudicatario pensionato/agricoltore vogherese è il Comune di Pietra Ligure, che essendo una pubblica istituzione , é preposto a tutelare il pubblico interesse della collettività ed agire e prendere tutte le iniziative, che la legge gli mette a disposizione, per il perseguimento di questa stessa finalità e funzione. E per far ciò il Comune, a differenza dei privati, può anche agire adottando provvedimenti che proprio il pubblico interesse perseguano, avendo la supremazia sugli interessi privati, particolari, del singolo. Quegli stessi interessi privati, particolari, il Comune, se sussiste il pubblico interesse, li può comprimere fino ad annullarli: ESPROPRIANDO il bene immobile. Possono essere espropriati case, costruzioni, terreni e non può essere, forse, espropriata una strada e parcheggi connessi? Per di più, una strada che tutti consideravano già di dominio pubblico ?
La causa vinta al TAR LIGURIA
Finora il Comune si é limitato solo a resistere, costituendosi, nel giudizio promosso dal privato vogherese di fronte al TAR LIGURIA, contro il Comune medesimo.
In questa sede, la causa patrocinata dall’ottima avv. Paola Devincenzi é. stata vinta, confermandosi che il Comune era nel “giusto” quando aveva emesso l’ordinanza di rimozione dei cartelli di indicazione “privata” della strada e dei vari divieti conseguenti, che il privato aveva apposto.
Con questa sentenza, il TAR, di fatto, ha conclamato il carattere ” pubblico ” della strada.
Il comportamento dell’amministrazione Valeriani. Le tante ragioni da far valere
Ma, al di là di questa circostanza, che cosa ha fatto di concreto l’amministrazione del Sindaco Valeriani per passare al contrattacco, avendo tante e forti ragioni ed argomentazioni da far valere e, quindi, far terminare questa incresciosa e paradossale vicenda?
Una vicenda che desta perfino imbarazzo perché vede un Comune messo “in scacco” dalle iniziative pervicaci di un singolo privato che persegue solo i suoi interessi personali?
Perché il Comune non contesta il “maggior valore” acquisito dal bene immobile “frutteto irriguo”, in realtà “strada pubblica”, per i lavori di sistemazione della stessa eseguiti dallo stesso Comune anni fa, quando chi ora scrive questa nota era Assessore ai Lavori pubblici? Perché non viene contestato che tutti gli spazi destinati a posto auto e moto, dipinti di giallo e privatizzati, sono così in ordine ed a posto perché ben asfaltati durante gli stessi lavori summenzionati? Perché non se ne contesta il “maggior valore” acquisito e se ne chiede un indennizzo? D’altronde, se il privato vogherese sostiene lui stesso di aver comperato un “frutteto irriguo”, quindi della vile terra, si è ritrovato, invece, dei parcheggi asfaltati, già pronti e sistemati, solo da delimitare con un colore diverso di pittura, e basta.
Non é questo un caso di indebito arricchimento?
E perché non gli sono contestate le decine di migliaia di euro spese per arricchire, urbanizzandolo, quel “frutteto irriguo”, dotandolo di infrastrutture come le fognature bianche, le fognature nere, una nuova condotta dell’acquedotto, nuovi cablaggi per tutte le reti elettriche e di comunicazione, oltre, ovviamente, all’asfaltatura completa, che hanno mutato, ben aumentandolo, il valore venale dello stesso ” frutteto irriguo?”
Non sappiamo se si possa conclamare L’USUCAPIONE pubblica di una strada e dei servizi connessi ad essa, come i parcheggi laterali; se fosse possibile, centinaia di persone potrebbero testimoniare che sono almeno 60 anni che tutti usano strada e parcheggi come fossero, a tutti gli effetti ” pubblici “.
Si PUÒ, senz’altro, però, ESPROPRIARE, come scritto più sopra, tutta la strada comprensiva dei parcheggi. Corrispondendo un’indennità, ovviamente, pertinente ad un ” frutteto irriguo “.
L’opposizione, riteniamo, a buona ragione, tutta, si schiererebbe compatta nel votare una deliberazione del genere, che, solo se la maggioranza lo volesse e ne avesse il coraggio, potrebbe essere approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale.
E siamo arrivati alla parola con la quale avevamo iniziato questa disamina: l’espropriazione !
La percezione di tutti, come scritto all’inizio, è che il Comune si sia fatto espropriare da un privato una strada e lo stesso Comune non abbia la forza o la capacità di riappropriarsene, servendosi dei pubblici poteri attribuiti dalla legge.
Il Consiglio Comunale di Pietra Ligure ne ha parlato ormai un anno fa.
Noi stessi, dell’opposizione, abbiamo l’impressione che se non fosse stato per la Mozione Consiliare che abbiamo depositato il 3 Marzo 2016 e portato all’attenzione del Consiglio Comunale, costringendolo a discutere del caso, non si sarebbe fatto nulla, al di là delle azioni d’ufficio intraprese dalla Polizia Locale e dall’Ufficio Tecnico comunale. La stessa causa al TAR LIGURIA, vinta dal Comune, é un’iniziativa del privato per far annullare ordinanze comunali di ripristino: NON É un’iniziativa giudiziaria del Comune e del Sindaco. Lì, il Comune si è costituito per difendersi : se non lo avesse fatto e fosse rimasto contumace, perdendo, poi, successivamente la causa, sarebbe stato un disastro difficilmente riparabile, cui ne avremmo ascritto la responsabilità al solo Sindaco.
Ora, però, é arrivato il momento di contrattaccare, facendo valere le ragioni del Comune e, quindi, ponendo termine a questa storia paradossale per cui, come pietresi, provare imbarazzo se non vergogna.
Avere il coraggio di prendersi le proprie responsabilità.
Per farlo, bisogna assumersi le proprie responsabilità ed avere il coraggio di farlo.
Questo Sindaco, Valeriani Avio detto Dario, come gli abbiamo già detto apertamente e direttamente in Consiglio Comunale, in occasione di altre vicende (come l’inondazione causata dal fiume Maremola, nel Novembre scorso) ci pare che la dote di assumersi le proprie responsabilità, specie nelle circostanze gravi o solo “più complicate”, non ce l’abbia proprio, interpretando il proprio ruolo sotto un aspetto puramente di funzione decorativa e di rappresentanza, intervenendo agli eventi celebrativi, come le numerose processioni pietresi e le inaugurazioni (queste ultime, peraltro, scarse, visto che in tre anni non é stato fatto quasi niente).
L’opposizione starà attenta nel vigilare l’operato di Sindaco e Giunta, e sarà pronta a prendere tutte le iniziative di stimolo e di proposta, nel solco di quelle indicate nella presente nota, nel Consiglio Comunale di Pietra Ligure.
Mario Carrara