Ci voleva Belfagor per dare alle stampe il dizionario “Belli e brutti a parolacce”. Ecco un campione: testardaggine ammirevole, stravolgimento dei fatti, momento tristissimo, ignoranza, cocciutaggine, vergognoso, menzogne, falsità, falso, goffo, disinformato, mistificatorio, vergogna, inadeguatezza, impreparazione, calunnie e diffamazione. Non è tutto e soltanto. C’è la bella notizia che la simpatica Monica, in arte Zioni vice sindaco, ha intimato all’avvocato Massimo in arte Parodi, di ritrattare quanto ha scritto, addirittura in un comunicato stampa, in caso contrario si tutelerà ‘in ogni sede competente’. Ovvero tribunali civili e penali, esclusi i letti matrimoniali.
Suvvia amici miei carissimi se non seminiamo la gramigna del buon umore e del perdono, delle quattro risate attorno al tavolo del ristorante (purché non sia quel bravo ristoratore del Sail Inn, piazzato da TripAdvisor al 46° posto dei 163 ristoranti alassini, che si è visto piombare addosso le Fiamme gialle….), qui finisce che da Palazzo Civico non estirpiamo neppure le rape. Che, detto tra noi, sono indigeste anche ai somari/e. Tanto casino per nulla ! ? Per un’inezia da qualche centinaia di miglia di euro che, non sia mai detto, pagherà pur sempre san Pantalone.
E’ vero che siamo di fronte ad una sfida che chi perde la faccia può rischiare grosso. C’è in ballo l’onore di un’inquilina illustre del Municipio. Quella che, qui lo dico e qui lo nego, comanda più del mansueto sindaco dr. Enzo Canepa. A proposito anche Monica Zioni può esibire tanto di laurea in Giurisprudenza come attesta il sito dei Comuni italiani .it. E non ne fa sfoggio, è una persona umile, da ammirare.
La battaglia campale – come sarebbe bello invece se fosse a suon di verde pubblico, di nuovi parcheggi pubblici, di aria purificata dalle nano particelle del traffico urbano che minano i polmoni ed il sistema sanguigno – si combatte sull’asilo nido. Chi non vuole il bene dei nostri bambini! Pure il diavolo stravede per i pargoli. Chi ha ‘cappellato’ l’iter della pratica-pasticcio senza valutare che anche ad Alassio mai un privato è stato costretto ad abbattere un abuso edilizio. Qui ogni centimetro è un tesoro. Ma se l’abuso lo fa il Comune, c’è il serio rischio della demolizione. E’ vero che l’interesse pubblico prevale purché non si ‘giochi’ a sfidare quella giustizia che, a volte, funziona.
Chi ha voglia e pazienza di documentarsi, da cittadino informato e diligente, può leggere e ricostruire il mosaico della sfida. Ci vuole molta attenzione, mettere a confronto date, cifre, allegati. E si perchè se un avvocato taccia il vice sindaco o chi per esso di aver dato atto dell’esistenza di un parere legale, con tanto di nome e cognome, inesistente agli atti comunali, la faccenda si complica. Sarà mica impazzito l’avvocato Parodi, ex consigliere comunale ? Lui candidamente estrae dal cilindro del cappello una ‘frasetta’ dei giudici del Tar che attestano categorici. Agli atti di causa non risulta il parere del prof. Piergiorgio Alberti, un big del foro amministrativo genovese e ligure. Insomma come si fa a dire che esiste un parere legale che non risulterebbe scritto ? Non solo, in data 8 settembre 2014, con la presenza del segretario generale del Comune, dr. Anna Sacco Botto, è stata adottata una delibera che “non doveva essere fatta in assenza di parere legale”.
Capiamoci bene. Un avvocato di Alassio, che è stato per un breve periodo consigliere comunale, scrive testuale che “…la Zioni mente all’intera città e tenta di infangare l’operato altrui”, ovvero la mitica assessora Loretta Zavaroni, la signora ‘preferenze’ e la leggiadra giunta presieduta da quel fenomeno di sindaco Roberto in arte Avogadro.
Si proprio lei, la Monica onnipresente nella sua ALASSIO, capace di travisare “in maniera goffa ed improvvisata’. “Capace di una testardaggine ammirevole, colpevole del momento triste per la città di Alassio, dovrebbe chiedere scusa ai cittadini per le proprie fallimentari scelte, per le innumerevoli e ingiustificate bugie pronunciate”. Parole di avvocato.
Come si fa a sostenere questa montagna di lava incandescente: signore e signori, l’avvocato Parodi sostiene che la ‘banda’ Canepa si è messa in testa di gabbare chi ha fatto causa al Comune per via dell’ampliamento dell’asilo (secondo piano) e dopo aver sottoscritto una transazione giudiziale hanno cercato di farne beffa. Un clamoroso autogol “in assenza di solida motivazione giuridica”. Sarà proprio così? Prepariamoci ai prossimi fuochi artificiali, edizione 2017, da palazzo civico.
Belfagor
LETTERA DELL’AVVOCATO MASSIMO PARODI EX CONSIGLIERE COMUNALE
LA REPLICA DEL VICE SINDACO MONICA ZIONI
“Prendo atto che l’ex consigliere Parodi si sia ambientato e abbia trovato la sua dimensione politica all’interno di Agorà, dal momento che, nel breve e già dimenticato periodo in cui è stato seduto tra i banchi del Consiglio Comunale, di lui non si è vista neppure l’ombra nelle riunioni di maggioranza, né si ricordano suoi interventi nelle sedute, o contributi di alcun tipo per l’amministrazione della Città. Peccato però che il suo comunicato stampa, nel tentativo di uscire dal dimenticatoio, sia completamente fuori bersaglio. Parla di menzogne, ma le uniche falsità sono quelle contenute nelle sue dichiarazioni. Qualcuno dovrebbe ricordargli che la questione dell’Asilo Nido, con le sue problematiche, è emersa quando a guidare l’Amministrazione Comunale era l’allora Vice Sindaco reggente Gianni Aicardi, oggi nel gruppo Agorà con lui, e che la sottoscritta, come ho già avuto modo di affermare in più di un’occasione, non era titolare né della delega ai Lavori Pubblici – che era del Vice Sindaco Aicardi, appunto – né di quella ai Servizi Sociali. Le affermazioni di Parodi, dunque, sono false e imprecise: lo chieda a chi fa parte di Agorà, assieme a lui, per trovare conferma. Singolare, poi, che faccia riferimento a tecnici comunali, quando dovrebbe sapere che la gestione della pratica è stata affidata nelle mani di un dirigente completamente nuovo, che nulla aveva a che fare con il passato. Dopo aver fatto emergere la sua incredibile irrilevanza quando scaldava la sedia in Consiglio Comunale, Parodi, con il suo intervento falso, disinformato e mistificatorio, del quale dovrebbe solo vergognarsi, ha ora dimostrato la sua totale inadeguatezza e l’assoluta impreparazione in materia di cose pubbliche. Per questo motivo, oltre a prendere in considerazione la possibilità di tutelarmi in ogni sede competente, richiedo all’ex Consigliere di ritirare immediatamente quanto dichiarato e di chiedere scusa a me e all’Amministrazione Comunale per i contenuti calunniosi e diffamatori del suo comunicato stampa”. Così Monica Zioni, Vice Sindaco di Alassio, risponde alle affermazioni dell’ex Consigliere Comunale Massimo Parodi.
L’INTERVENTO DEL CONSIGLIERE COPOGRUPPO ANGELO GALTIERI
CONTROREPLICA DELL’AVVOCATO PARODI
COMUNICATO STAMPA FINALE DELL’AMMINISTRAZIONE DEL SINDACO CANEPA
“L’Amministrazione Comunale ha intrapreso l’unica strada purtroppo percorribile: anziché rivolgere le proprie lamentele a noi, Parodi e Galtieri dovrebbero chiedere spiegazioni all’ex Sindaco Avogadro. Il quale, a sua volta, anziché parlare farebbe meglio a farsi un esame di coscienza e a chiedere scusa agli alassini.
Il TAR aveva annullato la delibera che determinava di mantenere il rustico del secondo piano in attesa di una soluzione giudiziaria. Non bisogna puntare il dito contro l’Amministrazione Canepa, che da tre anni ha combattuto in ogni modo per scongiurare l’eventualità della demolizione. L’inizio delle problematiche coincide con l’accordo PRIVATISTICO che l’allora Sindaco Avogadro aveva firmato con i privati. In quell’accordo, stretto senza parere dei tecnici, era stata riconosciuta la demolizione del secondo piano – contestato dai privati –
Che sia chiaro, una volta per tutte: se non ci fosse stato l’accordo di tipo PRIVATISTICO con i privati, siccome non esiste alcun diritto di vista sancito dal Codice Civile, si sarebbe evitato tutto questo. Sarebbe bastata una semplice delibera di Consiglio che attestasse l’utilità pubblica della struttura – una pubblica utilità assolutamente innegabile.
Il contratto firmato dal Sindaco Avogadro, tanto difeso dal suo amico Galtieri, è stato l’inizio della fine: ha riconosciuto, nel caso in cui il Comune fosse non ottemperante, un diritto che si costituisce solo dopo il riconoscimento della controparte. A questo punto, il non ottemperare al contratto sarebbe stato economicamente non sostenibile da parte dell’ente comunale. Tutte le decisioni portate avanti dall’Amministrazione Canepa sono sempre state suggerite e supportate dai tecnici.
È vergognoso che l’unica proposta portata avanti per la Città di Alassio da parte di Galtieri, in cinque anni – due con Avogadro e tre con Canepa – di presenza in Consiglio Comunale, sia la demolizione di un asilo nido, sempre a difesa dei privati. Se non fosse stato riconosciuto questo diritto, con il contratto firmato da Avogadro e difeso da Galtieri/Parodi, la demolizione si sarebbe potuta evitare. Dunque, anziché rivolgersi all’attuale Amministrazione Comunale per questo triste epilogo, basterebbe leggere con attenzione il lapidario accordo di Avogadro” – l’Amministrazione Comunale di Alassio