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Liguria e Basso Piemonte

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Diano Marina e l’ultima disfatta, il carnevale
I soldi? Il Comune investe in strade private


Dopo oltre 50 anni di attività e di consensi, il tradizionale carnevale dianese uscirà di scena. Uno smacco che forse pochi si attendevano. C’è chi si è già rassegnato e chi no.

La notizia che ha lasciato un profondo sgomento in città è stata confermata con grande rammarico dal presidente della Famija, Giuliano Ardissone, impossibilitato a mettere assieme una sufficiente squadra di volontari e i fondi necessari per garantire la manifestazione. Ne ha parlato anche in una approfondita (?) intervista alla beniamina Imperia TV (vedi…..) che mandava in onda in diretta (con 3-4 bis nelle settimane successive) la gloriosa sfilata. Il presidente ha rimarcato il fatto che manca soprattutto il ricambio generazionale, ovvero chi si tira su le maniche per l’allestimento dei carri. Ci sarebbe da chiedersi perchè la stessa cosa non accade a Loano dove da sempre il Comune ‘apre’ un sostanzioso portafogli per contribuire alle spese degli organizzatori (L’associazione Vecchia Loano).

Il Carnevale nella città degli aranci ha radici antiche, le prime sfilate dei carri allegorici risalgono, infatti, agli anni Venti, e continuarono fino alla seconda guerra mondiale. Sono stati poi i soci della Famija a riprendere la simpatica tradizione negli anni Cinquanta.

C’è la possibilità di rimediare? I consiglieri comunali di “Diano Riparte” che siedono all’opposizione affermano al riguardo: “Si deve tentare di fare qualcosa. Se Viareggio e Cento e molte altre località nazionali hanno legato indissolubilmente il loro nome alle sfilate di Carnevale, anche Diano può riuscirci. Suggeriamo a chi amministra di fare visita in queste altre città per chiedere consigli. Non si può continuare in questa discesa preoccupante e pericolosa. Prima Diano ha perso la prestigiosa sala da ballo sul mare unica del genere il Liguria (con il Saitta di Loano ndr) e preziosa per i turisti. Poi ha perso la stagione teatrale ( per fortuna una locale associazione è riuscita a programmare spettacoli di opere liriche che hanno avuto successo). E ancora è stato chiuso il Centro anziani, è stata sfrattata la scuola di musica con i suoi ottanta frequentanti, la locale squadra di calcio ha dovuto trasferirsi per le sue partite di campionato a San Bartolomeo al Mare perché il locale campo non è più stato realizzato in erba. Già era scomparso anche il carnevale estivo noto come “August Parade” e non si registrano manifestazioni di forte prestigio. Non è troppo? Ma quello che più stupisce è che, invece, il Comune spende fior di quattrini per trasformare strade private in pubbliche con aggravi che peseranno purtroppo su tutti e con i vantaggi solo per i proprietari dei terreni. Di questo passo il degrado sembra inevitabile”.

C’è da aggiungere che proprio in questi giorni a fare danni al successone elettorale di Chiappori e C.  pare ci abbia pensato  il giudice del tribunale di Imperia Alessia Ceccardi che ha dichiarato legittime  le intercettazioni telefoniche della DdA di Genova  che hanno contribuito a contestare  l’accusa di voto di scambio ‘light’ – vale a dire non relativo a rapporti  tra politica e criminalità mafiosa- al primo cittadino ed ex parlamentare leghista Giacomo Chiappori. In compagnia di altre sei persone. Purtroppo il giudice ha respinto l’eccezione  sollevata dal collegio difensivo che puntava a stralciare le telefonate dal processo. Oltre al sindaco, è imputato il suo vice Cristiano Za Garibaldi, il consigliere di maggioranza Bruno Manitta, l’ex assessore Francesco Bregolin, Domenico Surace amministratore della Gestione Municipali, il padre Giovanni Surace, il commerciante ambulante  Giovanni Sciglitano.

La contestazione parla di presunti  favori promessi nel corso della campagna elettorale  del 2011, con l’obiettivo di ottenere l’appoggio  della comunità calabrese, 300 votanti.  Secondo la tesi difensiva le conversazioni prodotte contro Chiappori e C. erano state disposte  per un procedimento di associazione  mafiosa poi archiviato, di conseguenza non possono essere utilizzate in un processo per questo genere di reato che prevede procedure diverse nei tempi e nelle autorizzazioni. Il 13 marzo il giudice  affiderà ad un perito l’incarico di trascrivere il contenuto  delle intercettazioni. Si aggiunga che gli elettori dianesi hanno premiato la riconferma del loro sindaco pur essendo a conoscenza dei suoi guai giudiziari. Convinti, si presume, che prima dei giudici, siano loro i più tenaci sostenitori dell’innocenza.

 


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